Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificata nuova proteina che contribuisce al declino cognitivo nell'Alzheimer

Ricercatori del Medical Center della Columbia University (CUMC) hanno dimostrato che la proteina caspasi-2 è un regolatore chiave di una via di segnalazione che porta al declino cognitivo nell'Alzheimer.


I risultati, realizzati in un modello di topo di Alzheimer, suggeriscono che l'inibizione di questa proteina potrebbe impedire il danno neuronale e il successivo declino cognitivo associato alla malattia. Lo studio è stato pubblicato questo mese sulla rivista online Nature Communications.


Uno dei primi eventi dell'Alzheimer è l'interruzione delle sinapsi del cervello (le piccole connessioni attraverso cui sono trasmessi gli impulsi nervosi), che può portare alla morte neuronale. Anche se non è chiaro ciò che porta a questo processo, gli studi indicano che potrebbe essere coinvolta la caspasi-2, secondo l'autore senior Michael Shelanski, MD, PhD, Professore Delafield di Patologia e Biologia Cellulare, presidente del Dipartimento di Patologia e Biologia Cellulare, e condirettore dell'Istituto Taub per la ricerca sull'Alzheimer e l'Invecchiamento Cerebrale al CUMC.


Diversi anni fa, in studi di coltura su tessuti di neuroni di topo, il Dott. Shelanski ha scoperto che la caspasi-2 ha un ruolo cruciale nella morte dei neuroni, in presenza di amiloide-beta, la proteina che si accumula nei neuroni dei malati di Alzheimer. Altri ricercatori hanno dimostrato che la caspasi-2 contribuisce anche al mantenimento delle normali funzioni sinaptiche.


Il Dr. Shelanski e il suo team hanno ipotizzato che l'attivazione aberrante di caspasi-2 può causare cambiamenti sinaptici nell'Alzheimer. Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno incrociato topi transgenici J20 (un modello comune di topo di Alzheimer) con altri ai quali mancava la caspasi-2. Hanno confrontato la capacità di questi ultimi di negoziare un labirinto d'acqua a braccio radiale, un test standard delle capacità cognitive, con quello di topi normali J20 e di topi normali a 4, 9 e 14 mesi di età.


I risultati dei tre gruppi di topi erano simili nei primi due intervalli. A 14 mesi, però, i topi J20 senza caspasi-2 hanno avuto risultati significativamente migliori nel test del labirinto d'acqua rispetto ai topi J20, e risultati simili ai topi normali. "Abbiamo dimostrato che la rimozione della caspasi-2 dai topi J20 impedisce i disturbi della memoria, senza cambiamenti significativi nel livello di amiloide-beta solubile", ha detto il co-autore Roger Lefort, PhD, ricercatore associato al CUMC.


L'analisi dei neuroni mostra che i topi J20 senza caspasi-2 avevano una maggiore densità di spine dendritiche rispetto ai topi J20. Più sono le spine di un neurone, più sono gli impulsi che può trasmettere. "I topi J20 senza caspas1-2 hanno mostrato la stessa densità e morfologia di spine dendritiche dei topi normali - al contrario dei deficit presenti nei topi J20", ha detto il co-autore Julio Pozueta, PhD. "Questo suggerisce con forza che la caspasi-2 sia un regolatore critico nel declino della memoria associato ad amiloide-beta nell'Alzheimer". I ricercatori hanno inoltre convalidato i risultati in studi di neuroni di ratto in coltura tissutale.


Infine, i ricercatori hanno scoperto che la caspasi-2 interagisce con il RhoA, un regolatore critico della morfologia (forma e struttura) delle spine dendritiche. "Sembra che nei neuroni normali, caspasi-2 e RhoA formino un complesso inattivo fuori delle spine dendritiche", ha detto il dottor Lefort. "Quando il complesso è esposto ad amiloide-beta, si rompe, attivando i due componenti". Una volta attivate, caspasi-2 e RhoA entrano nelle spine dendritiche e contribuiscono alla loro scomparsa, probabilmente interagendo con una terza molecola, l'enzima ROCK-II.

"Ciò solleva la possibilità che se si potesse inibire una o tutte queste molecole, soprattutto nelle prime fasi dell'Alzheimer, si potrebbero proteggere i neuroni e rallentare gli effetti cognitivi della malattia", ha detto il dottor Lefort.


Gli altri partecipanti sono Julio Pozueta, PhD (co-autore), Elena M. Ribe, Carol M. Troy, e Ottavio Arancio, tutti al CUMC al momento dello studio. Il Dr. Pozueta era un ricercatore associato al CUMC al momento di questa ricerca ed è attualmente analista senior alla Prescient Life Sciences. Gli altri autori dichiarano di non avere conflitti finanziari o altri interessi. Lo studio è stato finanziato dal National Institutes of Health, dalla Fondazione Wallace per la Ricerca e dalla Fondazione Taub.

 

 

 

 

 


Fonte:Columbia University Medical Center.

Riferimento: Julio Pozueta, Roger Lefort, Elena M. Ribe, Carol M. Troy, Ottavio Arancio, Michael Shelanski. Caspase-2 is required for dendritic spine and behavioural alterations in J20 APP transgenic mice. Nature Communications, 2013; 4 DOI: 10.1038/ncomms2927

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.