Questa storia inizia 3 anni fà. Un giorno sono salita da mamma (allora aveva 81 anni) e l'ho trovata con la tazza del the piena di acqua e caffè appoggiata sul fornello acceso; mi sono spaventata perchè la tazza poteva esplodere e farle male, ho chiesto a mamma cosa stai facendo e lei tranquillamente mi ha risposto: un caffè.
Dopo questo episodio mi sono rivolta al medico di famiglia e su suo consiglio l'abbiamo portata dalla neurologa; la dottoressa ha evidenziato problemi di spazio temporale, non sa più in che giorno siamo, anno, mese, fa fatica a riconoscere i famigliari. Continua a chiedere e dire sempre le stesse cose, durante la giornata è capace di fare la stessa domanda anche 20 volte.....
Sono stata consigliata di farle fare una tac, ma il mio medico, vista l'età, l'ha sconsigliata. Sono stata indirizzata all'ufficio invalidi civili, ma per ben tre volte è stata respinta la domanda... Nel frattempo mamma si è aggravata anche fisicamente; a maggio 2010 ha subito un intervento all'intestino durato 6 ore, la diagnosi di allora è stata occlusione intestinale da briglia, stenosi del sigma da tumor.
Nel mese di agosto sempre del 2010 ricovero urgente per insufficienza respiratoria acuta in cardiopatia ipertensiva scompensata. La diagnosi alla dimissione è infezione alle vie urinatie, diabete mellito e ultimo sindrome involutiva psico-organica senile. A febbraio 2011 altro ricovero: diagnosi subocclusione intestinale da coprostasi.
Da qui la decisione di prendere mamma in casa con me, per farla vivere serena, per lavarla e cambiarla, cosa che non faceva più da sola, puzzava sempre di pipì e popo, non lavava le mani, non si lavava più.
Tutti i giorni devo metterle la supposta di glicerina o farle il cristere per evitare altri blocchi intestinali; una volta al mese chiamo un medico geriatra di fiducia per farla visitare. Mamma non è più in grado di vivere da sola. Durante la giornata le sommistro i medicinali, in questo ordine:
ore 8 cerotto cuore
ore 8 capsula protezione stomaco
ore 8,10 diuretico
ore 8,20 pastiglia diabete
ore 8,30 alvonorm capsula poi colazione.
Dopo di che la lavo e fino alle 11,30 si mette seduta sul divano e guarda in giro. Cerco di spronarla a fare passare un giornale, a volte le faccio piegare i panni, ma è molto apatica.
Alle ore 11,30 le somministro una pastiglia cordarone, dopo pranzo verso l'una e mezza le dò la cardioaspirina. Al pomeriggio si sdraia sul divano e riposa, alle 15,30 le dò il diuretico e fino a sera basta medicine.
Non è cattiva, non cerca di andare fuori e impassiva secondo mè.
Dopo cena le devo dare le gocce delle gocce NEULEPTIL e in ultimo uno sciroppo perchè in questi giorni ha avuto un reflusso gastrico.
Adesso dopo questa mia giornata tipo, vi chiedo: secondo voi può vivere sola?
Può somministrarsi i medicinali da sola?
Secondo voi io posso andare a lavorare?
Lei con chi sta? chi la segue? chi l'accudisce?
Beh vi dico che secondo l'ufficio invalidi non ha problemi, non serve l'accompagnamento, che per l'ennesima volta è stato rifiutato.
Sto accanto a mamma perchè la amo, non ho più una vita mia, a volte ho paura di non riuscire a gestire questa malattia, ho paura di non essere in grado di starle accanto... Oggi poi sono veramente a terra; dimenticavo, io sono in cura depressiva presso il centro psichiatrico, una depressione causata dalla perdita del posto di lavoro e la perdita di parecchie mensilità, inoltre adesso come adesso non potrei proprio cercare un lavoro con mamma cosi.
Amo la mia mamma e per lei darei la mia vita, voglio vederla serena fino alla fine.....ciao anna maria giacalone