Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca trova nuovi indizi per rilevare presto e prevenire l'Alzheimer

Neuropeptide transmission van den Pol 2012 Neuron

Scienziati dell'Università del Minnesota hanno esaminato come una specifica attività cellulare nel cervello può aumentare la vulnerabilità al morbo di Alzheimer (MA), con risultati che potrebbero offrire nuove strade per la diagnosi precoce e il trattamento.


In uno studio pubblicato di recente su Alzheimer's & Dementia, i ricercatori Manci Li e l'assistente prof. Peter Larsen, hanno esaminato i dati esistenti sia nel cervello di MA che in quello sano per identificare i neuropeptidi cruciali (i messaggeri chimici che vengono rilasciati dai neuroni) coinvolti nel MA.


Hanno anche esaminato la relazione tra attività neuropeptidica e invecchiamento. Lo studio ha trovato:

  • La proporzione di cellule che rilasciano neuropeptidi era significativamente più bassa nel cervello di MA rispetto a quello sano.
  • I neuroni con l'attività neuropeptidica più alta (quelli che rilasciano livelli più alti di neuropeptidi e una loro maggiore diversità) erano sproporzionatamente assenti nel cervello di MA.
  • L'aumento dell'età coincide con la riduzione dell'attività neuropeptidica nell'ippocampo del cervello di MA, influenzando quest'area del cervello che ha un ruolo importante nell'apprendimento e nella memoria.


“In un cervello sano, ci sono cellule in grado di gestire le esigenze della vita quotidiana. Ma nel MA, queste cellule sono morte o perdono le loro connessioni, e le cellule che restano indietro lottano per tenere il passo con tali esigenze", ha detto la Li. "È come un motore che è oberato di lavoro; quando le richieste di energia sono troppo grandi, il motore non può sostenere la domanda e si rompe".


I ricercatori ritengono che questo ciclo di neuroni con un sovra-lavoro e che si rompono, contribuisca all'insorgenza e alla progressione del MA. Pur essendo necessarie ulteriori ricerche, comprendere il coinvolgimento dei neuropeptidi nel MA apre strade promettenti alla diagnosi precoce misurando l'attività dei neuropeptidi. Lo studio suggerisce anche delle possibilità di trattamento che potrebbero prevenire il declino cognitivo simulando gli effetti dei neuropeptidi.


Le prossime ricerche si concentreranno sulla rottura dei neuropeptidi durante le prime fasi della malattia, uno sforzo che potrebbe portare a trattamenti preventivi.

 

 

 


Fonte: University of Minnesota (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Manci Li, PA Larsen. Single-cell sequencing of entorhinal cortex reveals widespread disruption of neuropeptide networks in Alzheimer's disease. Alzheimer's & Dementia, 24 Feb 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.