Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova visione del cervello: sta tutto nelle connessioni!

Brain connections Rappresentazione delle connessioni cerebrali (autore: Thiebaut de Schotten)

Non sono le singole regioni cerebrali, ma piuttosto le loro connessioni che contano: dei neuroscienziati propongono un nuovo modello di come funziona il cervello. Questa nuova visione, pubblicata in un numero speciale di Science del 4 novembre, ci consente di capire meglio perché e come il cervello umano varia tra le persone.


L'emisfero destro è per la creatività e il sinistro è per il pensiero razionale: questo è un mito urbano che deriva da una visione classica di come funziona il cervello, vale a dire che abbiamo diverse regioni cerebrali, tutte con una funzione specifica. Questa visione 'modulare' del cervello, anche se superata, è comunque presente in molti libri di testo.


Dovremmo quindi guardare la funzione cerebrale in modo diverso, secondo i neuroscienziati Stephanie Forkel della Radboud University e Michel Thiebaut de Schotten dell'Università di Bordeaux. Le funzioni cerebrali non sono localizzate nelle singole regioni cerebrali ma piuttosto emergono dallo scambio tra queste regioni.

 

Essenziale per parlare e leggere

"Vedi il linguaggio come esempio", afferma la Forkel. “Qui, il risultato è maggiore di una semplice somma delle parti. Per comunicare, devi comprendere molto rapidamente ciò che viene detto in un determinato contesto e considerare le intenzioni emotive che dipendono da chi ti sta parlando. Se il cervello funzionasse in modo modulare, non ci consentirebbe di avere tutti questi diversi calcoli linguistici in così poco tempo".


Le connessioni possono amplificare o ridurre i segnali cerebrali e determinare la struttura e la funzione del cervello, secondo i neuroscienziati. Esiste una forte relazione tra il modello di connessioni delle regioni cerebrali e la loro attività durante i compiti cognitivi. È possibile prevedere dove apparirà una funzione nel cervello in base alle connessioni cerebrali. La Forkel afferma:

"Se guardi il cervello dei bambini prima di acquisire l'alfabetizzazione, vedi che la materia bianca, che consiste in percorsi nervosi, è già collegata all'area 'classica' di lettura".

 

Più intuizioni sulle differenze cerebrali

Un divario importante nella visione classica del cervello modulare è che non può spiegare la variabilità tra gli individui. Secondo  Stephanie Forkel:

"Ognuno ha un cervello diverso, che non è per niente come il cervello del libro di testo che tutti conosciamo. È qualcosa che ho capito quando ho lavorato sul cervello post mortem. La ricerca di neuroscansione, la maggior parte delle volte, fa sì che tutti i cervelli dei partecipanti si adattino a un cervello standard, portando a una perdita di informazioni sulla variabilità tra le persone. Questo è un grande argomento nelle neuroscienze al momento".


Con il nuovo approccio di rete, gli scienziati possono modellare la variabilità tra i nostri cervelli, ad esempio, alla luce dell'evoluzione:

"Se guardi la materia bianca, vediamo che le parti più vecchie nel nostro cervello (il cervello 'rettile') sono più o meno uguali. Le parti che sono evolute più di recente sono più variabili tra noi. Questo mette l'evoluzione del cervello in un nuovo quadro".


Inoltre, il nuovo approccio allo studio della funzione cerebrale potrebbe avere un grande impatto sui trattamenti clinici.

"Ci sono pazienti con lesioni cerebrali senza sintomi o sintomi che non ti aspetteresti. In uno studio, abbiamo esaminato come le lesioni avevano influenzato l'intera rete cerebrale e abbiamo dimostrato che il modello di rete riusciva a prevedere quali sintomi avevano i pazienti o quali avrebbero sviluppato un anno dopo".

 

Reti professionali

Per aggiornare il lavoro con questo nuovo modello, sarà necessario che i ricercatori creino reti professionali per integrare più campi di ricerca neuroscientifica, secondo il team di ricerca. Ciò spingerà in avanti gli attuali confini e porterà a metodi avanzati di neuroscansione, a modelli anatomici personalizzati e a un impatto clinico significativo.

 

 

 


Fonte: Radboud University Nijmegen (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Thiebaut de Schotten, SJ Forkel. The emergent properties of the connected brain. Science, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.