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Confermata la validità dei test del sangue per la diagnosi di Alzheimer

Il Sanders-Brown Center on Aging dell'Università del Kentucky (UK) è attivo da quasi mezzo secolo, costruendosi in questo periodo una reputazione internazionale per la ricerca in una malattia che uccide più persone ogni anno rispetto al cancro al seno e alla prostata combinati: il morbo di Alzheimer (MA).


Esistono diversi componenti nella ricerca in corso al Sanders-Brown, uno di essi è esplorare i modi per rilevare presto il MA nella vita di una persona. Uno studio recente uscito dal laboratorio di Donna Wilcock PhD, docente di MA, mostra risultati promettenti per un esame del sangue che potrebbe essere usato per identificare i cambiamenti di MA nel cervello prima dell'apparizione di qualsiasi sintomo, rendendo possibili dei trattamenti preventivi prima della perdita di memoria.


Nel loro studio, pubblicato su Alzheimer's & Dementia, i ricercatori notano che il rilevamento della patologia associata al MA che causa la malattia e i Contributi Vascolari al Deterioramento Cognitivo e Demenza (VCID, Vascular Contributions to Cognitive Impairment and Dementia) è limitato alle valutazioni cognitive e alle neuroscansioni come la risonanza magnetica (MRI) e PET.


A causa dei recenti sviluppi tecnologici, sono ora disponibili biomarcatori di malattia nel sangue e il team del Sanders-Brown crede che potrebbero dare benefici nella diagnosi di MA e di altre demenze. Un biomarcatore (marcatore biologico) è un indicatore misurabile che cattura ciò che sta accadendo in una cellula o in un organismo in un dato momento.


Zachary Winder, laureando/dottorando di medicina della UK, ha guidato il lavoro all'interno del laboratorio della Wilcock, usando l'ampia banca di campioni della coorte di autopsie del Centro Alzheimer, composto da residenti del Kentucky che hanno accettato di donare il cervello al momento della morte.


Per questo studio, i ricercatori hanno identificato campioni di persone alle quali è stato prelevato e stoccato il sangue nei due anni precedenti la loro morte. Hanno poi testato campioni di sangue di 90 partecipanti per varie proteine, ​​con l'obiettivo di identificare i biomarcatori nel sangue che possono prevedere i cambiamenti nel cervello che avrebbero potuto contribuire alla demenza.


Essi ritengono che i loro risultati confermino la ​​continuazione dello studio sui biomarcatori del sangue come strumento di selezione clinica per MA e VCID. La Wilcock, che è direttrice associata del Sanders-Brown, ha detto:

"Questo studio fornisce prove che si potrebbe usare un esame del sangue per stimare la presenza di cambiamenti del MA e il danno dei vasi sanguigni nel cervello. Abbiamo identificato le proteine ​​nel sangue che indicano cambiamenti proteici e cerebrali noti per causare la demenza. La pTau181 più alta e l'amiloide-beta più bassa nel sangue indicano placche amiloidi di MA nel cervello.

"Anche i marcatori proteici ​​di infiammazione nel sangue erano associati a molte placche amiloidi nel cervello. Abbiamo anche esaminato le proteine ​​che potrebbero avere una relazione con i danni ai vasi sanguigni del cervello, scoprendo che le proteine ​​di infiammazione nel sangue erano legate al danno ai vasi sanguigni nel cervello".


La Wilcock, Winder e il resto del team di ricerca concordano che stabilire biomarcatori che consentono ai medici di diagnosticare e monitorare i pazienti è un passo cruciale verso l'identificazione di pazienti a rischio, ma non ancora sintomatici, che potrebbero essere più reattivi al potenziale terapeutico.


"I campioni di sangue si possono ottenere facilmente, anche alle visite di base primarie. Lo sviluppo di un esame del sangue eliminerebbe la necessità di scansioni PET specializzate e costose, o di prelievi spinali invasivi e disagevoli"
, ha detto la Wilcock.


Grazie alla coorte della UK, i ricercatori hanno trovato nelle autopsie che ci sono cause miste di demenza e che le proteine ​​nel sangue sono associate a cambiamenti del cervello. Ritengono che tali scoperte forniscano ulteriori prove che i biomarcatori del sangue hanno un forte potenziale per la diagnosi di MA e di altre cause di demenza.


Fino a pochi anni fa, l'unico modo per sapere se qualcuno aveva il MA o una demenza correlata era l'autopsia dopo la morte. I progressi nella ricerca sui biomarcatori, come questo studio recente del Sanders-Brown, stanno permettendo ai ricercatori di vedere i cambiamenti nel cervello mentre le persone sono in vita, monitorare la progressione della malattia e testare l'efficacia dei potenziali trattamenti.

 

 

 


Fonte: Hillary Smith in University of Kentucky (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zachary Winder, TL Sudduth, S Anderson, E Patel, J Neltner, BJ Martin, KE Snyder, EL Abner, GA Jicha, PT Nelson, Donna M. Wilcock. Examining the association between blood‐based biomarkers and human post mortem neuropathology in the University of Kentucky Alzheimer's Disease Research Center autopsy cohort. Alzheimer's & Dementia, 2022, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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