Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I biomarcatori che indicano la progressione della demenza

Ricercatori italiani segnalano che un modello di biomarcatori sulla progressione dell'Alzheimer è supportato da uno studio clinico su persone con decadimento cognitivo lieve (MCI).

Giovanni Frisoni (foto), MD, dell'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia in Italia e i colleghi, riferiscono online su Neurology che, in uno studio prospettico multicentrico, solo un paziente senza biomarcatori di neuropatologia di Alzheimer è progredito verso la demenza, mentre tutti i pazienti con l'insieme dei biomarcatori è progredito.


Dall'altra parte, il 26% dei 73 pazienti non corrispondevano al modello 2011, che propone che i biomarcatori di amiloidosi (ritenzione anomala del tracciante sulle scansioni PET dell'amiloide e bassa concentrazione di Aβ42 nel fluido cerebro-spinale) dovrebbero diventare anormali prima nel decorso della malattia, seguiti dai biomarcatori di disfunzione sinaptica (ipometabolismo corticale su studi FDG-PET), e, infine, dalla perdita di volume nell'ippocampo (atrofia cerebrale su MRI strutturale).


Per studiare la validità clinica di questo modello, Frisoni e colleghi hanno arruolato pazienti con MCI in tre centri; ne hanno misurato i biomarcatori adeguati, compresa la concentrazione di Aβ42 nel liquido cerebro-spinale, e li hanno seguiti nel tempo. Hanno scoperto che

  • 22 pazienti non avevano alcuno dei marcatori,
  • 11 avevano solo amiloide-beta anormale,
  • 11 avevano amiloide-beta anormale e marcatori di disfunzione sinaptica, 
  • 10 avevano tutti e tre i marcatori;
  • un quinto gruppo di 19 pazienti non corrispondeva al modello: quattro avevano sia amiloide-beta anormale che perdita di volume dell'ippocampo, ma non disfunzione sinaptica, mentre
  • i restanti 15 non avevano anormalità dell'amiloide-beta ma avevano uno o entrambi gli altri due marcatori.


Dei 73 pazienti, 44 avevano MCI stabile e non hanno avuto cambiamenti significativi nella conoscenza in un periodo medio di 31,8 mesi di follow-up. Gli altri 29 sono stati classificati come affetti dalla malattia progressiva e hanno visto una riduzione media di 4,6 punti nel mini-Mental State Examination in un periodo medio di 23,2 mesi di follow-up. Frisoni e colleghi riportano che nel gruppo senza biomarcatori, solo uno dei 22 pazienti è progredito nel corso dello studio, rispetto a tutti quelli che avevano tutti i biomarcatori. Il tasso di progressione è stato intermedio negli altri gruppi (tre degli 11 pazienti nel gruppo con un marcatore e sette su 11 del gruppo con due marcatori) e la tendenza è risultata statisticamente significativa (P <0,0001). Tra i 19 pazienti nel quinto gruppo, otto avevano MCI progressivo, scrivono gli autori.


Lo schema è "in linea" con l'attuale modello di Alzheimer, in quanto l'assenza di biomarcatori o la presenza ti tutti, è "associata allo sviluppo della demenza eccezionale o universale, rispettivamente", dicono. I casi insoliti del quinto gruppo potrebbero essere dovuti a una neurobiologia atipica o a soglie non accurate dell'anormalità dei biomarcatori, aggiungono Frisoni e colleghi.


Essi avvertono che lo studio è piccolo e di breve durata, per cui i risultati potrebbero essere diversi con analisi più grandi e più lunghe. In effetti, i risultati "rappresentano il primo capitolo di un lavoro più lungo", commenta David Knopman, MD, della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota, in un editoriale di accompagnamento. Knopman, che è anche vice direttore della rivista, ha sostenuto che i biomarcatori di Alzheimer "stanno per cambiare il modo in cui si vede la malattia". Ma "rimane ancora molto lavoro per determinare il loro uso ottimale e portarli nella pratica clinica di routine", ha concluso.


Lo studio ha avuto il sostegno del Consiglio Svedese della Ricerca, del Programma di Ricerca Strategica in Neuroscienze del Karolinska Institutet, del Swedish Brain Power, e dal Ministero della Salute italiano. La rivista riferisce che i ricercatori non hanno segnalato alcun conflitto di interesse finanziario rilevante.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Neurology

Riferimento: (1) Prestia A, et al. "Prediction of dementia in MCI patient based on core diagnostic markers for Alzheimer disease". Neurology 2013; 80: 1-9.
(2) Knopman DS. "Alzheimer disease biomarkers and insights into mild cognitive impairment". Neurology 2013; 80: 1-3.

Scritto da Michael Smith - Verificato da Robert Jasmer, MD, professore associato di Medicina dell'Università di California di San Francisco e Dorothy Caputo, MA, BSN, RN.

Pubblicato in MedPage Today il 12 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)