Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Proteggere la barriera emato-encefalica è nuovo potenziale trattamento per l'Alzheimer

Ricercatori della Case Western Reserve University hanno sviluppato un farmaco che protegge il 'guardiano del cervello'.

Blood Brain Barrier Barriera emato-cerebrale, di Ben Brahim Mohammed via Wikimedia Commons

Oltre 55 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza causata dal morbo di Alzheimer (MA) e da altre condizioni che distruggono le cellule nel cervello e nel sistema nervoso. Sebbene non vi siano cure per controllare o gestire queste condizioni neurodegenerative, investigatori della Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio/USA), dei suoi ospedali e del Louis Stokes Cleveland VA Medical Center hanno identificato un farmaco nuovo e promettente per curare il MA.


Il farmaco - e il loro approccio di identificare un nuovo obiettivo nel cervello - ha mostrato risultati promettenti nei topi modello di MA, in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Il coautore senior Andrew Pieper, psichiatra e neuroscienziato della Case Western Reserve, ha affermato:

"I nostri risultati suggeriscono un nuovo modo efficace per prevenire in modo sicuro la neurodegenerazione e la compromissione cognitiva nel MA, proteggendo direttamente la barriera emato-encefalica. In questi topi modello trattati con il farmaco, la BBB è rimasta completamente integra, il cervello non ha subito neurodegenerazione e, soprattutto, la cognizione e la capacità della memoria si sono completamente conservate".


Allo studio ha collaborato Sanford Markowitz, professore di genetica del cancro, professore distinto del Case Comprehensive Cancer Center e del dipartimento di medicina emato-oncologica della Case Western Reserve e dei suoi ospedali.

 

Nuovo obiettivo

Storicamente, la maggior parte delle ricerche sulla malattia neurodegenerativa si è concentrata sui neuroni nel cervello. In questo studio, i ricercatori hanno invece identificato un nuovo bersaglio: la barriera emato-encefalica (BBB, blood-brain barrier), una rete di cellule che forma uno strato protettivo tra il cervello e il sangue.


La BBB funge da 'guardiano del cervello' consentendo a molecole chiave di entrare e uscire dal cervello, ma blocca le sostanze pericolose dal sangue, come batteri e virus. In particolare, ha affermato il ricercatore, il deterioramento della BBB è un indicatore precoce di molte forme di malattia neurodegenerativa, come il MA e la lesione cerebrale traumatica (TBI).


Più nello specifico, i ricercatori hanno puntato un enzima del sistema immunitario, 15-PGDH (15-idrossiprostaglandina deidrogenasi), che hanno scoperto essere molto arricchito nella BBB. Hanno scoperto che questo enzima è ancora più elevato nel MA, nelle lesioni cerebrali traumatiche e nell'invecchiamento, sia nei topi che nell'uomo, e che questo cambiamento danneggia la BBB.

 

Nuovo farmaco

Concentrati sul 15-PGDH nella BBB, per bloccare l'enzima i ricercatori hanno usato un farmaco (SW033291) sviluppato alla Case Western Reserve e nei suoi ospedali. Questo farmaco blocca-enzima è stato originariamente sviluppato nel laboratorio di Markowitz per uno scopo completamente diverso: Markowitz e Stan Gerson, decano della Facoltà di Medicina della Case, hanno dimostrato che attiva le cellule staminali per riparare il danno ai tessuti nei topi modello di colite e di trapianti di midollo osseo.


"Trovare insieme che il blocco del 15-PGDH blocca anche l'infiammazione cerebrale, e protegge la BBB, è stata una nuova entusiasmante scoperta", ha detto Markowitz. "In particolare, il farmaco SW033291 non ha cambiato quanta amiloide, una proteina appiccicosa che si accumula nel MA, c'era nel cervello. Questo è importante perché i farmaci per MA approvati di recente si concentrano solo sulla rimozione di amiloide e, sfortunatamente, non funzionano molto bene e hanno effetti collaterali rischiosi. Inibire il 15-PGDH offre così un approccio completamente nuovo per il trattamento del MA”.


I ricercatori hanno anche scoperto che inibire il 15-PGDH con SW033291 ha protetto i topi dalla neurodegenerazione e dalla compromissione cognitiva dopo TBI, come una commozione cerebrale, anche quando il farmaco è stato somministrato un giorno intero dopo la lesione. Sulla base di questi risultati, gli scienziati sperano che il farmaco possa aiutare a curare il MA, le lesioni cerebrali e forse altre malattie cerebrali.

 

 

 


Fonte: Case Western Reserve University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Koh, [+47], AA Pieper. Inhibiting 15-PGDH blocks blood–brain barrier deterioration and protects mice from Alzheimer’s disease and traumatic brain injury. PNAS, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)