Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


DDL920, la molecola che ripristina cognizione e memoria nei topi modello di Alzheimer

Ricercatori dell'UCLA affermano che il composto migliora i ritmi elettrici nel cervello, potendo quindi trattare anche schizofrenia e depressione, se si dimostrerà efficace nell'uomo.

Blank white label on medicine bottle glass vial for injectionImage by rawpixel on Freepik.com

Una molecola identificata e sintetizzata in un nuovo studio da ricercatori della University of California di Los Angeles ha dimostrato di ripristinare le funzioni cognitive nei topi con sintomi di morbo di Alzheimer (MA), facendo ripartire efficacemente i circuiti di memoria del cervello.


Se dimostrerà di avere effetti simili nell'uomo, il composto candidato sarebbe nuovo tra i trattamenti per il MA nella sua capacità di rivitalizzare la memoria e la cognizione, hanno affermato gli autori dello studio: "Non c'è davvero nulla di simile sul mercato o di sperimentale che ha dimostrato di farlo", ha detto l'autore senior dott. Istvan Mody, professore di neurologia e fisiologia dell'UCLA Health.


La molecola, DDL-920, funziona in modo diverso dai farmaci recenti approvati dalla FDA per il MA, come lecanemab e aducanumab, che rimuovono la placca dannosa che si accumula nel cervello dei pazienti con MA. Mentre la rimozione di questa placca ha dimostrato di rallentare il tasso di declino cognitivo, non ripristina la memoria e il deterioramento cognitivo. "Si lasciano alle spalle un cervello che forse è senza placca, ma tutte le alterazioni patologiche nei circuiti e i meccanismi nei neuroni non sono corretti", ha detto Mody.


Nello studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ricercatori dell'UCLA guidati dal dott. Istvan Mody e dal dott. Varghese John, professore di neurologia e direttore del Drug Discovery Laboratory (DDL) ha cercato di trovare un composto che potesse ribaltare figurativamente l'interruttore nei circuiti di memoria del cervello.


Come un semaforo stradale, il cervello spara segnali elettrici a diversi ritmi per far partire e bloccare varie funzioni. Le oscillazioni gamma sono alcuni dei ritmi con la frequenza più alta e hanno dimostrato di orchestrare i circuiti cerebrali sottostanti i processi cognitivi e la memoria di lavoro, il tipo di memoria utilizzata, per esempio, per ricordare un numero di telefono. È stato dimostrato che i pazienti con sintomi precoci di MA, come il lieve deterioramento cognitivo, hanno oscillazioni gamma ridotte, ha affermato Mody.


Altri studi hanno tentato di usare le tecniche di neuromodulazione per stimolare le oscillazioni gamma e ripristinare la memoria. La stimolazione uditiva e visiva, o quella magnetica transcranica, a una frequenza di 40 Hz - simile alla frequenza delle fusa di un gatto - riesce a sciogliere le placche nel cervello, ma di nuovo non dimostra miglioramenti cognitivi notabili, ha affermato Mody.


In questo ultimo studio, Mody e il suo team hanno cercato di affrontare il problema da una prospettiva diversa. Se non riuscivano a far ripartire questi circuiti di memoria con strumenti esterni, forse c'era un modo per innescare questi ritmi elettrici dall'interno usando una molecola. In particolare, avevano bisogno di un composto che puntasse neuroni specifici a sparo rapido, noti come interneuroni di parvalbumina, che sono fondamentali nel generare oscillazioni gamma e quindi memoria e funzioni cognitive.


Tuttavia, alcuni recettori chimici in questi neuroni, che rispondono al messaggero chimico noto come GABA, operano come pedali dei freni per ridurre le oscillazioni gamma trascinate da questi neuroni. Mody, John e il loro team hanno identificato il composto DDL-920 che antagonizza questi recettori, consentendo ai neuroni di sostenere oscillazioni gamma più potenti.


Per verificare se ciò avrebbe effettivamente comportato una migliore memoria e cognizione, i ricercatori hanno usato topi geneticamente modificati per avere sintomi del MA. Sia topi modello di MA che topi selvatici sono stati sottoposti a test cognitivi con il labirinto di Barnes, una piattaforma circolare circondata da indizi visivi e contenente un foro di fuga. Il labirinto viene usato per misurare il modo in cui i roditori possono imparare e ricordare la posizione del foro di fuga.


Dopo i test iniziali, i ricercatori hanno somministrato oralmente DDL-920 ai topi modello di MA due volte al giorno per due settimane. Dopo il trattamento, i topi modello di MA sono stati in grado di ricordare il foro di fuga nel labirinto a tassi simili ai topi di tipo selvaggio. Inoltre, i topi trattati non hanno mostrato alcun comportamento anormale, iperattività o altri effetti collaterali visibili, nel periodo di due settimane.


Mody ha affermato che, mentre il trattamento era efficace nei topi, sarebbe necessario molto più lavoro per determinare se è sicuro ed efficace nell'uomo. Se dovesse rivelarsi efficace, il farmaco potrebbe avere implicazioni per i trattamenti anche di altre malattie e condizioni di salute che hanno oscillazioni gamma ridotte, come la depressione, la schizofrenia e il disturbo dello spettro autistico, ha affermato Mody: "Siamo molto entusiasti di ciò, per la novità e per il meccanismo d'azione che non è stato affrontato in passato".

 

 

 


Fonte: Will Houston in UCLA Health (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: X Wei, [+10], I Mody. A therapeutic small molecule enhances γ-oscillations and improves cognition/memory in Alzheimer’s disease model mice. PNAS, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.