Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perdita di muscolo può aumentare il rischio di demenza

man measuring his bicep with tapeImage by Freepik

La perdita dei muscoli scheletrici è un fattore di rischio per lo sviluppo della demenza, secondo uno studio presentato il 3 dicembre scorso all'incontro annuale della Radiological Society of North America (RSNA). I muscoli scheletrici costituiscono circa un terzo della massa corporea totale di una persona. Sono collegati alle ossa e consentono una vasta gamma di movimenti. Man mano che le persone invecchiano, iniziano a perdere la massa muscolare scheletrica.


Poiché la perdita di muscoli scheletrici legata all'età si osserva spesso negli anziani con demenza da morbo di Alzheimer (MA), questo studio mirava a esaminare se la perdita di [[muscolo temporale] (una misura della perdita di muscolo scheletrico) è associata ad un aumento del rischio di demenza da MA. Il muscolo temporale si trova nella testa e viene usato per spostare la mascella inferiore. Studi hanno dimostrato che lo spessore e l'area muscolare temporale possono essere un indicatore della perdita muscolare in tutto il corpo.


"La misurazione della dimensione del muscolo temporale, come potenziale indicatore dello stato generalizzato del muscolo scheletrico, offre un'opportunità di quantificare il muscolo scheletrico senza costi o oneri aggiuntivi negli anziani che hanno già una risonanza magnetica cerebrale per qualsiasi condizione neurologica, come una lieve demenza", ha affermato il primo autore dello studio, Kamyar Moradi MD, postdottorato del Dipartimento di Radiologia e Scienze Radiologiche della Johns Hopkins University di Baltimora. "Questo è il primo studio longitudinale a dimostrare che la perdita di muscoli scheletrici può contribuire allo sviluppo della demenza".


Per questo studio di ricerca multidisciplinare, una collaborazione tra i dipartimenti di radiologia e neurologia di istituzioni mediche della Johns Hopkins, il dott. Moradi e i colleghi hanno usato gli esami al basale di risonanza magnetica cerebrale della coorte Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative per quantificare la perdita di muscoli scheletrici in 621 partecipanti senza demenza (età media 77 anni).


I ricercatori hanno segmentato manualmente il muscolo temporale bilaterale su immagini di risonanza magnetica e hanno calcolato la somma della sezione trasversale (CSA, cross-sectional area) di questi muscoli. I partecipanti, seguiti in media per 5,8 anni, sono stati classificati in due gruppi distinti: CSA grande (131 partecipanti) e CSA piccola (488 partecipanti). I risultati hanno incluso l'incidenza successiva della demenza da MA, il cambiamento nei punteggi cognitivi e funzionali e le variazioni del volume del cervello tra i gruppi.


Sulla base della loro analisi, un CSA temporale più piccolo era associato a un rischio di incidenza più elevato di demenza, come pure a una maggiore riduzione del punteggio composito di memoria, del punteggio del questionario sull'attività funzionale e dei volumi strutturali del cervello durante il periodo di analisi.


"Abbiamo scoperto che gli anziani con muscoli scheletrici più piccoli hanno circa il 60% in più di probabilità di sviluppare la demenza, quando i dati sono aggiustati per altri fattori di rischio noti", ha affermato Marilyn Albert PhD, coautrice dello studio e prof.ssa di neurologia.


Secondo Shadpour Demehri MD, coautore e professore di radiologia, lo studio dimostra che questo cambiamento muscolare può essere opportunamente analizzato attraverso qualsiasi risonanza magnetica cerebrale convenzionale, anche se condotta per altri scopi, senza incorrere in costi o oneri aggiuntivi.


La dott.ssa Albert ha sottolineato che la rilevazione precoce attraverso la risonanza magnetica cerebrale già disponibile potrebbe consentire ad interventi tempestivi di affrontare la perdita di muscoli scheletrici, come l'attività fisica, l'allenamento di resistenza e il supporto nutrizionale.


"Questi interventi possono aiutare a prevenire o rallentare la perdita muscolare e successivamente a ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza", ha confermato il dott. Demehri.

 

 

 


Fonte: Radiological Society of North America (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Annual meeting of the Radiological Society of North America

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)