Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come la marijuana danneggia la memoria

Un grave inconveniente nell'uso medico della marijuana è costituito dagli effetti negativi del farmaco sulla memoria di lavoro, la capacità di trattenere transitoriamente ed elaborare le informazioni per il ragionamento, la comprensione e l'apprendimento.

Ricercatori forniscono nel numero di stampa del 2 marzo di Cell, rivista della Cell Press, nuovi dettagli sulla fonte di quei vuoti di memoria.


La risposta arriva a sorpresa: l'ingrediente principale psicoattivo della marijuana (THC) danneggia la memoria indipendentemente dai suoi effetti diretti sui neuroni. Gli effetti collaterali derivano invece dall'azione del farmaco sul astroglia, il supporto passivo delle cellule, a lungo creduto di secondo piano rispetto ai neuroni attivi.


I risultati offrono nuovi e importanti dettagli del cervello ed aumentano la possibilità che i benefici della marijuana per il trattamento del dolore, convulsioni e altri disturbi possano un giorno essere raggiunti senza danneggiare la memoria, dicono i ricercatori. Con questi esperimenti sui topi, "abbiamo scoperto che il punto di partenza di questo fenomeno - l'effetto della marijuana sulla memoria di lavoro - sono le cellule astrogliali", ha detto Giovanni Marsicano dell'INSERM in Francia. "Questa è la prima prova diretta che gli astrociti modulano la memoria di lavoro", ha aggiunto Xia Zhang, dell'Università di Ottawa in Canada.


I nuovi risultati non sono i primi a suggerire che all'astroglia era stata data poca attenzione. Negli ultimi 100 / 150 anni, le cellule astrogliali (note anche come astrociti) sono state viste come cellule che sostengono, proteggono e nutriscono i neuroni, spiega Marsicano. Nell'ultimo decennio, si sono accumulate prove che queste cellule svolgono un ruolo più attivo nel creare i collegamenti da un neurone all'altro.


Marijuana. Un grave inconveniente dell'uso medico della
marijuana è negli effetti negativi del farmaco sulla
memoria di lavoro, la capacità di tenere transitoriamente
ed elaborare le informazioni per il ragionamento, la
comprensione e l'apprendimento. I ricercatori forniscono
ora nuovi dettagli della fonte di quei vuoti di memoria.
(Credit: © Katrina Cooper / Fotolia)

I ricercatori non hanno cercato di scoprire come la marijuana provoca i suoi effetti collaterali cognitivi. Piuttosto, volevano capire perché i recettori che rispondono sia al THC che ai segnali prodotti naturalmente nel cervello, si trovano sulle cellule astrogliali. Questi recettori cannabinoidi di tipo-1 (CB1R) sono molto abbondante nel cervello, principalmente su vari tipi di neuroni.


Zhang e Marsicano mostrano ora che i topi privi di CB1Rs solo sulle cellule astrogliali del cervello sono protetti dalle menomazioni alla memoria di lavoro spaziale che di solito seguono una dose di THC. Al contrario, gli animali privi di CB1Rs nei neuroni subiscono ancora le solite lacune. Dato che diversi tipi di cellule esprimono diverse varianti di CB1Rs, ci potrebbe essere un modo per attivare terapeuticamente i recettori sui neuroni, lasciando fuori le cellule astrogliali, ha detto Marsicano.


"Lo studio dimostra che uno degli effetti più comuni dell'intossicazione da cannabinoidi è dovuto all'attivazione di CB1Rs astrogliali," hanno scritto i ricercatori. I risultati suggeriscono inoltre che gli astrociti possono avere ruoli inaspettati in altre forme di memoria oltre alla memoria di lavoro spaziale, ha detto Zhang.


I ricercatori sperano di esplorare le attività degli endocannabinoidi endogeni, che attivano naturalmente i CB1Rs sulle cellule astroglia e altre. Il sistema degli endocannabinoidi è coinvolto nell'appetito, nel dolore, nell'umore, nella memoria e in molte altre funzioni. "Quasi ogni funzione fisiologica del corpo a cui si può pensare, è probabile che abbia endocannabinoidi coinvolti in qualche punto", ha detto Marsicano. E questo significa che, capire come agiscono queste molecole naturali di segnalazione sulle cellule astroglia e altre, potrebbe avere un impatto reale. Per esempio, dice Zhang, "possiamo trovare un modo per affrontare i problemi di memoria di lavoro nell'Alzheimer".

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della Cell Press, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimento: Jing Han, Philip Kesner, Mathilde Metna-Laurent, Tingting Duan, Lin Xu, Francois Georges, Muriel Koehl, Djoher Nora Abrous, Juan Mendizabal-Zubiaga, Pedro Grandes, Qingsong Liu, Guang Bai, Wei Wang, Lize Xiong, Wei Ren, Giovanni Marsicanosend email, Xia Zhang. Acute Cannabinoids Impair Working Memory through Astroglial CB1 Receptor Modulation of Hippocampal LTD. Cell, 2012 DOI: 10.1016/j.cell.2012.01.037.

Pubblicato in ScienceDaily il 1 marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.