Vista laterale e mediana della rete di modalità predefinita dell'emisfero sinistro. Le regioni mediane della rete sono collegate attraverso il cingolo, mentre la corteccia parietale inferiore è collegata al precuneo e alla corteccia cingolata posteriore attraverso un breve tratto intraparietale. (Fonte: Stefano Sandrone, Marco Catani/DOI)
Di solito non pensiamo molto alla mancanza di pensiero. Sempre più, tuttavia, la ricerca ci sta mostrando che è uno stato sorprendentemente pieno di eventi, e come la sua presenza, o la sua mancanza, può essere correlata a un'ampia gamma di malattie mentali che influenzano notevolmente la nostra vita.
Il termine 'rete di modalità predefinita' (DMN, default mode network) è stato coniato nel 2011 dal neuroscienziato Marcus Raichle, perché descrive un sistema che si attiva (per sovra-semplificarlo) quando non accade nient'altro: è l'impostazione predefinita in assenza di qualsiasi altra cosa.
In altre parole, la DMN è ciò che funziona quando una persona non si concentra su ciò che c'è intorno a lei nel momento presente. La DMN serve per sognare ad occhi aperti, e per essere creativi; per immaginare la prospettiva di qualcun altro; per concentrarsi su se stessi; e per quello che potrebbe essere chiamato 'viaggio mentale del tempo', sia per pianificare che per ricordare.
Ricerche recenti hanno suggerito che la DMN aiuta anche a integrare le informazioni esterne con quelle interne (ad esempio le credenze, le emozioni e la conoscenza precedente) per dare un senso agli eventi che si verificano nel mondo esterno.
Lo scopo della DMN: cablaggio sociale
Come ha detto Matt Lieberman dell'UCLA, "il cervello ha un sistema importante che sembra predisposto per prepararci a essere sociali nei nostri momenti di riposo". La DMN è una parte importante di quel sistema: il cablaggio con cui creiamo narrazioni sul mondo e come tutti noi ci integriamo in esso e tra noi.
Considera il nome: 'modalità predefinita'. Noi, come umani, siamo cablati per integrare tutto ciò che vediamo in una storia di persone e in cosa stanno pensando. La cognizione sociale è letteralmente lo stato predefinito del cervello.
Considera le tue esperienze, anche le più semplici. Se vedi una faccia umana, probabilmente non puoi impedirti di dedurre ciò che significa l'espressione della persona in termini di cosa potrebbe pensare e percepire. Probabilmente tu non desumi automaticamente gli stati emotivi di un albero allo stesso modo. Siamo cablati dalla nascita (anche se si sviluppa, con il resto del cervello, durante l'infanzia e l'adolescenza) per capire socialmente il nostro mondo umano, in modo diverso da come capiamo il resto del mondo.
E considera la ricerca. Abbiamo imparato che la DMN è sensibile al modo in cui capiamo socialmente il mondo. Ad esempio, in uno dei nostri studi, abbiamo chiesto ai partecipanti di ascoltare una breve storia di J.D. Salinger in uno scanner MRI, in modo da poter misurare contemporaneamente la loro risposta cerebrale. Prima di ascoltare la storia, a ogni partecipante è stato presentato uno dei due diversi contesti che modellavano la loro interpretazione del comportamento dei personaggi durante tutta la storia.
Abbiamo scoperto che la risposta della corteccia uditiva (una regione del cervello che elabora il suono) era simile, qualunque fosse il modo in cui i partecipanti interpretavano la storia. Ciò ha senso, poiché il segnale uditivo era esattamente lo stesso. Tuttavia, questo non era il caso nella DMN: il modo in cui i partecipanti interpretavano la storia (le emozioni, le credenze e le intenzioni che attribuivano ai personaggi) formava la risposta della DMN.
Disregolazione della DMN: quando i treni non arrivano in tempo
Pensa al cervello come una complicata mappa della metropolitana di una città frenetica. In qualsiasi momento, ci sono molti viaggi che accadono lungo molti percorsi sovrapposti, per vari scopi. La DMN del cervello è una delle linee della metropolitana. Collega le aree che includono la corteccia prefrontale mediale, la corteccia cingolata posteriore e il giro angolare.
Quando la DMN funziona correttamente, viaggiare su questa linea consente al cervello di elaborare e integrare le informazioni, dal mondo esterno e dentro la mente, per creare una narrativa che aiuta a capire il mondo.
Ma, come qualsiasi linea ferroviaria, non funziona sempre perfettamente. Se la nostra linea immaginaria della metro non si connette sufficientemente bene, possiamo immaginare che nascano problemi. Allo stesso modo, nella DMN, l'ipoattività può correlarsi con l'Alzheimer, il Parkinson o il disturbo dello spettro dell'autismo.
Viceversa, possiamo immaginare le difficoltà derivanti dall'eventuale sovraccarico della nostra rete immaginaria di treni. E allo stesso modo, una DMN iperattiva può correlarsi con la depressione, l'ansia, la solitudine o la schizofrenia.
In base alla ricerca fatta finora è difficile dire con certezza se la disregolazione della DMN causa, è il risultato di, o si correla con le malattie mentali, ma la relazione è chiara. È anche sempre più chiaro il fatto che ci sono interventi comportamentali e farmacologici che possono aiutare la DMN a sotto-regolarsi e a ri-regolarsi.
La meditazione ha ripetutamente dimostrato di regolare l'attività della DMN, non solo durante l'atto della meditazione in se stesso, ma anche oltre la pratica specifica. Anche la ricerca su alcuni psichedelici serotonergici è promettente; ad esempio, la psilocibina è stata esaminata da studi clinici per il suo potenziale di resettare alcune gravi condizioni di salute mentale, come la depressione che non risponde al tradizionale trattamento con SSRI o antidepressivi (chiamata TRD, treatment-resistant depression).
Terapie sperimentali come queste possono modificare la risposta della DMN e la sua manipolazione offre percorsi promettenti per il trattamento di queste malattie debilitanti.
Conclusione
La DMN cabla gli umani per essere sociali: facciamo piani in anticipo, ci ripensiamo, facciamo congetture su ciò che gli altri stanno pensando, pensiamo a ciò che stiamo pensando, immaginiamo.
Quando la DMN funziona, integra le informazioni dai nostri pensieri e sentimenti con quelle dal mondo esterno, per cercare di dare un senso a tutto. Quando non funziona correttamente, possiamo essere troppo persi nei pensieri, o non connetterci a sufficienza con loro.
La DMN, lavorando in sottofondo, è stata una eroina non celebrata per una parte della storia della ricerca psichiatrica. Finalmente ha l'attenzione che merita per il suo ruolo tranquillo, ma importante, nella nostra salute mentale.
Fonte: dott.ssa Yaara Yeshurun, neuroscienziata, prof.ssa assistente di scienze psicologiche e neuroscienze all'università di Tel-Aviv, direttrice del laboratorio di neuroscienze sociali e cognitive.
Pubblicato in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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