Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma che possono anche causarle

microglia and neuronsSappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per proteggerci. Ma molti di noi non si rendono conto che il cervello ha anche un sistema immunitario.


Le microglia, che sono le cellule del sistema immunitario del cervello, sono coinvolte in tutto: dallo sviluppo del cervello alla protezione dalle malattie come la meningite e l'Alzheimer. Ma con tutto il bene che queste cellule fanno per noi, nelle condizioni sbagliate possono anche farci del male.


Le microglia appartengono a un gruppo di cellule non neuronali chiamato glia, e in origine si pensava avessero solo un ruolo di supporto ai neuroni del cervello. Ora la ricerca dimostra che le microglia in realtà fanno molto di più che supportare i neuroni: li nutrono, li proteggono e talvolta anche li distruggono.


Queste cellule sono uniche perché vengono dallo stesso posto di altre cellule del sistema immunitario, ma hanno un'origine diversa dalle altre cellule cerebrali, che si sviluppano dalle cellule staminali neurali. Le microglia provengono dal sacco vitellino - una membrana embrionale extra, e viaggiano per il cervello all'inizio del suo sviluppo.


Una volta stabilitesi, le microglia eseguono numerose funzioni. Aiutano i neuroni a connettersi, puliscono il cervello dai rifiuti e dalle cellule morte o ferite, controllano di continuo che tutto sia in ordine, e difendono il cervello dalle minacce esterne (come ad esempio i microbi), e da quelle interne, come le proteine ​​mal ripiegate (quando una proteina assume una forma sbagliata, che può causare malattie). La loro capacità di cambiare la forma fisica e il comportamento in risposta al loro ambiente permette loro di avere questi ruoli diversi.


Le funzioni microgliali sono particolarmente cruciali durante lo sviluppo del cervello, quando aiutano i giovani neuroni a crescere, e a garantire che siano realizzati i giusti collegamenti tra i neuroni. Attraverso una procedura chiamata 'potatura', le microglia mangiano le connessioni tra i neuroni, mantenendo quelle forti ed eliminando le più deboli o inutili. Questo continua in parte durante l'età adulta. Ad esempio, le microglia rimuovono ricordi non importanti, mangiando o alterando le sinapsi coinvolte nella loro manutenzione.


Una potatura difettosa durante lo sviluppo del cervello è stata collegata a disturbi come la schizofrenia e l'autismo. Ma una potatura incontrollabile delle microglia nell'età adulta è stata implicata nello sviluppo di malattie come il morbo di Alzheimer.


Le microglia hanno recettori specifici sulla loro superficie che riconoscono i segnali di soccorso di altre cellule. Questi segnali attraggono le microglia al sito del problema. Quando l'equilibrio del cervello è disturbato (di solito come conseguenza di infiammazione), i neuroni viventi possono diventare stressati e producono questi segnali. Ciò può implicare che siano mangiati vivi dalle microglia. Mentre i neuroni vengono uccisi, anche i collegamenti che hanno con altri neuroni vengono eliminati, causando gravi problemi di connettività e di funzione nel cervello.


L'infiammazione nel cervello può essere causata da stress, da patogeni e dalle condizioni autoimmuni, ed è anche collegata all'infiammazione in altre parti del corpo. L'infiammazione nel cervello è comune nelle malattie neurodegenerative, così come nei disturbi di salute mentale, come nella depressione.


L'infiammazione induce le microglia a cambiare ruolo, e si trasformano nella loro forma aggressiva per difendere il cervello. Di solito, quando si interrompono i segnali di stress e si ricevono segnali antinfiammatori, le microglia ritornano alla riparazione di prima, quindi proteggono il cervello.


Ma ci sono casi, come ad esempio nello stress cronico, nell'invecchiamento e nelle malattie neurodegenerative, in cui le microglia possono diventare più aggressive e meno facili da regolare, rendendole più pericolose per il cervello. In questi casi, le microglia possono aumentare di numero, uccidere inutilmente le cellule vicine, e possono contribuire a rendere il cervello ancora più infiammato, secernendo molecole infiammatorie. Inoltre non tornano facilmente al loro ruolo protettivo.

 

Prenditi cura del tuo cervello

Ma ci sono molte cose che possiamo fare per mantenere felici le nostre microglia, e sano il nostro cervello, come ad esempio:


Anche se sappiamo alcune cose sulle microglia, non sappiamo tutto. Conosciamo qualche dettaglio su come si formano, che sono coinvolte in molte malattie, e che potrebbero in sostanza controllare il cervello. Ma sappiamo anche che non possiamo controllarle. La ricerca futura potrebbe concentrarsi su come possiamo impedire alle microglia di causare malattie, e come evitare che queste cellule si mettano contro il cervello.

 

 

 


Fonte: Eleftheria Kodosaki, Academic associate, Cardiff Metropolitan University

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)