Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La lunga ombra della 2a Guerra Mondiale

La Seconda Guerra Mondiale ha devastato gran parte dell'Europa, ed i suoi effetti a lungo termine si fanno ancora sentire. Una nuova indagine dimostra che le persone anziane che hanno vissuto la guerra da bambini hanno maggiori probabilità di soffrire di diabete, depressione e malattie cardiovascolari.


Si stima che tra il 1939 e il 1945 abbiano perso la vita prematuramente tra i 62 e i 78 milioni di persone, circa il 3% della popolazione mondiale di quel tempo, come risultato diretto o indiretto della Seconda Guerra Mondiale. Sono morti sul campo di battaglia, uccisi dai bombardamenti aerei o nei campi di sterminio. Circa la metà di loro erano civili.


La guerra, iniziata da politici tedeschi, è stata senza dubbio lo sconvolgimento più profondo del 20° secolo, e rappresenta una lacerazione radicale nello sviluppo culturale del continente. Infatti, le sue ripercussioni catastrofiche sono ancora con noi.


Il conflitto ha lasciato non solo profonde cicatrici nella memoria collettiva dell'Europa, ma ha avuto anche un impatto sulla salute fisica e mentale e sulla qualità della vita, di ogni individuo che ha vissuto le privazioni e le sollecitazioni degli anni di guerra. Questa eredità duratura della guerra è documentata in un nuovo studio condotto da ricercatori della LMU di Monaco di Baviera e della RAND Corporation di Santa Monica (California), che è appena apparso in The Review of Economics and Statistics.


Come possono le persone la cui infanzia è stata offuscata dai disagi e dalle distruzioni degli anni di guerra, che sono stati testimoni di violenti combattimenti o del terrore nazista inflitto ai paesi occupati come la Polonia o la Francia, ad adattarsi alle esigenze della vita normale nel periodo successivo? Come si può convivere con i ricordi di bombardamenti, la fame, gli spostamenti, la fuga dagli eserciti invasori, e l'assenza in gioventù o la perdita dei genitori?


Il nuovo studio dimostra che questi bambini, ora cittadini anziani che vivono in mezzo a noi, hanno maggiori probabilità di essere afflitti da problemi fisici e psicologici rispetto a quelli nati dopo o quelli che sono cresciuti in paesi colpiti meno gravemente dalla guerra. Studi epidemiologici hanno dimostrato che hanno statisticamente più probabilità di soffrire di diabete, depressione o condizioni cardiovascolari.


In media, sono anche meno istruiti, hanno richiesto più tempo per completare la loro istruzione e formazione professionale, hanno avuto meno probabilità di sposarsi e in genere tendono ad essere meno soddisfatti della propria vita.

 

La borghesia è stata colpita particolarmente

Molti di questi effetti ad azione ritardata, come lo sviluppo del diabete in conseguenza della malnutrizione prolungata, non sono affatto sorprendenti, sottolinea il professor Joachim Winter, che dirige il dipartimento di ricerca economica empirica della LMU ed è uno degli autori del nuovo studio.


Ciò che è nuovo, aggiunge, è che questo tipo di impatto a lungo termine può essere quantificato. Ad esempio, la probabilità di malattia depressiva tra le persone che avevano vissuto gli anni della guerra, come i bambini nelle zone che avevano visto combattimenti particolarmente duri è di 6 punti percentuali più alta rispetto a una coorte di coetanei.


Nei questionari su cui si basa lo studio, coloro che hanno passato la guerra valutano significativamente più carente il loro stato di salute, rispetto ai coetanei che erano stati risparmiati da esperienze simili. Con sorpresa sono particolarmente pronunciate le conseguenze a lungo termine di questo tipo in coloro che appartenevano a famiglie della classe media, e che hanno tentato per tutta la loro vita successiva di recuperare quello stato, in molti casi senza riuscirci.


"Alla luce della portata del danno fisico provocato dalla Seconda Guerra Mondiale e della sua importanza per lo sviluppo politico ed economico dell'Europa, deve essere considerata relativamente modesta la nostra conoscenza del suo impatto a lungo termine su quelli che ne sono stati direttamente esposti", afferma Joachim Winter.


La nuova indagine è basata sull'analisi da un team di economisti, che comprendeva Winter stesso, James P. Smith (RAND), il Dr. Iris Kesternich (LMU) e il Dr. Bettina Siflinger (ora alla Mannheim University), dei questionari compilati da circa 21.000 persone che hanno preso parte al sondaggio Salute, Invecchiamento e Pensioni in Europa (SHARE).


I partecipanti avevano tutti più di 50 anni, il più anziano apparteneva alla coorte di nascita del 1929, e sono stati scelti in 12 paesi europei. Oltre alla Germania, erano rappresentati i paesi che hanno subito perdite pesanti o addirittura catastrofiche, come la Francia e la Polonia, così come lo erano gli Stati non direttamente colpiti dalla violenza militare, e gli stati neutrali come la Svezia e la Svizzera.

 

 

 

 

 


FonteLudwig-Maximilians-Universitaet Muenchen (LMU).

Pubblicato in uni-muenchen.de  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)