Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il composto LSL60101 riduce la neuroinfiammazione e migliora la cognizione nei topi con Alzheimer

Il composto LSL60101, un legante specifico dei recettori I2-IR nel cervello, potrebbe far luce sullo sviluppo di strategie future contro il morbo di Alzheimer (MA). Questo indicano recenti studi del gruppo di ricerca sulla chimica medicinale e sulla farmacologia delle malattie neurodegenerative dell'Università di Barcellona, ​​pubblicati sulle riviste European Journal of Medicinal Chemistry e British Journal Pharmacology.


Negli studi condotti con i topi, l'LSL60101 ha migliorato il deficit cognitivo e i biomarcatori relativi alla malattia in questi modelli animali.

 

1. Recettori I2 imidazoline come bersagli nella lotta al MA

Il MA è una malattia neurodegenerativa ancora senza una cura. Nonostante gli sforzi compiuti dalla comunità scientifica internazionale, molte iniziative nella chimica medica per trovare farmaci futuri per il trattamento hanno fallito e si è postulato che questa situazione potrebbe essere dovuta alla selezione di obiettivi terapeutici inadatti. Pertanto, è decisivo affrontare la lotta al MA da prospettive che aiutano a modellare nuovi obiettivi terapeutici dal lato dell'innovazione nella ricerca biomedica.


La ricerca pubblicata nell'European Journal of Medicinal Chemistry descrive la sintesi di una nuova famiglia di composti con elevata affinità e selettività per i recettori I2 imidazoline, che sono alterati nel cervello dei pazienti con MA. Il percorso di sintesi dei composti, che è efficiente ed economico, consentirebbe di applicare diverse modifiche strutturali per accedere a una serie notevole di composti di interesse farmaceutico.


La nuova famiglia di leganti del recettore I2-IR è formata da composti con diverse caratteristiche strutturali. In particolare, l'interazione tra un composto rappresentativo (LSL60101 o garsevil) e i recettori I2 imidazoline migliora il deficit cognitivo nei topi modello con neurodegenerazione e MA.


Questo composto, descritto per la prima volta nella letteratura scientifica nel 1995 come legante specifico del recettore I2-IR, emerge per le sue proprietà negli studi preclinici di farmacocinetica, metabolismo e tossicità e presenta un'elevata affinità e selettività riguardo a questi recettori nel cervello umano.


La funzione dei recettori I2-IR in condizioni fisiologiche è tuttora sconosciuta. Tuttavia, i ricercatori sanno che questi sono alterati in alcune malattie neurodegenerative come il MA o il Parkinson. Inoltre, la bibliografia scientifica presenta studi con leganti di questi recettori come marcatori del progresso del MA.


"Oltre a combattere la formazione di placche di amiloide-beta o di grovigli neurofibrillari, l'azione sui meccanismi di neuroinfiammazione potrebbe essere una strategia terapeutica adeguata per fermare la progressione di una malattia così complessa come il MA", nota la prof.ssa Carmen Escolano della Facoltà di Farmacia e Scienze alimentari e dell'Istituto di Biomedicina dell'UB.

 

2. LSL60101 oppure donepezil: il futuro di una terapia combinata

Secondo la ricerca pubblicata sul British Journal Pharmacology, gli effetti dell'LSL60101 sugli animali da laboratorio si dimostrano benefici rispetto a quelli del donepezil, uno dei farmaci più commercializzati per i trattamenti di MA.


Nei topi modello di MA "il nuovo composto ha generato cambiamenti nei marcatori di stress ossidativo e nei produttori di neuroinfiammazione, una delle principali disfunzioni presenti nella maggior parte delle malattie neurodegenerative. In particolare, l'LSL60101 ha ridotto il numero di placche di amiloide-beta e i livelli di questa proteina alterata nel cervello degli animali trattati. In parallelo, ha ridotto la fosforilazione della proteina tau, un altro importante biomarcatore della progressione delle malattie", afferma la prof.ssa Mercè Pallàs della Facoltà di Farmacia e Scienze alimentari e dell'Istituto di Neuroscienze dell'UB.


I risultati potrebbero essere spiegati dai diversi meccanismi di azione dell'LSL60101 e del donepezil. Il donepezil aumenta i livelli di acetilcolina, un neurotrasmettitore collegato alla memoria e alle capacità cognitive, perché inibisce l'enzima responsabile del suo degrado (acetilcolinesterasi).


Al contrario, l'LSL60101 è descritto come un legante del recettore I2 imidazoline, che è aumentato nel cervello delle persone con demenza. Tutto punta al fatto che l'interazione di questo farmaco con il suo recettore è coinvolto nella generazione di molecole proinfiammatorie che aumenterebbero la neuroinfiammazione continua nella malattia. Pertanto, i leganti I2 contribuiscono a ridurre l'infiammazione e quindi, a rallentare la progressione della malattia.


Entrambi i composti erano efficienti nel recupero del danno cognitivo, ma uno degli obiettivi dello studio era capire se la combinazione potrebbe migliorare il successo del trattamento.


"I risultati mostrano che la terapia combinata LSL60101-donepezil è più efficiente in alcuni biomarcatori della malattia. Pertanto, è possibile che, con la combinazione della dose idonea, potremmo raggiungere un effetto additivo o addirittura sinergico"
, notano i ricercatori.


Nuove ricerche saranno decisive per concentrarsi sulla relazione tra recettori i2 imidazoline e MA, e altre malattie, e dare impulso alla progettazione di nuove strategie terapeutiche basate sull'uso di nuovi leganti I2-IR selettivi per modulare i recettori alterati nelle patologie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: University of Barcelona (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Sergio Rodriguez-Arévalo, Andrea Bagán, Christian Griñán-Ferré, Foteini Vasilopoulou, Mercè Pallàs, Iria Brocos-Mosquera, Luis F. Callado, M. Isabel Loza, Antón L. Martínez, José Brea, Belén Pérez, Elies Molins, Steven De Jonghe, Dirk Daelemans, Milica Radan, Teodora Djikic, Katarina Nikolic, Elena Hernández-Hernández, M. Julia García-Fuster, Jesús A. García-Sevilla, Carmen Escolano. Benzofuranyl-2-imidazoles as imidazoline I2 receptor ligands for Alzheimer's disease. European Journal of Medicinal Chemistry, 10 May 2021, DOI
  2. Foteini Vasilopoulou, Sergio Rodríguez-Arévalo, Andrea Bagán, Carmen Escolano, Christian Griñán-Ferré, Mercè Pallàs. Disease-modifying treatment with I2 imidazoline receptor ligand LSL60101 in an Alzheimer's disease mouse model: a comparative study with donepezil. British Journal of Clinical Pharmacology, 5 Apr 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)