Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato il gene coinvolto nella vulnerabilità dei neuroni all'Alzheimer

neuron green ensheathed by an oligodendrocyte purple

Le prime fasi dei disturbi neurodegenerativi sono caratterizzate dall'accumulo di proteine in popolazioni discrete di cellule cerebrali e dalla degenerazione di queste cellule. Per la maggior parte delle malattie, questo modello di vulnerabilità selettiva è inspiegabile, ma potrebbe produrre importanti informazioni sui meccanismi patologici.


Il morbo di Alzheimer (MA), la prima causa di demenza al mondo, è definita dall'aspetto di due lesioni patologiche che lo caratterizzano, placche amiloidi (aggregati extracellulari di peptidi Aβ) e grovigli neurofibrillari (aggregati intracellulari di tau iperfosforilata, NFT). Mentre le placche sono diffuse nella neocorteccia e nell'ippocampo, le NFT seguono un modello regionale ben definito che inizia nei principali neuroni della corteccia entorinale.


In un nuovo studio eseguito alla Boston University e pubblicato su Brain, dei ricercatori hanno identificato un gene che credono possa portare alla degenerazione dei neuroni che sono più vulnerabili al MA.

“Stiamo cercando di capire perché alcuni neuroni nel cervello sono particolarmente vulnerabili durante le prime fasi del MA. Non sappiamo perché si accumulano e degenerano molto presto. Crediamo che chiarire questa vulnerabilità porterebbe a nuove strategie terapeutiche per il MA”, ha affermato l'autore senior Jean-Pierre Roussarie PhD, assistente professore di Anatomia e Neurobiologia.


In collaborazione con i principali esperti genomici computazionali della Rice University, i ricercatori della BU, insieme alla prima autrice Patricia Rodriguez-Rodriguez PhD, del Karolinska Institute in Svezia, hanno usato strumenti di analisi di avanguardia con l'apprendimento automatico per identificare il gene DEK come possibile responsabile della vulnerabilità dei neuroni della corteccia entorinale.


Hanno iniettato dei virus nella corteccia entorinale di modelli sperimentali e in neuroni coltivati in laboratorio per manipolare i livelli del gene DEK. Quando ne hanno ridotto i livelli, i neuroni vulnerabili hanno iniziato ad accumulare tau e a degenerare. Secondo i ricercatori, impedire a questi neuroni di degenerare, puntando il DEK o le proteine che collaborano con esso, potrebbe impedire ai pazienti di sviluppare la perdita di memoria e ridurrebbe la malattia prima che si diffonda in aree più grandi del cervello.


"Dato che i neuroni della corteccia entorinale sono necessari per formare nuovi ricordi e poiché sono così vulnerabili e i primi a morire, questo spiega perché il primo sintomo del MA è l'incapacità di formare nuovi ricordi", ha affermato Roussarie.


I ricercatori ritengono che questi risultati siano il primo passo per capire come muoiono questi neuroni fragili, e sperano anche di scoprire ulteriori geni per comprendere appieno ciò che porta alla morte dei neuroni cruciali che formano la memoria.

 

 

 


Fonte: Boston University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: P Rodriguez-Rodriguez, [+12], JP Roussarie. A cell autonomous regulator of neuronal excitability modulates tau in Alzheimer’s disease vulnerable neurons. Brain, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)