Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule immunitarie del cervello collegano amiloide e tau scatenando l'Alzheimer

amyloid tau and immune cellsNell'Alzheimer, grumi amiloidi (blu) si sviluppano per primi nel cervello, seguiti dai grovigli di tau (rosso). Le persone con una variante genetica che blocca le cellule immunitarie nel cervello (a destra) accumulano più tau vicino alle placche amiloidi rispetto alle persone con cellule immunitarie completamente funzionali (a sinistra).

Anni prima che compaiano i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), due tipi di proteine ​​dannose si raggruppano silenziosamente nel cervello: amiloide-beta e tau. Ciuffi di amiloide si accumulano prima, ma la tau è particolarmente nociva. Ovunque si formano i grovigli della proteina tau, il tessuto cerebrale muore, innescando la confusione e la perdita di memoria caratteristiche del MA.


Ora, ricercatori della Washington University di St. Louis hanno scoperto che il legame tra le due proteine ​​potrebbe trovarsi nelle cellule immunitarie del cervello che circondano i ciuffi di amiloide. Essi riferiscono che, se le cellule immunitarie esitano, grumi di amiloide (placche) feriscono i neuroni vicini e creano un ambiente tossico che accelera la formazione e la diffusione dei grovigli tau.


I risultati, ottenuti su topi e nelle persone, sono stati pubblicati ieri, ​​24 giugno 2019, su Nature Neuroscience. Essi suggeriscono che, rinforzando la loro attività, tali cellule immunitarie (chiamate microglia) potrebbero rallentare o arrestare la proliferazione dei grovigli tau e potenzialmente ritardare o prevenire la demenza di MA.


"Penso che abbiamo trovato il potenziale collegamento tra l'amiloide e la tau che i ricercatori cercano da molto tempo", hanno detto l'autore senior David Holtzman MD, professore e responsabile del Dipartimento di Neurologia. "Se potessi interrompere questo legame nelle persone che hanno deposizione di amiloide, ma sono ancora cognitivamente sani, potresti fermare la progressione della malattia prima che ci siano problemi con il pensiero e la memoria".


Anche se la formazione di placche amiloidi e grovigli tau sono stati riconosciuti come passi cruciali nello sviluppo del MA, i ricercatori hanno lottato per definire la relazione tra i due. Da sole, le placche amiloidi non causano la demenza.


Molte persone dopo i 70 anni hanno alcune placche di amiloide nel cervello, compresi alcuni che sono mentalmente acuti come sempre. Ma la presenza di placche amiloidi sembra condurre inesorabilmente alla formazione di grovigli tau - il vero malvagio del MA - e, fino ad ora, non era chiaro come l'amiloide guida la patologia tau.


Holtzman e colleghi (tra cui i primi autori Cheryl Leyns PhD, ex studente laureato nel laboratorio di Holtzman, e Maud Gratuze PhD, ricercatore postdottorato, nonché il coautore senior Jason Ulrich PhD, assistente professore di neurologia) sospettavano che le microglia potessero essere il collegamento.


Una rara mutazione in un gene chiamato TREM2 indebolisce e rende inefficaci le microglia, e aumenta anche il rischio di MA da 2 a 4 volte. Nell'ambito del loro studio, i ricercatori hanno usato topi inclini a sviluppare placche amiloidi e hanno modificato in vari modi i loro geni TREM2 per influenzare l'attività delle microglia.


Il risultato sono stati 4 gruppi di topi: 2 con microglia completamente funzionali perché erano portatori della variante comune del gene TREM2 umano o del topo, e 2 con microglia compromesse che portavano la variante TREM2 umana ad alto rischio o nessuna copia del gene TREM2.


Quindi, i ricercatori hanno seminato il cervello dei topi con piccole quantità di tau raccolte dai malati di MA. La proteina tau umana ha indotto la tau nei topi a fondersi in strutture simili a grovigli attorno alle placche amiloidi.


Nei topi con microglia indebolite, si sono formate più strutture simili a grovigli tau vicino alle placche amiloidi, rispetto ai topi con microglia funzionali. Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che le microglia di norma formano un cappuccio sulle placche amiloidi, che limita la loro tossicità sui neuroni vicini. Quando le microglia non riescono a fare il loro lavoro, i neuroni subiscono più danni, creando un ambiente che favorisce la formazione di lesioni simili a grovigli tau.


Inoltre, i ricercatori hanno anche dimostrato che le persone con mutazioni TREM2 che morivano con il MA avevano più strutture simili a grovigli di tau vicino alle placche amiloidi, rispetto alle persone che morivano con il MA, ma che non erano portatrici della mutazione.


"Anche se stavamo guardando il cervello delle persone alla fine del processo di MA piuttosto che all'inizio, come nei topi, abbiamo visto lo stesso tipo di cambiamenti: più tau nelle vicinanze delle placche amiloidi", ha detto Holtzman. "Immagino che nelle persone con mutazioni TREM2, la tau si accumuli e si diffonda più velocemente, e questi pazienti sviluppano più velocemente problemi con la perdita di memoria e di pensiero perché hanno più grovigli di tau iniziali".


Anche il contrario potrebbe essere vero, ha detto Holtzman. Il potenziamento delle microglia potrebbe rallentare la diffusione dei grovigli tau e prevenire il declino cognitivo. I farmaci che potenziano l'attività delle microglia, attivando la TREM2, sono già in cantiere.


Presto potrebbe essere possibile identificare le persone con accumulo di amiloide attraverso un semplice test del sangue ma, ancora, senza alcun sintomo cognitivo. Per tali persone, i farmaci che spezzano il legame tra amiloide e tau potrebbero avere il potenziale di arrestare l'ulteriore avanzamento della malattia.

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in Washington University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Cheryl E. G. Leyns, Maud Gratuze, Sneha Narasimhan, Nimansha Jain, Lauren J. Koscal, Hong Jiang, Melissa Manis, Marco Colonna, Virginia M. Y. Lee, Jason D. Ulrich, David M. Holtzman. TREM2 function impedes tau seeding in neuritic plaques. Nature Neuroscience, 24 June 2019, DOI: 10.1038/s41593-019-0433-0

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)