Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perdere peso e un IMC basso in vecchiaia segnalano rischio di Alzheimer



Una nuova ricerca ha scoperto che un peso più basso negli anziani è associato ad un aumento del rischio di demenza e la perdita di peso si correla a un declino più rapido nell'Alzheimer.


Lo studio, condotto al Brigham and Women Hospital (BWH) e al Massachusetts General Hospital (MGH), ha osservato che le persone anziane che erano considerate cognitivamente normali e avevano un indice più basso di massa corporea (IMC) avevano anche depositi più diffusi della proteina amiloide-beta nel cervello.


L'amiloide-beta è la proteina che compone in gran parte le placche caratteristiche dell'Alzheimer. Si ritiene che la formazione di placche amiloidi e di grovigli neurofibrillari contribuisca al degrado delle cellule nervose nel cervello, che provoca i sintomi associati all'Alzheimer.


"Un carico alto di amiloide corticale è ritenuto la prima tappa della forma preclinica dell'Alzheimer, perciò i nostri risultati suggeriscono che gli individui che sono sottopeso in anzianità possono avere un rischio maggiore di questa malattia", spiega l'autore senior Dr Gad Marshall, dei Dipartimenti di Neurologia del MGH e del BWH. "La presenza di questa associazione con un forte marcatore del rischio di malattia rafforza l'idea che essere sottopeso, quando si invecchia, può non essere una buona cosa quando si tratta di salute del cervello".


La "forma preclinica" dell'Alzheimer è attualmente una teoria piuttosto che una fase ufficiale usata per guidare la diagnosi clinica e il trattamento. La forma preclinica ipotizzata di Alzheimer comprende tre fasi:

  • Nella prima fase, l'individuo è cognitivamente normale, ma ha più depositi di amiloide.
  • La seconda fase vede un ulteriore livello di evidenza di neurodegenerazione - per esempio, più depositi di tau o perdita di tessuto cerebrale tipica dell'Alzheimer.
  • La terza e ultima fase aggiunge cambiamenti cognitivi che si trovano nel range di normalità, ma sono un declino per l'individuo.


Pubblicata sul Journal of Alzheimer's Disease, la ricerca fa parte dell'Harvard Aging Brain Study (HABS) con base al MGH, che ha l'obiettivo di identificare i marcatori in grado di predire le persone con più probabilità di sviluppare l'Alzheimer e in quanto tempo i loro sintomi saranno evidenti.


L'indagine riguardava 280 anziani da 62 a 90 anni, cognitivamente normali e in buona salute, che sono stati tra i primi a iscriversi all'HABS. I ricercatori hanno condotto un'analisi sul rapporto tra il loro BMI e i livelli di amiloide-beta nel cervello.

 

BMI più basso associato a depositi più estesi di amiloide cerebrale

I partecipanti hanno fornito dati come anamnesi, esami fisici, test del gene APOE4 (un gene associato a un rischio più alto di Alzheimer ad esordio tardivo) e scansioni PET con Pittsburgh compound B (PIB), che possono mostrare le placche amiloidi nel cervello.


I risultati hanno mostrato (dopo l'aggiustamento per età, educazione, sesso e stato APOE4) che un indice basso di massa corporea è associato ad una maggiore ritenzione di PiB, indicando una maggiore quantità di depositi cerebrali di amiloide.


L'associazione tra peso e vasti depositi di amiloide era più evidente nei partecipanti normopeso che avevano l'indice più basso di massa corporea del gruppo. Un IMC basso e una maggiore ritenzione PiB erano più significativi negli ​​individui con la variante del gene APOE4.


La ricerca futura da parte del team si concentrerà sulla comprensione del meccanismo che sta dietro il legame tra indice più basso di massa corporea e aumento dei livelli di amiloide.


Il Dr. Gad Marshall, che è anche assistente professore di neurologia alla Harvard Medical School, dice:

"Una probabile spiegazione dell'associazione è che un indice basso di massa corporea è un indicatore di fragilità, una sindrome che comporta peso ridotto, movimento più lento e perdita di forza nota per l'associazione al rischio di Alzheimer.

"Un modo per avvicinarsi a determinare qualunque rapporto di causa-effetto sarà seguire queste persone nel corso del tempo per vedere se il loro BMI basale prevede lo sviluppo di sintomi, cosa che stiamo facendo con l'HABS, e, infine, indagare se mantenere o addirittura aumentare il BMI in anzianità ha un effetto sugli esiti.

"In questo momento, stiamo anche studiando se l'IMC è associato ad altri marcatori clinici e di scansione dell'Alzheimer".

 

 

 


Fonte: Hannah Nichols in Medical News Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hsu DC, Mormino EC, Schultz AP, Amariglio RE, Donovan NJ, Rentz DM, Johnson KA, Sperling RA, Marshall GA. Lower Late-Life Body-Mass Index is Associated with Higher Cortical Amyloid Burden in Clinically Normal Elderly. J Alzheimers Dis. 2016 Jun 18. PMID: 27340843

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.