Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

amyloid fibril before and after irradiationFibrilla amiloide prima (sinistra) e dopo l'irradiazione con laser a infrarossi.

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristica comune di molte malattie neurodegenerative, compreso il morbo di Alzheimer (MA). Ora degli scienziati, attraverso esperimenti e simulazioni, rivelano che la risonanza con un laser a infrarossi, quando è sintonizzato su una frequenza specifica, provoca la disintegrazione completa delle fibrille amiloidi.


La loro scoperta apre le porte a possibilità terapeutiche per le malattie neurodegenerative collegate alla placca amiloide, che si sono finora rivelate incurabili.


Una caratteristica notevole di diverse malattie neurodegenerative, come il MA e il Parkinson, è la formazione di placche nocive che contengono aggregati di proteine ​​amiloidi, chiamate fibrille. Purtroppo, anche dopo decenni di ricerca, liberarsi di queste placche è rimasta una sfida erculea. Perciò le opzioni di trattamento disponibili per i pazienti con questi disturbi sono limitate e non molto efficaci.


Negli ultimi anni, invece di seguire la via chimica con farmaci, alcuni scienziati si sono rivolti ad approcci alternativi, come gli ultrasuoni, per distruggere le fibrille amiloidi e arrestare la progressione del MA.


Ora, un gruppo di ricerca guidato dal dott. Takayasu Kawasaki (IR-FEL Research Center, Tokyo University of Science, Giappone) e dal dott. H. Nguyen Phuong (Centre National de la Recherche Scientifique, Francia), e che comprendeva altri ricercatori dell'Aichi Synchrotron Radiation Center e del Synchrotron Radiation Research Center dell'Università di Nagoya, in Giappone, ha usato nuovi metodi dimostrando che l'irraggiamento a laser infrarosso può distruggere le fibrille amiloidi.


Nel loro studio, pubblicato nel Journal of Physical Chemistry B, gli scienziati presentano i risultati di esperimenti laser e di simulazioni di dinamica molecolare. Questo duplice attacco al problema era necessario a causa dei limiti intrinseci di ogni approccio, come spiega il dott. Kawasaki:

"Anche se gli esperimenti laser, accoppiati con vari metodi di microscopia, possono fornire informazioni sulla morfologia e l'evoluzione strutturale delle fibrille amiloidi dopo l'irradiazione laser, questi esperimenti hanno risoluzioni spaziali e temporali limitate, impedendo così una piena comprensione dei meccanismi molecolari alla base.

"Dall'altra parte, se queste informazioni possono essere ottenute da simulazioni molecolari, l'intensità del laser e il tempo di irradiazione usati nelle simulazioni sono molto diversi da quelli usati in esperimenti reali. È quindi importante determinare se il processo di dissociazione delle fibrille indotta da laser, ottenuto attraverso esperimenti e simulazioni, è simile".


Gli scienziati hanno usato una porzione di una proteina di lievito, nota per formare fibrille amiloidi da sola. Nei loro esperimenti, hanno sintonizzato la frequenza di un fascio laser a infrarossi a quella della 'banda I ammide' della fibrilla, creando una risonanza. Le scansioni a microscopia elettronica hanno confermato che le fibrille amiloidi si sono disassemblate a seguito dell'irraggiamento laser alla frequenza di risonanza, e una combinazione di tecniche spettroscopiche ha rivelato dettagli sulla struttura finale dopo la dissociazione delle fibrille.


Per le simulazioni, i ricercatori hanno impiegato una tecnica che alcuni membri della squadra attuale avevano sviluppato in precedenza, chiamata 'simulazioni di dinamica molecolare di non equilibrio (NEMD, nonequilibrium molecular dynamics).


I risultati del team hanno confermato quelli dell'esperimento e hanno inoltre chiarito l'intero processo di dissociazione dell'amiloide fino a dettagli molto specifici. Attraverso le simulazioni, gli scienziati hanno osservato che il processo inizia al centro della fibrilla, dove le risonanza rompe i legami intermolecolari di idrogeno, e quindi separa le proteine ​​dell'aggregato. La rottura di tale struttura si diffonde verso l'esterno, alle estremità della fibrilla.


Insieme, l'esperimento e la simulazione rendono un buon esempio di un possibile trattamento innovativo per le malattie neurodegenerative. Il dott. Kawasaki osserva:

"In considerazione dell'incapacità dei farmaci esistenti di rallentare o invertire il deterioramento cognitivo nel MA, è molto desiderabile lo sviluppo di approcci non-farmaceutici. La possibilità di usare i laser infrarossi per dissociare le fibrille amiloidi costituisce un approccio promettente".


L'obiettivo a lungo termine del team è stabilire un quadro che combina esperimenti laser con simulazioni NEMD per studiare il processo di dissociazione della fibrilla ancora più in dettaglio, e nuovi lavori sono già in corso. Si spera che tutti questi sforzi accendano un faro di speranza per coloro che si occupano di MA o di altre malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: Tokyo University of Science (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Takayasu Kawasaki, Viet Hoang Man, Yasunobu Sugimoto, Nobuyuki Sugiyama, Hiroko Yamamoto, Koichi Tsukiyama, Junmei Wang, Philippe Derreumaux, Phuong Nguyen. Infrared Laser-Induced Amyloid Fibril Dissociation: A Joint Experimental/Theoretical Study on the GNNQQNY Peptide. The Journal of Physical Chemistry B, 19 June 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.