Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificate cellule cerebrali malfunzionanti come potenziale obiettivo contro l'Alzheimer

Per la prima volta, degli scienziati hanno identificato una popolazione rara di cellule senescenti potenzialmente tossiche nel cervello umano che possono diventare bersaglio per un nuovo trattamento del morbo di Alzheimer (MA).

Orr Cells300
Lo studio, pubblicato su Nature Aging, è stato guidato da Miranda Orr PhD, assistente prof.ssa di gerontologia e medicina geriatrica alla Wake Forest e ricercatrice di medicina al W.G. Hefner VA Medical Center, e da Habil Zare PhD, assistente professore di sistemi cellulari e anatomia all'Università del Texas di San Antonio.


Le cellule senescenti sono cellule vecchie e malate che non riescono più ad auto-ripararsi correttamente e non muoiono quando dovrebbero. Invece funzionano anormalmente e rilasciano sostanze che uccidono le cellule sane circostanti e causano infiammazione. Nel tempo, continuano ad accumularsi nei tessuti di tutto il corpo, contribuendo al processo di invecchiamento, al declino neurocognitivo e al cancro.


La ricerca condotta dalla Orr nel 2018 aveva rilevato cellule senescenti accumulate nei topi modello di MA, dove contribuivano alla perdita di cellule cerebrali, all'infiammazione e al deterioramento della memoria. Quando i ricercatori hanno usato una terapia per eliminare quelle cellule, hanno interrotto la progressione della malattia e la morte cellulare.


"Tuttavia, fino ad ora, non sapevamo in che misura le cellule senescenti si accumulano nel cervello umano e a cosa, in realtà, assomigliano"
, ha detto la Orr. "Era un po' come cercare il proverbiale ago nel pagliaio, tranne che non eravamo sicuri di come fosse l'ago".


Con sofisticate analisi statistiche, il team di ricerca è riuscito a valutare grandi quantità di dati. In totale, hanno profilato decine di migliaia di cellule del cervello postmortem di persone che in vita avevano il MA. Il piano dei ricercatori era prima determinare se c'erano cellule senescenti, e poi quante erano e quali tipi di cellule erano.


Ci sono riusciti. Il team ha scoperto che circa il 2% delle cellule cerebrali era senescente e ha identificato anche il tipo di cellula e le sue caratteristiche. I risultati dello studio indicano che le cellule senescenti erano neuroni, che sono le unità fondamentali nel cervello, che elaborano le informazioni e sono i cavalli da tiro della memoria. Sono anche le cellule primarie che si perdono nel MA.


Successivamente, la squadra della Orr ha cercato di determinare se i neuroni senescenti avevano grovigli, accumuli anomali della proteina tau, che nel MA si raccolgono dentro i neuroni. Questi grovigli sono strettamente correlati con la gravità della malattia, il che significa che più grovigli hanno gli individui nel cervello, peggiore è il loro ricordo, ha detto la Orr.


I ricercatori hanno scoperto che i neuroni senescenti non solo avevano grovigli, ma che si sovrapponevano al punto che era difficile distinguerli. Infine, il team ha convalidato i risultati esaminando una coorte diversa di campioni di tessuto cerebrale postmortem di persone con MA.


"Ora che abbiamo identificato queste cellule nel cervello, abbiamo aperto la porta a molte possibilità, che comprendono delle opzioni di trattamento per le persone con MA"
, ha concluso la Orr.

 

 

 


Fonte: Wake Forest Baptist Medical Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Shiva Kazempour Dehkordi, Jamie Walker, Eric Sah, Emma Bennett, Farzaneh Atrian, Bess Frost, Benjamin Woost, Rachel Bennett, Timothy Orr, Yingyue Zhou, Prabhakar Andhey, Marco Colonna, Peter Sudmant, Peng Xu, Minghui Wang, Bin Zhang, Habil Zare, Miranda Orr. Profiling senescent cells in human brains reveals neurons with CDKN2D/p19 and tau neuropathology. Nature Aging, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.