Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capire l'Alzheimer all'inizio, prima che ci siano danni irreversibili

 Dying neuron damaged by tau by Danielle Beckman UCDavisNeurone morente danneggiato dalla tau (Fonte: Danielle Beckman / UCDavis)

La ricerca sui primati non umani sta aprendo la possibilità di testare i trattamenti per le prime fasi del morbo di Alzheimer (MA) e delle malattie simili, prima che insorga una estesa morte cellulare cerebrale e la demenza. Uno studio pubblicato su Alzheimer's & Dementia mostra che esiste una finestra di 6 mesi in cui si potrebbero monitore nei macachi rhesus i progressi della malattia e testare i trattamenti.


"Questo è un modello traslazionale molto potente per testare interventi che puntano la proteina tau", ha affermato John H. Morrison, professore di neurologia dell'Università della California di Davis e del California National Primate Research Center (CNPRC), autore senior della ricerca.


La proteina tau è nei neuroni nel cervello. La diffusione di tau mal ripiegata in tutto il cervello è implicata nel MA, nella demenza frontotemporale e in altre demenze. Nel MA, la tau mal ripiegata distrugge molteplici processi essenziali per il normale funzionamento delle cellule cerebrali. Man mano che le proteine ​​mal ripiegate si diffondono, colpiscono i neuroni in tutte le regioni connesse della corteccia che sono cruciali per la memoria e la cognizione.


I neuroni malati causano quindi una risposta infiammatoria mediata all'inizio delle cellule microgliali. Alla fine, i neuroni muoiono, lasciando grovigli neurofibrillari della proteina tau, uno dei marcatori chiave del MA e di altre forme di demenza. Grazie ai progressi nella scansione del cervello, alla scoperta di biomarcatori nel siero umano e nel liquido cerebrospinale e al lavoro nei topi modello, ora sappiamo di più sulle prime fasi del MA.


Ma è ancora difficile capire come tau, infiammazione e progressione della malattia si relazionano tra loro. Il modello macaco colma il divario tra ciò che possiamo imparare dai topi e dai pazienti umani, ha affermato Danielle Beckman, ricercatrice post-dottorato dell'UC Davis, prima autrice dello studio.

 

Sei mesi di progressione misurabile della malattia

I ricercatori hanno iniettato un vettore che trasportava il DNA di due proteine t​au mutate nella corteccia entorinale di 12 scimmie. La corteccia entorinale è una regione chiave del cervello coinvolta nella memoria, dove in genere origina il MA umano. Hanno seguito per sei mesi la diffusione della proteina tau, le cellule colpite e l'infiammazione nel cervello degli animali usando scansioni PET e MRI, biomarcatori e microscopia. "Possiamo vedere la patologia di tau sui neuroni e possiamo tracciare tutte le fasi per alcuni mesi mentre la patologia si diffonde", ha detto Beckman.


I risultati mostrano che in questo modello c'è una finestra di almeno 2-6 mesi in cui è possibile misurare i progressi della malattia. Ciò apre la possibilità di test preclinici per interventi che colpiscono la proteina tau. "Possiamo cercare i farmaci che puntano il MA in fase iniziale prima che la demenza si sviluppi", ha detto Morrison. "Si tratta di un intervento precoce per arrestarne la progressione".


Lo studio si è basato su lavori precedenti del CNPRC che ha stabilito il modello primato non umano. Nel lavoro futuro, i ricercatori prevedono di combinare il modello tau con il loro sistema modello esistente basato sull'amiloide.

 

 

 


Fonte: Andy Fell in University of California - Davis (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: D Beckman, [+15], JH Morrison. Temporal progression of tau pathology and neuroinflammation in a rhesus monkey model of Alzheimer's disease. Alzh&Dem, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.