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La reelina inverte i principali processi patologici dell'Alzheimer e di altre taupatie

neuronal cell culture with dendritic marker in red and neurofilament axon in green

Promuovere il percorso di segnalazione della reelina, una proteina extracellulare essenziale per la migrazione neuronale e per la plasticità sinaptica, potrebbe essere una strategia terapeutica efficace per contrastare le principali alterazioni cognitive, biochimiche e comportamentali presenti nel morbo di Alzheimer (MA) e in altre patologie associate alla proteina Tau, secondo uno studio pubblicato su Progress in Neurobiology.


Lo studio dimostra il ruolo determinante della reelina nella modulazione dei processi patologici associati al MA e alle altre taupatie (accumulo di placche amiloidi, distribuzione aberrante di Tau fosforilata, disfunzione sinaptica e perdita di memoria), e apre una nuova prospettiva per progettare bersagli terapeutici e farmaci futuri che combattono questi disturbi.


La prima autrice dello studio è la ricercatrice Daniela Rossi, e i coautori senior sono Eduardo Soriano e Lluís Pujadas, docenti dell'Università di Barcellona.

 

Reelina, una proteina essenziale per la plasticità cerebrale

Il MA è una malattia neurodegenerativa nota per la perdita di connessione tra i neuroni e per la morte neuronale. È in gran parte legata alla nascita di placche senili formate dal peptide amiloide-beta (Aß), e dalla presenza di grovigli neurofibrillari (depositi insolubili di proteina Tau).


Nel cervello adulto, la perdita di reelina è stata collegata ad un aumento della fosforilazione della proteina Tau (un fattore che è legato ai microtubuli, espresso principalmente nei neuroni) che finisce per formare i grovigli neurofibrillari tipici del MA.


Pertanto, i diversi stati di fosforilazione e defosforilazione della Tau rappresentano un fattore determinante nella stabilità del citoscheletro cellulare e, di conseguenza, nella stabilità sinaptica e dendritica. L'iperfosforilazione e l'accumulo di Tau provoca la morte neuronale.


In questo contesto, la funzione della proteina reelina per promuovere la plasticità sinaptica e ridurre la fosforilazione della Tau è stato considerato un meccanismo potenziale per ridurre le conseguenze del processo neurodegenerativo e proteggere il cervello dal danno neuronale.

 

Nuovi effetti benefici della reelina in modelli animali con taupatia

In studi precedenti, gli esperti avevano confermato l'alterazione della reelina nel MA e il suo ruolo nei percorsi di segnalazione intracellulare legati alla sopravvivenza neuronale e alla fisiologia del cervello adulto. I ricercatori avevano descritto il ruolo attivo della reelina nel recupero delle funzioni cognitive e nella riduzione delle fibre del peptide Aß in vitro e della deposizione di amiloide nel cervello in modelli animali con il MA (Pujadas et al. Nature Communications, 2014).


Lo studio pubblicato ora su Progress in Neurobiology descrive nuovi dati molecolari sul percorso di segnalazione della reelina e rivela come questa proteina può invertire le principali alterazioni patologiche del MA, a diversi livelli, nei modelli animali di taupatia. In particolare, i risultati rivelano che la sovra-espressione della reelina è in grado di modulare i livelli di fosforilazione della proteina Tau nei modelli in vivo.


Inoltre, gli studi in vitro confermano la capacità della reelina di modulare la distribuzione anomala dei neurofilamenti e delle proteine ​​Tau nei dendriti, che avviene nelle prime fasi di queste neuropatologie. Infine, per quanto riguarda i campi cognitivi e fisiologici, la sovra-espressione di reelina ha rivelato un miglioramento dei deficit che affliggevano un nuovo modello animale di taupatia.

 

 

 


Fonte: Universitat de Barcelona (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Daniela Rossi, Agnès Gruart, Gerardo Contreras-Murillo, Ashraf Muhaisen, Jesús Ávila, José María Delgado-García, Lluís Pujadas, Eduardo Soriano. Reelin reverts biochemical, physiological and cognitive alterations in mouse models of Tauopathy. Progress in Neurobiology, Dec 2019, DOI

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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