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Da Oligomerix e Feinstein i dati di un trattamento 'In Vivo' di Alzheimer

Oligomerix logo

La Oligomerix Inc., una società privata pioniera nello sviluppo di inibitori degli oligomeri tau per il morbo di Alzheimer (MA) e le malattie neurodegenerative relative, e i Feinstein Institutes for Medical Research, hanno annunciato ieri la pubblicazione di dati preclinici che dimostrano che un farmaco orale a piccola molecola inibisce la formazione di oligomeri neurotossici di tau in un modello animale di aggregazione della tau molto rilevante per il MA.


Lo studio ha mostrato che il composto ha bloccato l'auto-associazione della tau, che è il primo passo nella cascata di aggregazione tossica della tau, e ha inibito gli eventi a valle che portano alla formazione di fibrille tau.


L'aggregazione della tau e l'evoluzione della proteina aggregata in grovigli neurofibrillari nel cervello degli individui affetti è uno dei tratti distintivi del MA. La patologia tau anomala è associata anche ad altre patologie neurodegenerative.


In uno studio pubblicato on-line il 19 novembre 2019 nel Journal of Alzheimer’s Disease i ricercatori hanno riferito che il composto ha inibito l'auto-associazione della tau nell'ippocampo nel topo htau, modello di taupatia, che esprime le sei isoforme della proteina tau umana nel sistema nervoso centrale.


Il farmaco riduce anche la quantità di aggregati insolubili di tau fosforilata e gli aggregati insolubili in maniera lineare e dose-dipendente in relazione ai livelli di composto nel cervello. L'analisi immunocitochimica ha dimostrato che il composto ha ridotto l'accumulo di tau mal ripiegata, associata agli aggregati tau.


L'inibitore dell'oligomero tau è stato somministrato nel cibo in tre diverse dosi, ed è stato ben tollerato dai topi trattati, senza eventi avversi o anomalie comportamentali osservate.


“Questo studio convalida l'approccio di Oligomerix per inibire l'aggregazione della tau e mostra che puntare la formazione di oligomeri tau all'inizio della cascata di aggregazione può inibire l'intero percorso di aggregazione a valle”, ha commentato James Moe PhD/MBA, Presidente e CEO di Oligomerix, e uno degli autori dello studio.


“C'è un bisogno urgente di nuovi approcci per trattare il MA, e questo studio descrive risultati promettenti con un nuovo composto”, ha dichiarato Peter Davies PhD, direttore del Litwin-Zucker Center for Alzheimer’s Disease & Memory Disorders degli Istituti Feinstein e coautore dello studio. “Un farmaco che potrebbe rallentare o prevenire lo sviluppo della patologia del MA potrebbe essere un enorme passo in avanti”.


Il dott. Moe ha detto: “I nostri prossimi passi comprendono studi per valutare se questo composto importante può essere utile in una forma ereditaria di taupatia, e se può migliorare i difetti comportamentali”. L'azienda sta conducendo studi preventivi e terapeutici sul topo JNPL3, modello di taupatia, che esprime l'isoforma umana tau 4R0N con la mutazione P301L associata alla demenza fronto-temporale.


“Attualmente stiamo anche conducendo studi IND per questo composto, e prevediamo di avviare studi clinici nel 2021”, ha aggiunto il dott. Moe.


[...]

 

 

 


Fonte: Oligomerix Inc. via BusinessWire (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eliot J. Davidowitz, Pavan K. Krishnamurthy, Patricia Lopez, Heidy Jimenez, Leslie Adrien, Peter Davies, James G. Moe. In Vivo Validation of a Small Molecule Inhibitor of Tau Self-Association in htau Mice. Journal of Alzheimer's Disease, 19 Nov 2019, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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