Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato legame tra infiammazione cronica e rischio di Alzheimer

Anche se è ampiamente dimostrato che il gene ApoE4 è il principale fattore di rischio genetico del morbo di Alzheimer (MA), non tutti i portatori di ApoE4 sviluppano il morbo.


Per la prima volta, ricercatori dell'Università di Boston (BU) hanno dimostrato che l'ApoE4 legato all'infiammazione cronica aumenta drasticamente il rischio di MA. Questo può essere rilevato mediante misurazioni sequenziali della proteina C-reattiva, un test clinico comune che può essere eseguito di routine in ambito clinico.


L'autrice Wendy Qiu MD/PhD, professoressa associata di psichiatria, farmacologia e terapie sperimentali della BU, ha spiegato:

"Scoprire quali fattori di mediazione dell'ApoE4 aumentano il rischio di MA è importante per sviluppare un intervento e la prevenzione della malattia.

"Poiché molti anziani mantengono un'infiammazione cronica di basso grado dopo aver sofferto di malattie comuni come quelle cardiovascolari, il diabete, la polmonite e le infezioni del tratto urinario, o dopo interventi chirurgici, il trattamento rigoroso dell'infiammazione cronica sistemica nei portatori di ApoE4 potrebbe essere efficace per la prevenzione della demenza di Alzheimer".


Usando i dati del Framingham Heart Study che comprende più di 3.000 soggetti umani, i ricercatori hanno studiato i pazienti con il gene ApoE4 e quelli con e senza infiammazione cronica di basso grado definita da misurazioni sequenziali della proteina C-reattiva.


Nei portatori di ApoE4 hanno scoperto che l'infiammazione cronica di basso grado era correlata con più forza all'insorgenza di demenza e MA rispetto ai portatori di ApoE4 senza infiammazione.


Qiu crede che senza infiammazione cronica di basso grado non ci possa essere alcuna differenza nel rischio di MA tra portatori di ApoE4 e non portatori di ApoE4, e che i trattamenti anti-infiammatori potrebbero essere efficaci per la prevenzione di MA.


Lo studio è apparso su JAMA Network Open.

 

 

 


Fonte: Boston University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Qiushan Tao, Ting Fang Alvin Ang, Charles DeCarli, Sanford H. Auerbach, Sheral Devine, Thor D. Stein, Xiaoling Zhang, Joseph Massaro, Rhoda Au, Wei Qiao Qiu. Association of Chronic Low-grade Inflammation With Risk of Alzheimer Disease in ApoE4 Carriers. JAMA Network Open. 19 Oct2018, DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2018.3597

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)