Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il test della memoria a lungo termine potrebbe aiutare a rilevare prima l'Alzheimer


Le persone con Alzheimer potrebbero trarre benefici da una diagnosi più precoce se fosse eseguito un test della memoria a lungo termine combinato con una scansione del cervello, secondo un nuovo studio.


I ricercatori dicono che testare la memoria su una scala temporale più lunga fa emergere i primi deficit nella capacità del cervello di ricordare.


Questi non vengono rilevati dai controlli della dimenticanza a breve termine, che è la pratica corrente per la diagnosi.


Lo studio suggerisce inoltre che una scansione cerebrale combinata con il test della memoria potrebbe identificare le prime anomalie dell'attività cerebrale dei pazienti di Alzheimer, che passerebbero altrimenti inosservate.


I ricercatori dicono che il tipo di perdita di memoria rivelato da tali test potrebbe potenzialmente essere invertito dallo sviluppo di nuovi trattamenti.

 

Studio sugli animali

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Edimburgo, in collaborazione con i colleghi degli Stati Uniti, ha studiato la memoria a lungo termine in topi giovani, alcuni dei quali avevano l'equivalente dell'Alzheimer umano di stadio molto precoce, e altri erano in buona salute.


Gli scienziati hanno insegnato a entrambi i gruppi come localizzare una piattaforma nascosta in una piscina riempita con acqua, usando segni sulla parete della stanza per orientarsi.


I risultati hanno dimostrato che quando sono testati poco dopo il compito, entrambi i gruppi di topi riescono a ricordare la strada verso la piattaforma. Ma, se testati una settimana dopo, i topi del gruppo Alzheimer avevano una difficoltà significativamente maggiore a ricordare il percorso.


I test hanno rivelato che l'attività cerebrale era normale in entrambi i gruppi a questa giovane età, quando non era coinvolto alcun compito. Tuttavia, l'attività cerebrale nel gruppo di Alzheimer era significativamente diminuita rispetto ai topi sani durante il test del ricordo della strada per la piattaforma.

 

Diagnosi migliorata

Gli scienziati dicono che i risultati dimostrano che quando è usata la memoria a breve termine per diagnosticare l'Alzheimer - come succede attualmente - non si capisce la reale entità della perdita di memoria al momento della comparsa della malattia.


Il team afferma che, testando invece la memoria a lungo termine, potrebbe essere possibile rilevare i primi segni della malattia e offrire interventi più tempestivi.


L'autore senior dello studio professor Richard Morris, del Centre for Cognitive and Neural Systems, dice: "Siamo coscienti che i test con gli animali devono essere interpretati con cautela, ma l'uso di questi modelli genetici assieme a test appropriati punta ad una dimensione importante della diagnosi precoce".


Il primo autore Dr Vassilios Beglopoulos, dell'Università di Edimburgo, ha dichiarato: "E' ampiamente riconosciuto che è necessario un intervento più precoce per trattare efficacemente l'Alzheimer, e sono necessari strumenti diagnostici migliori per farlo. Crediamo che il nostro approccio possa dare un contributo significativo".


La ricerca, pubblicata su Nature Communications, è stata finanziata dal 7° programma quadro della UE, dalla Janssen Alzheimer Immunotherapy, dal Medical Research Council e dal Consiglio europeo della ricerca.

 

 

 


Fonte: University of Edinburgh (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: V. Beglopoulos, J. Tulloch, A. D. Roe, S. Daumas, L. Ferrington, R. Watson, Z. Fan, B. T. Hyman, P. A. T. Kelly, F. Bard & R. G. M. Morris. Early detection of cryptic memory and glucose uptake deficits in pre-pathological APP mice. Nature Communications, Article number: 11761, Published 01 June 2016. doi:10.1038/ncomms11761

Copyright:
Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.