Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo approccio terapeutico potenziale per l'Alzheimer

Gli autori di una ricerca, pubblicata otto anni fa sulla rivista Chemistry and Biology, hanno applicato i risultati a due modelli distinti e ben noti di topo, dimostrando un nuovo potenziale bersaglio nella lotta contro l'Alzheimer e le altre malattie neurodegenerative.


I risultati dello studio, guidato da Kenneth S. Kosik, professore Harriman di Neuroscienze e condirettore dell'Istituto di Neuroscience Research Institute (NRI) all'Università di California di Santa Barbara (UCSB), ed del suo team, sono stati pubblicati online il 4 Giugno come "Articolo della Settimana" sul Journal of Biological Chemistry.


Kosik e il suo team di ricerca si sono focalizzati sulla tau, una proteina presente normalmente nel cervello, che può svilupparsi in grovigli neurofibrillari che, insieme alle placche di proteina amiloide-ß, caratterizzano l'Alzheimer. Quando la tau diventa patologica, ad essa si attaccano molti gruppi di fosfato, rendendola disfunzionale e intensamente fosforilata, o iperfosforilata. Le aggregazioni di tau iperfosforilata sono anche chiamate filamenti elicoidali accoppiati.


"Quello che mi ha colpito di più lavorando a questo progetto è il numero di persone, mai incontrate prima, che venivano da me per condividere le loro storie ed ansie personali sull'Alzheimer"
, ha detto Zhang Xuemei, co-autore principale e assistente specializzato nel laboratorio di Kosik. "Non c'è dubbio che trovare un trattamento terapeutico è l'unico modo per aiutare questa popolazione in rapida crescita". L'altro co-autore è Israel Hernandez, studioso post-dottorato del NRI e del Dipartimento di Biologia Molecolare, Cellulare e dello Sviluppo della UCSB.


Non esistono trattamenti per la tau iperfosforilata, una delle principali cause dell'Alzheimer. L'attuale trattamento è limitato a farmaci che aumentano la concentrazione di neurotrasmettitori per promuovere la segnalazione tra i neuroni.


Tuttavia, questa ultima ricerca esplora la possibilità che una piccola classe di molecole chiamate diaminothiazole possano agire come inibitori degli enzimi chinasi che fosforilano la tau. Il gruppo di Kosik ha studiato la tossicità e l'immunoreattività di molti diaminothiazole che puntano due chinasi cruciali (CDK5/p25 e GSK3ß), in due modelli di topo di Alzheimer. I ricercatori hanno riscontrato che i composti possono inibire efficacemente gli enzimi, con l'assenza quasi completa di effetti tossici nel range di dosaggio terapeutico.


Il trattamento con il principale composto di questo studio (LDN-193594), ha influenzato notevolmente la perdita di importanti cellule neuronali che accompagna l'aumento di attività del CDK5. Gli inibitori della chinasi diaminothiazole non solo hanno hanno ridotto la fosforilazione della tau, ma hanno anche esercitato un effetto neuroprotettivo in vivo. Oltre a ridurre la quantità di filamenti elicoidali accoppiati nel cervello dei topi, hanno anche restaurato il loro apprendimento e le capacità di memoria durante un test di condizionamento della paura.


Secondo gli autori, il fatto che il trattamento con inibitori della chinasi diaminothiazole riduca la fosforilazione della tau dimostra chiaramente che semplici trattamenti con inibitori della chinasi molecolare potrebbero rallentare la progressione della patologia tau. "Dato il contributo sia del CDK5 che del GSK3ß alla fosforilazione della tau", ha detto Kosik, "un trattamento efficace delle taupatie può richiedere di puntare a due chinasi".


Madison Cornwell, uno studioso Beckman del Center for Science and Engineering Partnerships della UCSB, che ha lavorato nel laboratorio di Kosik, ha aggiunto: "Come passo iniziale, abbiamo dimostrato che due di questi composti funzionano nell'eliminare i grovigli di tau dal cervello in un modello di topo, ma un giorno gli inibitori di queste chinasi riusciranno a migliorare i sintomi dell'Alzheimer nei pazienti".

 

 

 

 

 


Fonte: University of California - Santa Barbara, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimento: X. Zhang, I. Hermandez, D. Rei, W. Mair, J. K. Laha, M. E. Cornwell, G. D. Cuny, L.-H. Tsai, J. A. J. Steen, K. S. Kosik. Diaminothiazoles Modify Tau Phosphorylation and Improve the Tauopathy in Mouse Models. Journal of Biological Chemistry, 2013; DOI: 10.1074/jbc.M112.436402

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)