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Le cose più semplici possono essere i doni più grandi per chi ha l'Alzheimer

Le persone che vivono con l'Alzheimer possono passare giorni pieni di frustrazione, ansia, noia o tristezza. La vita per loro semplicemente non è più la stessa, i loro ricordi diventano confusi e si sentono insicuri di dove sono e di quello che sta succedendo intorno.


La persona può sentirsi sopraffatta e infelice. Ma a volte la cosa più semplice può far breccia nella confusione e raggiungere la persona, portando gioia e felicità. Alcuni anni fa l'ho visto di persona.


Il gruppo di Ragazze Scout di mia figlia aveva programmato una visita in una struttura locale di terapia della memoria. Le ragazze ed i capi scout hanno accuratamente discusso che oggetto artigianale avrebbero potuto fare insieme per gli ospiti del reparto terapia della memoria e che dolcetti gustosi avremmo potuto portare.


Tutti i lavoretti di carta e biscotti freschi di panpepato che abbiamo portato sono stati ben accolti. Ma non sono stati questi i successi più grandi della visita. Che cosa hanno gradito di più gli ospiti?


Primo, le ragazze si erano tutte vestite con abiti fantasiosi per le feste, per aiutare a impostare il tono della visita. Le persone che abbiamo visitato erano così innamorate dall'aspetto delle ragazze! Le donne volevano toccare il pizzo sugli abiti o tastare il velluto.


Posso immaginare che stavano pensando a se stesse quand'erano ragazze giovani, tutte agghindate per l'occasione. Gli uomini erano molto signorili, accarezzavano le mani delle ragazze o commentavano i loro bei vestiti. Il semplice gesto delle ragazze di avere abiti di fantasia delle feste ha riportato alla mente degli ospiti sentimenti e ricordi che sarebbero stati altrimenti dimenticati.


Secondo, dopo il nostro arrivo, abbiamo preso la decisione improvvisata di far cantare alle ragazze qualche canzone delle feste. E' saltato fuori che non era importante avere gli spartiti; le parole familiari di "Jingle Bells" erano tutto quello che serviva.


Gli ospiti lentamente hanno partecipato, uno a uno, mentre le parole di questa canzone familiare trovavano la strada fuori dal cervello confuso verso la bocca. L'entusiasmo era al massimo proprio quando la canzone stava per finire, quindi l'abbiamo cantata di nuovo, due volte!


Le voci si elevavano nel canto gioioso, giovani e anziani insieme, era un suono così meraviglioso. Per qualche istante, queste persone con demenza pensavano in modo chiaro e con uno scopo.


Infine, il più semplice dei gesti, probabilmente ha avuto il maggiore impatto: una stretta di mano. Quando abbiamo dato il nostro arrivederci agli ospiti del reparto di terapia della memoria, noi capi abbiamo chiesto alle ragazze di andare in giro e stringere la mano a ciascuno degli ospiti dicendo "Grazie".


Quando ogni ragazzina, tutta vestita, ha preso delicatamente la mano di un ospite, guardandolo negli occhi, si è stabilito un collegamento. Gli occhi e il viso della persona si sono illuminati di gioia. Immagino che la persona sentisse quanto era speciale che qualcuno le prendesse la mano, la guardasse negli occhi e la ringraziasse.


Alla fine, pur essendo molto belli gli oggetti artigianali e i dolcetti che abbiamo portato, i regali migliori di tutti sono state le cose più semplici che hanno portato alla mente ricordi, sorrisi e gioia pura.

 

 

 


Fonte: Monica Heltemes in Maria Shriver (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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