Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il COVID-19 provoca carenza di ossigeno al cervello

Gli effetti di COVID-19 sul cervello sono sia innegabili che sconcertanti. Più ne sappiamo, più ampie appaiono le implicazioni.


A metà maggio, ho pubblicato un post per esplorare la prima ricerca pubblicata (ref. 1), che mostrava un collegamento tra COVID-19 e sintomi neurologici. Quei sintomi andavano da vertigini e mal di testa a coscienza alterata, difficoltà a parlare e convulsioni. Da allora, altre ricerche hanno collegato il coronavirus ai problemi neurologici.


Ai primi di giugno, un gruppo di ricerca in Francia, ha riferito (ref. 2) che 49 pazienti su 58 (84%) con età media di 63 anni, in terapia intensiva per l'infezione SARS-CoV-2, hanno mostrato ampi sintomi neurologici che comprendevano un aumento di agitazione e confusione, movimento mal organizzato in risposta ai comandi, e segni del tratto cortico-spinale che includevano aumento di riflessi (si pensi alla reazione istintiva non controllata), e di riflesso flessorio, in particolare ai piedi dei pazienti.


Alla fine del mese scorso, sono stati rilasciati i risultati di uno studio (ref. 3) di sorveglianza in tutto il Regno Unito e, anche se i sintomi avevano raggiunto il picco, l'ictus era la complicanza neurologica più comune, riferito in 77 dei 125 pazienti studiati.


Ora, un team di ricercatori (ref. 4) di Boston ha esaminato il cervello di pazienti deceduti con COVID-19 per cercare di individuare quali regioni sono più colpite dal virus. Hanno eseguito le autopsie sul cervello di 18 pazienti in totale (età mediana 62 anni), morti entro 32 giorni dalla comparsa dei sintomi e ne hanno studiato 10 aree cerebrali normali.


Mentre erano in ospedale, tre dei 18 pazienti avevano mostrato dolore muscolare, due avevano riportato mal di testa, e uno aveva riferito un calo del gusto. Molti dei pazienti avevano anche altre condizioni coesistenti, come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, iperlipidemia, malattia renale cronica, precedente ictus e demenza.


Una delle scoperte più sorprendenti del team era la ferita relativa alla deprivazione di ossigeno in tutto il cervello di ogni autopsia. Hanno osservato la morte neuronale nell'ippocampo (una regione del cervello coinvolta nell'apprendimento e nella memoria), nella corteccia cerebrale (strato esterno del cervello, essenziale per l'integrazione neurale che permette i processi complessi come il linguaggio) e lo strato di cellule cerebellare di Purkinje (importante per la regolazione del movimento motorio) in ciascuno dei pazienti, indipendentemente dalle condizioni coesistenti.


Questi risultati implicano che tenere rifornito di ossigeno il cervello dei pazienti COVID-19, mentre combattono il virus, potrebbe essere importante per prevenire i danni cerebrali; una cosa semplice come dare ossigeno al paziente, prima nel corso del trattamento, potrebbe cambiare la situazione (sono necessarie ulteriori ricerche).


Le scoperte fanno sorgere altre domande anche sul cervello di coloro che hanno sconfitto il COVID-19. Anche loro hanno sperimentato un certo grado di danno cerebrale legato alla privazione di ossigeno, e, in caso affermativo, come potrebbe manifestarsi a breve e a lungo termine? Rispondere a queste domande, ci fa sperare di arrivare a trattamenti per le centinaia di migliaia di sopravvissuti al COVID-19.


L'aspetto un po' più edificante è che il team ha trovato poco o nessun SARS-CoV-2 in ogni regione del cervello sottoposta ad autopsia. Cosa potrebbe significare? Secondo il ricercatore Isaac H. Solomon MD/PhD, il fatto che il SARS-CoV-2 non sembri concentrarsi nel cervello significa che potrebbe essere più facile da trattare. Parte di ciò che rende più difficili da trattare altri virus, come l'HIV e il West Nile, è che si diffondono in tutto il cervello.


Abbiamo ancora molto da imparare. Nel frattempo, proteggiamo noi stessi e coloro che ci circondano, seguendo le linee guida (mascherina, distanziamento, lavaggio mani, non mettersi le mani in bocca, ecc.)

 

 

 


Fonte: Samantha Jones PhD in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  1. Ling Mao et.al. Neurologic Manifestations of Hospitalized Patients With Coronavirus Disease 2019 in Wuhan, China. JAMA Neurol., 10 Apr 2020, DOI
  2. Julie Helms et al. Neurologic Features in Severe SARS-CoV-2 Infection. New Engl.J.Medic., 4 Jun 2020, DOI
  3. Aravinthan Varatharaj et al. Neurological and neuropsychiatric complications of COVID-19 in 153 patients: a UK-wide surveillance study. The Lancet Psychiatry, 25 June 2020, DOI
  4. Isaac Solomon et al. Neuropathological Features of Covid-19. New Engl.J.Medicine, 12 June 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)