Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sei curioso? Potrebbe aiutarti a rimanere acuto mentre invecchi

Una nuova ricerca mostra che le domande che fai e l'interesse per l'apprendimento permanente potrebbe proteggerti dall'Alzheimer

senior woman painting Image by AI on Freepik

Qual è il trucco per invecchiare bene? Se sei curioso di sapere la risposta, potresti già essere sulla buona strada, secondo un team internazionale di psicologi che ne includeva diversi dell'Università della California di Los Angeles.


La loro ricerca mostra che alcune forme di curiosità possono aumentare in età avanzata e suggerisce che gli anziani che mantengono la curiosità e vogliono imparare nuove cose rilevanti per i loro interessi potrebbero essere in grado di compensare o addirittura prevenire il morbo di Alzheimer (MA). Al contrario, coloro che mostrano mancanza di curiosità e disinteresse possono essere a rischio di demenza. La scoperta contraddice precedenti ricerche che hanno dimostrato che la curiosità diminuisce con l'età.


"La letteratura psicologica mostra che spesso ciò che è noto come 'curiosità di tratto', il livello generale di curiosità di una persona, tende a diminuire con l'età", ha detto Alan Castel, psicologo dell'UCLA e l'autore senior di un nuovo studio pubblicato su PLOS One. "Ma abbiamo pensato che sembra un po' strano e siamo andati contro alcune delle cose che abbiamo visto in alcuni dei partecipanti anziani nei nostri esperimenti, che spesso erano molto coinvolti e interessati a conoscere la memoria, in particolare, ma anche altre forme di curiosità".


Castel e la dottoranda Mary Whatley, che ha guidato la ricerca all'UCLA e ora è assistente prof.ssa di psicologia alla Western Carolina University, e i colleghi Kou Murayama e Michiko Sakaki dell'Università di Tübingen e della Kochi University of Technology, si sono chiesti se la risposta si trovasse in un tipo diverso di curiosità chiamata 'curiosità di stato'.


La curiosità di stato per gli psicologi è il tipo di sensazione momentanea di curiosità che le persone sperimentano quando viene loro chiesto di un argomento specifico. La curiosità di tratto, d'altra parte, è un tratto di personalità. Alcune persone, ad esempio, potrebbero non essere molto curiose per natura, essendo contenti di accettare le cose più o meno al valore apparente (curiosità di tratto), ma hanno una forte fame di conoscenza in argomenti o hobby specifici (curiosità di stato).


Tutte le persone possiedono vari gradi di curiosità sia di tratto che di stato. Per distinguere i due tipi di curiosità, i ricercatori hanno reclutato un ampio campione di partecipanti da 20 a 84 anni di età (media 44 anni), perché completassero un questionario online progettato per valutare quanto fossero curiosi in generale, la loro curiosità di tratto.


Poi, per testare la curiosità di stato, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di indovinare le risposte a domande difficili di cultura generale che la maggior parte delle persone era improbabile che già sapessero, ad esempio qual è stato il primo paese a dare alle donne il diritto di voto? I ricercatori hanno chiesto alle persone di indovinare la risposta, quindi hanno chiesto ai partecipanti quanto fossero interessati a conoscere la risposta prima di mostrare la risposta corretta (se sei curioso: la Nuova Zelanda).


L'analisi ha mostrato che i due tipi di curiosità sono correlati: le persone che hanno più curiosità di stato hanno anche una maggiore curiosità di tratto e viceversa. In generale, la curiosità di tratto declina con l'aumentare dell'età delle persone, però, la valutazione degli interessi che le persone hanno dato per apprendere nuove informazioni dalle domande di cultura generale - una misura di curiosità di stato - declinava nella prima età adulta, quindi aumentava nettamente dopo la mezza età e continuava a crescere fino alla vecchiaia. La scoperta, ha detto Castel, rispecchia la ricerca che mostra un tuffo nella felicità in mezza età.


Uno dei motivi della discrepanza, suggeriscono i ricercatori, è che fino alla mezza età, le persone sono generalmente interessate ad acquisire le conoscenze, le capacità e le opportunità di cui hanno bisogno per avere successo a scuola e nel lavoro, per pagare i mutui e allevare famiglie, e quindi è necessario un livello abbastanza elevato di curiosità complessiva. Questi obblighi sono anche accompagnati da fattori di stress che potrebbero contribuire a un declino della felicità complessiva.


Ma mentre invecchiano e raccolgono questa conoscenza, non hanno bisogno di allocare tutte le risorse alla curiosità di tratto. Mentre i loro figli escono di casa e iniziano a ritirarsi, ad esempio, le persone possono indulgere su interessi specifici e la curiosità di stato aumenta.


"I nostri risultati si adattano ad alcuni dei miei lavori sulla teoria della selettività, che dice che, quando invecchiamo, non vogliamo smettere di apprendere, siamo solo più selettivi su ciò che vogliamo imparare", ha detto Castel. "Lo vedi nel contesto dell'apprendimento permanente: molti anziani tornano a fare corsi o seguire nuovi hobby o si impegnano nel birdwatching (osservazione degli uccelli). Penso che mostri che questo livello di curiosità, se mantenuto, può davvero tenerci acuti con l'età".


Castel ha affermato che la sua ricerca sulla memoria ha dimostrato che le persone tendono a dimenticare rapidamente le informazioni che non coinvolgono la loro curiosità.


"Man mano che invecchiamo, forse vogliamo concentrarci sulle cose che sono importanti e dimentichiamo quelle che sono meno rilevanti", ha detto Castel. "Aneddoticamente, molti anziani a cui parlo dicono che è importante rimanere curiosi. Ciò si adatta a alcune delle ricerche che dimostrano che le persone che hanno le prime fasi della demenza potrebbero mostrare disinteresse nelle cose che una volta gradivano".

 

 

 


Fonte: Holly Ober in University of California - Los Angeles (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MC Whatley, [+2], AD Castel. Curiosity across the adult lifespan: Age-related differences in state and trait curiosity. PLOS One, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.