Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sedentarietà è un fattore di rischio indipendente per l'Alzheimer

Ricercatori hanno scoperto che un aumento del comportamento sedentario negli adulti che invecchiano è associato a cognizione peggiore e restringimento del cervello nelle aree legate al rischio di sviluppare l'Alzheimer.

sedentary fat man lies sofa watches tv Image by freepic.diller on Freepik

Più di 6 milioni di americani sono colpiti dal morbo di Alzheimer (MA) e i ricercatori della Vanderbilt University di Nashville (Tennessee/USA) e dell'Università di Pittsburgh (Pennsylvania/USA) stanno scoprendo che le abitudini di stile di vita possono influire sulla probabilità di sviluppare la malattia.


Nello studio pubblicato su Alzheimer's & Dementia, i ricercatori hanno scoperto che un aumento del comportamento sedentario, il tempo trascorso seduti o sdraiati, negli adulti che invecchiano, era associato a cognizione peggiore e restringimento del cervello nelle aree legate al rischio di sviluppare il MA. La ricerca è stata guidata da Marissa Gogniat PhD, assistente prof.ssa di neurologia alla Pitt ed ex post-dottorato del Vanderbilt Memory and Alzheimer's Center, e dalla coautrice Angela Jefferson PhD, prof.ssa di neurologia e direttrice fondatrice del centro Alzheimer della VU.


Il team di ricercatori ha esaminato la relazione tra comportamento sedentario e neurodegenerazione in 404 individui over-50. I partecipanti allo studio portavano un orologio che misurava continuamente la loro attività nell'arco di una settimana. Il loro tempo sedentario era quindi confrontato con la loro prestazione cognitiva e con le scansioni cerebrali eseguite nel periodo di esame di sette anni.


I partecipanti che hanno trascorso più tempo da sedentari avevano maggiori probabilità di avere declino cognitivo e cambiamenti neurodegenerativi, indipendentemente da quanto si esercitavano. Queste conclusioni erano più forti nei portatori dell'allele E4 dell'ApoE, un fattore di rischio genetico per il MA, il che suggerisce che ridurre il tempo sedentario può essere particolarmente importante per gli anziani con un rischio genetico più alto di MA.


"Ridurre il rischio di MA non è solo questione di allenarsi una volta al giorno", ha detto la Gogniat. "Ridurre al minimo il tempo trascorso da seduto, anche se ti alleni quotidianamente, riduce la probabilità di sviluppare il MA".


"È fondamentale approfondire le scelte di stile di vita e l'impatto che hanno sulla salute del cervello mentre invecchiamo", ha affermato la Jefferson. "Il nostro studio ha dimostrato che ridurre il tempo da seduti potrebbe essere una strategia promettente per prevenire la neurodegenerazione e il successivo declino cognitivo. Questa ricerca evidenzia l'importanza di ridurre il tempo da seduti, in particolare per gli adulti con un maggiore rischio genetico di MA. È fondamentale per la nostra salute cerebrale alzarsi dalla sedia nel corso del giorno e fare un giro per aumentare il nostro tempo attivo".

 

 

 


Fonte: Vanderbilt University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MA Gogniat, [+19], AL Jefferson. Increased sedentary behavior is associated with neurodegeneration and worse cognition in older adults over a 7-year period despite high levels of physical activity. Alz&Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.