Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La formazione musicale ha un impatto biologico sul processo di invecchiamento

I ritardi nei tempi neurali [tempi di reazione alle sollecitazioni sensoriali] legati all'età non sono inevitabili e possono essere annullati o compensati con la formazione musicale, secondo un nuovo studio condotto alla Northwestern University.

Questo studio è il primo a fornire prove biologiche che l'esperienza musicale di tutta la vita ha un impatto sul processo di invecchiamento.


Misurando le risposte automatiche del cervello ai suoni vocali di musicisti giovani e meno giovani e di non-musicisti, i ricercatori dell'Auditory Neuroscience Laboratory hanno scoperto che i musicisti più anziani avevano un netto vantaggio nei tempi neurali. "I musicisti più anziani non solo hanno sovrastato nei risultati i loro coetanei non-musicisti, ma hanno codificato gli stimoli sonori più rapidamente e accuratamente dei giovani non musicisti", ha detto Nina Kraus, neuroscienziato della Northwestern. "Questo rafforza l'idea che il modo in cui sperimentiamo attivamente il suono nel corso della vita ha un profondo effetto sul funzionamento del sistema nervoso". La Kraus, professore di scienze della comunicazione alla Scuola di Comunicazione e professore di neurobiologia e fisiologia al Collegio Weinberg delle Arti e delle Scienze, è co-autrice di "Musical experience offsets age-related delays in neural timing", pubblicato online sulla rivista Neurobiology of Aging.


"Queste sono scoperte molto interessanti e importanti"
, ha detto Don Caspary, ricercatore sulle perdite di udito legate all'età, conosciuto in tutto il paese, della School of Medicine della Southern Illinois University. "Danno forza all'idea che il cervello può essere allenato a superare, in parte, alcune perdita di udito legate all'età". "I nuovi dati della Northwestern, con i recenti dati animali di Michael Merzenich e dei suoi colleghi della University of California di San Francisco, suggeriscono con forza che l'allenamento intensivo anche in tarda età potrebbe migliorare l'elaborazione della voce negli anziani e, di conseguenza, migliorare la loro capacità di comunicare in ambienti complessi e rumorosi", ha aggiunto Caspary.


Precedenti studi dell'Auditory Neuroscience Laboratory della Kraus suggeriscono che la formazione musicale compensa anche le perdite di memoria e le difficoltà di udire le voci nel rumore - due denunce comuni degli anziani. Nel laboratorio sono stati ampiamente studiati gli effetti dell'esperienza musicale sulla plasticità del cervello nell'intera vita per la popolazione normale e quella clinica, e in contesti educativi. Tuttavia, Kraus avverte che i risultati dello studio corrente non sono stati diffusi e non dimostrano che i musicisti hanno un vantaggio neurale di temporizzazione in ogni risposta neurale al suono. "Piuttosto questo studio ha dimostrato che l'esperienza musicale influisce selettivamente sulla sincronizzazione di elementi sonori che sono importanti per distinguere una consonante da un'altra".


Le risposte neurali automatiche ai suoni verbali inviati a 87 adulti con udito normale, di madre lingua inglese, sono stati misurati mentre guardavano un video sottotitolato. I partecipanti "musicisti" hanno iniziato la formazione musicale prima di 9 anni e si sono impegnati costantemente in attività musicali nel corso della vita, mentre i "non-musicisti" avevano al massimo tre anni di formazione musicale.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Fonte: Materiale della Northwestern University. Articolo originale scritto da Wendy Leopoldo.

Riferimento: Alexandra Parbery-Clark, Samira Anderson, Emily Hittner, Nina Kraus. Musical experience offsets age-related delays in neural timing. Neurobiology of Aging, 2012; DOI: 10.1016/j.neurobiolaging.2011.12.015.

Pubblicato in ScienceDaily il 30 gennaio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.