Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Vivere in gruppi familiari più grandi è legato alla prevenzione della demenza

In uno studio globale, ricercatori di medicina evolutiva dell'Università di Adelaide hanno scoperto che le persone che vivono in una famiglia, meglio se allargata, hanno un rischio minore di morire per demenza e sono riuscite ad evitare per più tempo che la malattia progredisse.

Lo studio, pubblicato su Plos One, ha esaminato le variabili negli standard e nelle condizioni di vita delle persone over-60 in oltre 180 paesi di tutto il mondo, per misurare il contributo dei fattori come il PIL, l'urbanizzazione, l'età e la dimensione della famiglia, scoprendo che le persone che vivono in gruppi familiari più grandi o in famiglia singola, sono andate meglio di quelle che vivevano da sole.


Il dott. Wenpeng You, il ricercatore biomedico e dottorando dell'Università di Adelaide che ha guidato il progetto, dice che la correlazione tra le dimensioni della famiglia e il rischio ridotto di impatti peggiori della demenza è abbastanza forte:

"Abbiamo trovato che, indipendentemente dall'invecchiamento, dall'urbanizzazione e dal PIL, le grandi famiglie proteggono dalla mortalità della demenza.

"È una scoperta significativa utile per pianificare i servizi di assistenza e di vita alle persone mentre invecchiano, perché mostra che i fattori umani - relazioni, senso di connessione e scopo, incoraggiamento e lode, coinvolgimento significativo con gli altri - sono piuttosto importanti per combattere la progressione della demenza".


La demenza è una delle maggiori sfide per il settore sanitario nel 21° secolo, con un costo stimato a livello globale di 1,16 trilioni di dollari australiani. Il professore emerito Maciej Henneberg, l'autore senior dello studio, dice che gli umani si sono evoluti per vivere in famiglie e comunità:

"Siamo una delle poche specie che si sono adattate su migliaia di anni per basarsi su gruppi familiari allargati dalla riproduzione cooperativa, e che poi ha fatto evolvere la cura alloparentale [di individui non genitori biologici], fino alla forma fiorente di piccole comunità.

"Nell'intera evoluzione, c'è stato davvero un periodo molto breve in cui ci siamo tenuti fuori da questo percorso. In realtà non siamo ben adattati alle tendenze contemporanee di piccole famiglie, spazio personale e individualismo.

"Ci sono alcuni vantaggi molto pratici nel vivere con la famiglia o altri residenti nella stessa abitazione. Di solito ci sono tempi di pranzo regolari, c'è conversazione, ci sono persone che verificano se hai preso i farmaci e familiari che incoraggiano attività regolari.

"Questo impegno, quando è positivo, stimola la produzione di ossitocina, spesso soprannominato 'ormone della felicità', e ha dimostrato di avere un effetto positivo sul benessere fisiologico, proteggendo i sistemi cardiovascolari associati alla demenza vascolare, e può dare un rallentamento benefico dello sviluppo della demenza".


Il dott. You dice che, anche se la ricerca non mostra un legame causale tra l'incidenza della morte per demenza e le dimensioni della famiglia, è chiaro che vivere in grandi famiglie protegge in modo significativo dalla mortalità per demenza, sia per la sua insorgenza che per il deterioramento dei pazienti con demenza:

"Nell'ambito della prevenzione della demenza, i professionisti sanitari dovrebbero incoraggiare le persone ad aumentare le interazioni positive con persone del vicinato, con i gruppi della comunità o avere altri coinvolgimenti, quando non è possibile un stile di vita tradizionale in una famiglia allargata o centrato sulla famiglia".


Il prof. Hennenberg dice che se c'è un messaggio da portare a casa da questa ricerca, è che ci siamo evoluti per trarre benefici dalla connessione significativa, quotidiana, umana:

"Senza quella connessione umana, non prosperiamo come dovremmo".

 

 

 

 


Fonte: Michele Ann Nardelli in University of Adelaide (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Wenpeng You, Maciej Henneberg. Large household reduces dementia mortality: A cross-sectional data analysis of 183 populations. PLOS One, 3 Mar 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)