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Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Valdobbiadene
Riscoprirsi risorsa tra persone unite dallo stesso problema, partecipando ai Gruppi ...
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Mer, 8 Mag '24  14:30 > 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
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Riscoprirsi risorsa tra persone unite dallo stesso problema, partecipando ai Gruppi ...
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Donne che si prendono cura
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Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
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[CA Pedemontano] «Ti SOStengo. Un salvagente legale in un mare di dubbi»
Il Caffè Alzheimer è un servizio che la Casa di Soggiorno ...
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Donne che si prendono cura
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I fornitori di cure primarie, che comprendono infermieri di pratica avanzata (IPA) e assistenti del medico (AM), sono spesso il primo punto di cura per i pazienti che si presentano con preoccupazioni di perdita di memoria.


Mentre importanti iniziative negli Stati Uniti sono volte a migliorare la diagnosi, un nuovo studio ha scoperto che implementare un protocollo di individuazione non è sufficiente per diagnosticare la demenza o il morbo di Alzheimer (MA). Il rapporto completo è pubblicato nel Journal of American Association of Nurse Practitioners.


“Poiché è previsto un aumento della prevalenza di MA e la disponibilità di nuovi trattamenti efficaci, c'è la necessità di sviluppare servizi di assistenza primaria che rilevino il MA precocemente”, scrivono i ricercatori, della Vanderbilt University di Nashville/Tennessee e della Ohio State University di Columbus/Ohio.


Per capire il motivo per cui i medici di assistenza primaria non testano di routine i pazienti per il MA, i ricercatori hanno identificato ricerche pubblicate a controllo dei pari che avevano individuato caratteristiche organizzative, del fornitore o dei pazienti, nell'ambiente di cure primarie, con una influenza sulla rilevazione del MA.


Sono stati inclusi studi empirici che avevano individuato i fattori della diagnosi mancata o ritardata, incluso un confronto di accuratezza diagnostica da parte dei fornitori di cure primarie, e avevano identificato le caratteristiche organizzative collegate alla diagnosi di MA. Dopo aver applicato i criteri di esclusione, sono stati considerati 7 studi: 2 interventistici, 2 comparativi e 3 trasversali.


Due studi hanno confrontato il giudizio clinico del fornitore in confronto a una batteria di test neuropsicologici, mentre uno studio ha confrontato la diagnosi clinica con i risultati dell'autopsia. I sanitari in questi studi avevano stimato che la prevalenza di MA variava dal 6% al 51% e l'accuratezza della diagnosi dal 19% all'81%.


La barriera organizzativa più citata per il rilevamento della demenza era la mancanza di servizi; la barriera del fornitore più citata era la mancanza di capacità del fornitore di fare la diagnosi (istruzione). Dallo studio è emerso che la barriera più nota del paziente per una diagnosi accurata di demenza era la presenza di comorbidità confondenti o di fragilità.


Gli autori hanno concluso che: “È importante sottolineare che i risultati della revisione attuale indicano che gli interventi aggiuntivi che migliorano i sistemi di supporto, aumentano i servizi per gli individui con MA e le loro famiglie, e procedure chiarificanti di test possono essere il passo più cruciale per raggiungere l'obiettivo della diagnosi precoce”.

 

 

 


Fonte: Madeline Morr in Clinical Advisor (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Raymond Romano, Michael Carter, Alison Anderson, Todd Monroe. An integrative review of system-level factors influencing dementia detection in primary care. Journal of the American Association of Nurse Practitioners, Apr 2020, DOI

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