Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il DNA della 'materia scura' influenza sviluppo del cervello: conseguenze per l'Alzheimer

Il DNA della 'materia scura' influenza sviluppo del cervello: conseguenze per l'AlzheimerUna parte normale del proencefalo del topo (a sinistra) rispetto a una forma mutata (a destra). Fonte: D. Dickel et al.

Un enigma posto da segmenti di "materia oscura" nei genomi - lunghi e sinuosi filamenti di DNA senza funzioni evidenti - sta eludendo gli scienziati da oltre un decennio. Ora, un gruppo ha finalmente risolto l'enigma.


Il rebus è incentrato su sequenze di DNA che non codificano proteine ​​e rimangono identiche su un'ampia gamma di animali. Eliminando alcuni di questi 'elementi ultra-conservati', i ricercatori hanno scoperto che queste sequenze guidano lo sviluppo del cervello, perfezionando l'espressione dei geni che codificano proteine.


I risultati, pubblicati il ​​18 gennaio su Cell (1), potrebbero aiutare i ricercatori a comprendere meglio le malattie neurologiche come l'Alzheimer. Essi convalidano anche le ipotesi degli scienziati che hanno immaginato che tutti gli elementi ultra-conservati siano vitali per la vita, nonostante il fatto che i ricercatori sapessero molto poco delle loro funzioni.


"Ci è stato detto che avremmo dovuto aspettare di pubblicare [la nostra ricerca] fino a quando non avessimo saputo cosa fanno. Ora, amico, ci sono voluti 14 anni per capirlo"
, dice Gill Bejerano, genomicista della Stanford University in California, che ha descritto gli elementi ultra-conservati nel 2004 (2).

 

Quando non succede nulla

Bejerano e i suoi colleghi inizialmente hanno notato elementi ultra-conservati quando hanno confrontato il genoma umano con quello di topi, ratti e polli e hanno trovato 481 tratti di DNA incredibilmente simili tra le specie. È stato sorprendente, perché il DNA muta di generazione in generazione, e questi lignaggi animali si sono evoluti in modo indipendente per 200 milioni di anni.


I geni che codificano le proteine ​​tendono ad avere relativamente poche mutazioni perché se tali cambiamenti interrompono la corrispondente proteina e l'animale muore prima di riprodursi, il gene mutato non viene trasmesso alla prole. Sulla base di questa logica, alcuni genomicisti sospettavano che la selezione naturale avesse mutazioni analogamente eliminate nelle regioni ultra-conservate. Anche se le sequenze non codificano proteine, pensavano, le loro funzioni devono essere così vitali da non poter tollerare l'imperfezione.


Ma questa ipotesi ha avuto uno stop nel 2007, quando un gruppo ha riferito l'abbattimento di quattro elementi ultra-conservati nei topi, scoprendo che gli animali sembravano stare bene e riprodursi normalmente (3). "E' stato scioccante. Quei topi avrebbero dovuto essere morti", dice Diane Dickel, genomicista del Lawrence Berkeley National Laboratory in California, e prima autrice dello studio su Cell (1).

 

Uno sguardo più da vicino

La Dickel e i suoi colleghi hanno rivisto il problema usando lo strumento di modifica genetica CRISPR-Cas9. Hanno eliminato quattro elementi ultra-conservati nei topi, individualmente e in varie combinazioni, che si trovano all'interno di regioni di DNA che contengono anche geni importanti nello sviluppo del cervello. Di nuovo, i topi sembravano a posto. Ma quando gli investigatori hanno sezionato il cervello dei roditori, hanno scoperto delle anomalie.


I topi privi di certe sequenze avevano un numero anormalmente basso di cellule cerebrali che sono implicate nella progressione dell'Alzheimer
. E quelli con un altro elemento ultra-conservato modificato presentavano anomalie in una parte del proencefalo coinvolta nella formazione della memoria e nell'epilessia. "Di norma assomiglia a una lama, ma in questi topi, la lama era deformata", dice la Dickel.


Lei suggerisce che i difetti cognitivi risultanti metterebbero in pericolo i topi in natura, in quanto le variazioni in queste regioni ultra-conservate non si diffonderebbero attraverso una popolazione, perché gli individui afflitti avrebbero meno successo nella riproduzione rispetto a quelli che non sono interessati.


Studi futuri potrebbero esplorare se le persone con Alzheimer, demenza, epilessia o altri disturbi neurologici hanno mutazioni in queste sequenze non codificanti trascurate. Sebbene le funzioni di molte altre sequenze ultra-conservate restino sconosciute, Bejerano si sente sicuro che anche loro sono essenziali. Ma rimane perplesso dal livello di conservazione - fino al 100% - in alcune delle sequenze, perché la biologia spesso tollera variazioni minori. "I misteri sono ancora sul tavolo", dice Bejerano.

 

 

 


Fonte: Amy Maxmen in Nature (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Diane E. Dickel, Athena R. Ypsilanti,Ramón Pla, Yiwen Zhu, Iros Barozzi, Brandon J. Mannion, Yupar S. Khin, Yoko Fukuda-Yuzawa, Ingrid Plajzer-Frick, Catherine S. Pickle, Elizabeth A. Lee, Anne N. Harrington, Quan T. Pham, Tyler H. Garvin, Momoe Kato, Marco Osterwalder, Jennifer A. Akiyama, Veena Afzal, John L.R. Rubenstein, Len A. Pennacchio, Axel Visel. Ultraconserved Enhancers Are Required for Normal Development. Cell, Published: 18Jan 2018, DOI: 10.1016/j.cell.2017.12.017
  2. Gill Bejerano, Michael Pheasant, Igor Makunin, Stuart Stephen, W. James Kent, John S. Mattick, David Haussler. Ultraconserved Elements in the Human Genome. Science, 28 May 2004, Vol. 304, Issue 5675, pp. 1321-1325 DOI: 10.1126/science.1098119
  3. Nadav Ahituv, Yiwen Zhu, Axel Visel, Amy Holt, Veena Afzal, Len A Pennacchio, Edward M Rubin. Deletion of Ultraconserved Elements Yields Viable Mice. PLOS Biology, Published: 4Sep 2007 DOI 10.1371/journal.pbio.0050234

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)