Le donne anziane con disturbi respiratori nel sonno (come indicato dalle misurazioni dell'ipossia - mancanza di ossigeno) hanno una maggiore probabilità di sviluppare decadimento cognitivo o demenza rispetto alle donne senza questo disturbo, secondo uno studio apparso nel numero del 10 agosto del Journal of American Medical Association (JAMA).
"Disturbo respiratorio nel sonno", un problema caratterizzato da ricorrenti risvegli dal sonno e ipossiemia intermittente, è comune tra gli adulti più anziani e colpisce fino al 60 per cento della popolazione anziana.
"Un certo numero di patologie, tra cui ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete, sono state associate a disturbi respiratori nel sonno", dicono le premesse dell'articolo.
Anche il deficit cognitivo è stato collegato ai disturbi respiratori nel sonno in alcuni studi, ma la conformazione della maggior parte di questi studi ha limitato la capacità di trarre conclusioni riguardo a questa associazione. "Data l'alta prevalenza e morbilità significativa associata sia ai disturbi respiratori nel sonno che al deficit cognitivo negli anziani, è importante stabilire se esiste una associazione prospettica tra i disturbi respiratori nel sonno e la cognitività. Questo è particolarmente importante perché esistono trattamenti efficaci per i disturbi respiratori nel sonno".
Disturbi respiratori nel sonno associati ad maggiore rischio di sviluppare deficit cognitivo o demenza tra le donne anziane.
Kristine Yaffe (foto a sx), MD, della University of California, San Francisco, e colleghi hanno esaminato l'associazione tra disturbi respiratori nel sonno prevalenti, misurati con polisonnografia (monitoraggio delle attività fisiologica durante il sonno) e la diagnosi successiva di decadimento cognitivo lieve e demenza.
E' stata misurata a 298 donne (senza demenza all'inizio dello studio, età media 82,3 anni) la polisonnografia notturna tra il gennaio 2002 e aprile 2004 in un sottostudio dello studio di fratture osteoporotiche.
I disturbi respiratori nel sonno sono stati definiti con un indice apnea-ipopnea di 15 o più eventi per ora di sonno. L'indice apnea-ipopnea è il numero di cessazioni complete (apnea) e ostruzioni parziali (ipopnea) del respiro che si verificano per ora di sonno. Lo stato cognitivo (normale, demenza o decadimento cognitivo lieve) si è basato su dati raccolti tra novembre 2006 e settembre 2008. Le misurazioni dell'ipossia, della frammentazione del sonno, e della durata del sonno sono state studiate in quanto meccanismi alla base di qualunque forma di associazione tra disturbi respiratori nel sonno e deficit cognitivo.
Tra le 298 donne, il 35,2 per cento ha soddisfatto i criteri per disturbi respiratori nel sonno. Dopo una media di 4,7 anni di osservazione, il 35,9 per cento delle donne hanno sviluppato deterioramento cognitivo lieve o demenza (lieve compromissione cognitiva: 20,1 per cento; demenza: 15,8 per cento). Quarantasette donne (44,8 per cento), con disturbi respiratori nel sonno prevalenti hanno sviluppato deterioramento cognitivo lieve o demenza rispetto al 31,1 per cento di quelle senza disturbi respiratori nel sonno. L'analisi dei dati ha indicato che la presenza di disturbi respiratori nel sonno è risultata associata a una probabilità maggiore di una successiva leggera menomazione cognitiva o demenza.
I ricercatori hanno anche scoperto, dopo l'aggiustamento per vari fattori di rischio demografici, che due misure di ipossia (un indice di desaturazione di 15 o superiore e una percentuale elevata di tempo di sonno totale [superiore al 7 per cento] in apnea o ipopnea) sono associate a una maggiore incidenza del decadimento cognitivo lieve e demenza. "Misure di frammentazione del sonno (indice di eccitazione e sveglia dopo la comparsa del sonno) o della durata del sonno (tempo di sonno totale) non sono state associate con il rischio di deterioramento cognitivo". Gli autori aggiungono che la loro scoperta che i disturbi respiratori nel sonno sono risultati associati ad un maggiore rischio di deterioramento cognitivo sembra essere correlato principalmente alle misure di ipossia.
"Data l'alta prevalenza sia dei disturbi respiratori del sonno che del deficit cognitivo tra gli anziani, la possibilità di un'associazione tra le 2 condizioni, anche modesta, ha il potenziale per un grande impatto sulla salute pubblica. Inoltre, la constatazione che l'ipossia e non la frammentazione del sonno o la durata sembra essere associata al rischio di decadimento cognitivo lieve o demenza fornisce indizi per i meccanismi attraverso i quali disturbi respiratori nel sonno potrebbero promuovere deterioramento cognitivo. L'aumento del rischio di deterioramento cognitivo associato a disturbi respiratori nel sonno apre una nuova strada per ulteriori ricerche sul rischio di sviluppare decadimento cognitivo lieve e demenza e per l'esplorazione di strategie di prevenzione che puntano alla qualità del sonno tra cui i disturbi respiratori nel sonno", scrivono i ricercatori.
Essi aggiungono che per valutare pienamente l'impatto del trattamento per i disturbi respiratori nel sonno nella popolazione anziana, sono obbligatori ulteriori studi con campioni di dimensioni più grandi, periodi di trattamento più lungo, e popolazioni più diverse. "Di interesse, i nostri risultati suggeriscono un ruolo potenziale per la terapia di ossigeno supplementare per i disturbi respiratori nel sonno in soggetti anziani, ma il suo ruolo richiede una valutazione critica in studi di intervento".
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In un editoriale di accompagnamento, Nicola Canessa, Ph.D., del Center for Cognitive Neuroscience, e Luigi Ferini-Strambi, MD, della Università Vita-Salute San Raffaele, Milano, Italia, scrive che "lo studio di Yaffe et al. e studi relativi ad oggi suggeriscono che devono essere eseguiti studi di grandi dimensioni con trattamento ad aria a pressione positiva continua (CPAP) nei partecipanti anziani con disturbi respiratori nel sonno. Inoltre, in studi che hanno valutato gli effetti di interventi farmacologici e non farmacologici (per esempio, la formazione e la riabilitazione cognitiva) sulla funzione cognitiva nei pazienti con lieve alterazione cognitiva o demenza, dovrebbe essere considerata la possibile coesistenza di disturbi respiratori nel sonno. Infine, i medici dei pazienti con decadimento cognitivo lieve e disturbi respiratori nel sonno per i quali il trattamento con CPAP può essere indicato, dovrebbero considerare questi risultati, e i futuri orientamenti per formalizzare la gestione clinica dei pazienti con decadimento cognitivo lieve dovrebbero considerare le implicazioni di questo studio e della relativa ricerca".
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Pubblicato in Alzheimer's Reading Room il 9 agosto 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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