Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Carenza di testosterone riduce la resistenza all'Alzheimer del cervello che invecchia

Bassi livelli di testosterone riducono la resistenza del cervello all'AlzheimerDall'età di 30 anni, il livello di testosterone può scemare del 2% all'anno. (Fonte: MoretClinics)Gli uomini che assumono una terapia che riduce gli androgeni (ADT) per il tumore della prostata hanno quasi il doppio delle probabilità di ricevere la diagnosi di Alzheimer negli anni successivi, rispetto a quelli che non ricevono la terapia.


Questo il risultato dell'analisi delle cartelle cliniche di due sistemi ospedalieri di grandi dimensioni eseguita da ricercatori della University of Pennsylvania e della Stanford University. Gli uomini che avevano assunto più a lungo gli ADT avevano la probabilità massima di diagnosi di Alzheimer.


I risultati, pubblicati nell'edizione del 7 dicembre del Journal of Clinical Oncology, non dimostrano che gli ADT aumentano il rischio di Alzheimer. Ma gli autori dicono che essi indicano chiaramente questa possibilità, e sono coerenti con altre evidenze che bassi livelli di testosterone possono indebolire la resistenza all'Alzheimer del cervello che invecchia.


"Volevamo contribuire alla discussione per quanto riguarda rischi e benefici degli ADT, e nessuno aveva ancora esaminato l'associazione tra ADT e Alzheimer", ha detto l'autore Kevin T. Nead MD/MPhil, residente nel reparto di Radioterapia Oncologica della Facoltà di Medicina Perelman all'Università della Pennsylvania, e ricercatore del Leonard Davis Institute of Health Economics alla Penn. "I risultati del nostro studio indicano che un potenziale effetto negativo degli ADT è l'aumento del rischio di Alzheimer, ma sono necessarie ulteriori ricerche prima di considerare modifiche alla pratica clinica".


Nigam Shah MBBS/PhD, professore associato di Ricerca Biomedica Informatica alla Stanford, era l'autore senior, mentre Samuel Swisher-McClure MD/MSHP, assistente professore di Radioterapia Oncologica alla Penn Medicine, era il co-autore.


Gli androgeni (ormoni maschili) normalmente hanno un ruolo fondamentale nello stimolare la crescita delle cellule della prostata. Perciò nel trattamento dei tumori della prostata sono spesso usate le terapie che sopprimono la produzione o l'attività degli androgeni. Nei soli Stati Uniti, circa mezzo milione di uomini prendono gli ADT in un dato momento.


Però la riduzione drastica dell'attività degli androgeni può avere effetti collaterali negativi. Gli studi hanno trovato associazioni tra livelli bassi di androgeni (principalmente testosterone) e impotenza, obesità, diabete, pressione alta, malattie cardiache e depressione. La ricerca negli ultimi anni ha legato anche livelli bassi di testosterone ai deficit cognitivi, e ha dimostrato che gli uomini con Alzheimer tendono ad avere livelli bassi di testosterone, rispetto agli uomini della stessa età che non hanno la malattia.

[...]

Non sappiamo con precisione come la carenza di testosterone possa portare ad un aumento del rischio di Alzheimer, ma ci sono alcune evidenze che il testosterone ha un effetto protettivo generale sulle cellule cerebrali, così che l'abbassamento del testosterone ridurrebbe la resistenza del cervello ai processi che portano alla demenza di Alzheimer.


Studi nei topi e negli esseri umani hanno anche suggerito che i livelli più bassi di testosterone possono consentire una maggiore produzione di proteina amiloide-beta di Alzheimer. Inoltre, bassi livelli di testosterone possono aumentare il rischio di Alzheimer indirettamente, attraverso la promozione di condizioni come il diabete e l'aterosclerosi, che sono note per predisporre alla malattia.


Questo lavoro è stato reso possibile dalle cartelle cliniche elettroniche condivise dal Mount Sinai Hospital, che ha raddoppiato il numero di pazienti registrati, evidenziando l'importanza di tali collaborazioni inter-istituzioni.


In ultima analisi, saranno necessari ulteriori studi per determinare se gli ADT fanno aumentare il rischio di Alzheimer. Nead e colleghi sperano ora di esaminare questa associazione in grandi serie di dati dal registro dei tumori, per vedere quali sottogruppi di pazienti potrebbero avere il rischio maggiore.

 

*****
Hanno collaborato Greg Gaskin BS, Cariad Chester BS/MSHP e Nicholas J. Leeper MD della Stanford. I ricercatori hanno collaborato con Joel Dudley PhD, assistente professore di genetica e scienze genomiche della Mount Sinai School of Medicine. Lo studio è stato sostenuto dal National Institutes of Health, dalla National Library of Medicine e dal National Institute of General Medical Sciences.

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kevin T. Nead, Greg Gaskin, Cariad Chester, Samuel Swisher-McClure, Nicholas J. Leeper, and Nigam H. Shah. Androgen Deprivation Therapy and Future Alzheimer’s Disease Risk. Journal of Clinical Oncology, December 2015 DOI: 10.1200/JCO.2015.63.6266

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.