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Videogiochi: benefici, ma anche gravi rischi, fino all'Alzheimer

Un nuovo studio dimostra che, anche se i giocatori di videogiochi (VGP) sono più efficienti nell'attenzione visiva, essi sono anche molto più propensi a usare le strategie di navigazione che si basano sul sistema di ricompensa del cervello (il nucleo caudato) e non sul sistema di memoria spaziale del cervello (ippocampo).


Ricerche precedenti avevano dimostrato che le persone che fanno uso di strategie di navigazione dipendenti dal nucleo caudato hanno meno sostanza grigia e una minore attività cerebrale funzionale nell'ippocampo.


L'attuale ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B dai team del dottor Gregory West (Assistente Professore all'Université de Montréal) e del Dr. Véronique Bohbot (ricercatrice del Douglas Institute e professore associato della McGill University e dell'Istituto di ricerca Douglas del CIUSSS de l'Ouest-de-l'Île de Montréal).


I giocatori di videogame attualmente passano nell'insieme 3 miliardi di ore alla settimana davanti allo schermo. In effetti, si stima che il giovane medio avrà passato circa 10 mila ore di gioco al compimento dei 21 anni. Si stanno solo iniziando a capire gli effetti sul cervello del gioco intensivo ai videogiochi.

 

Perché è importante

Lo studio è stato condotto su un gruppo di giocatori adulti che passa almeno 6 ore alla settimana su questa attività. Il primo autore dottor Gregory West dice:

"Per più di un decennio, la ricerca ha dimostrato che i giocatori di video game di azione mostrano migliori abilità di attenzione visiva, e il nostro studio ha confermato ancora una volta questo concetto".

"Tuttavia, abbiamo anche scoperto che i giocatori si affidano al nucleo caudato in misura maggiore rispetto ai non-giocatori. Precedenti ricerche hanno dimostrato che le persone che si affidano a strategie dipendenti dal nucleo caudato hanno una quantità più bassa di materia grigia e minore attività funzionale del cervello nell'ippocampo".

"Questo significa che le persone che trascorrono molto tempo a giocare con i videogiochi potrebbero avere una integrità ridotta dell'ippocampo, che è associata ad un maggiore rischio di malattie neurologiche come l'Alzheimer".

"Poiché la ricerca precedente ha dimostrato che i videogiochi hanno effetti positivi sull'attenzione, è importante che la ricerca futura confermi che il gioco non ha un effetto negativo sull'ippocampo".

"Sono necessarie altre ricerche con il neuroimaging per qualificare ulteriormente i nostri risultati attuali, e questi studi dovrebbero studiare gli effetti diretti di specifici videogiochi sull'integrità del sistema di ricompensa e sull'ippocampo".

 

 

 

 

 


Fonte: Douglas Mental Health University Institute via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Greg L. West, Brandi Lee Drisdelle, Kyoko Konishi, Jonathan Jackson, Pierre Jolicoeur, Veronique D. Bohbot. Habitual action video game playing is associated with caudate nucleus-dependent navigational strategies. Proceedings of the Royal Society B, May 2015 DOI: 10.1098/rspb.2014.2952

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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