Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer più difficile da individuare negli over 80

I segni dell'Alzheimer tendono ad essere meno evidenti nelle persone con più di 80 anni, suggerendo che la patologia può essere sotto-diagnosticata in quelli oltre tale età.

I ricercatori hanno esaminato le misure standard dell'Alzheimer per età, trovando che le persone più anziane possono avere sintomi più sottili della malattia rispetto a quelle più giovani.

In particolare, le persone con più di 80 anni hanno mostrato meno differenza nelle dimensioni del cervello rispetto ai coetanei sani della stessa età. E anche se avevano lo stesso livello di compromissione cognitiva dei pazienti più giovani di Alzheimer, la differenza rispetto alle persone sane della stessa età era meno pronunciata.

"I nostri risultati suggeriscono che i cambiamenti associati con l'Alzheimer possono essere più difficili da individuare nelle persone di età superiore agli 80 anni," dice il ricercatore Mark Bondi, che dirige l'unità di valutazione neuropsicologica al Sistema di assistenza alla Salute VA di San Diego. "Potremmo non accorgerci dei casi lievi di Alzheimer in questa fascia di età".

Ultraottantenni: la popolazione con maggiore tasso di crescita

Le persone con più di 80 anni sono la popolazione con più rapida crescita nel mondo. Entro l'anno 2040, si prevede che il 3,5% della popolazione degli Stati Uniti avranno 85 o più anni, rispetto a meno del 2% di oggi. Lo studio di Bondi e colleghi è stato effettuato su 105 persone con diagnosi di Alzheimer e 125 persone senza una diagnosi del genere. I partecipanti sono stati raggruppati in base all'età, quelli più giovani (dai 60 a 75) e quelli più anziani (80 anni in su).

A tutti i partecipanti allo studio sono stati somministrati test standardizzati di abilità mentali che hanno misurato il linguaggio, l'attenzione e la velocità di elaborazione dati, la memoria e la capacità di gestire le attività. Sono anche stati sottoposti a scansioni cerebrali per misurare lo spessore degli strati di tessuto più esterno nella parte del cervello nota come telencefalo. Assottigliamento del telencefalo e in altre regioni chiave sono sistematicamente valutate nella diagnosi di Alzheimer e di altri disturbi della memoria legati all'età.

Anche se i pazienti meno vecchi e quelli più anziani avevano un declino simile nel complesso, l'andamento dei cambiamenti associati con una diagnosi di Alzheimer è risultato meno evidente nei pazienti che avevano più di 80 anni. In questi ultimi, c'era meno differenza di memoria e nelle altre misure della funzione cognitiva tra le persone con una diagnosi di Alzheimer e nelle persone nella stessa fascia d'età senza diagnosi, rispetto a quelle nel gruppo di età più giovane.

I più vecchi malati di Alzheimer hanno mostrato assottigliamento meno grave di porzioni della corteccia cerebrale e del cervello in generale rispetto ai pazienti più giovani rispetto ai coetanei sani. Bondi dice che questo non è sorprendente perché le diminuzioni dello spessore di queste aree del cervello sono normali nell'invecchiamento. E aggiunge che i risultati sottolineano l'importanza di considerare l'età durante il test per l'Alzheimer.

Rhoda Au, PhD, professoressa associata di neurologia alla Boston University, afferma che comprendere le differenze di calo mentale concernenti l'età, diventerà ancora più importante quando saranno disponibili migliori trattamenti per l'Alzheimer. E aggiunge che, poiché le persone ultra 80enni sono state tradizionalmente escluse dagli studi clinici, non è sorprendente che le differenze tra i molto vecchi e i meno vecchi vengono riconosciuti solo ora.

In un editoriale pubblicato con lo studio, la Au nota che, dato l'invecchiamento della popolazione, i ricercatori devono intensificare gli sforzi per migliorare la diagnosi, la cura e il trattamento dei più anziani. "E' chiaro che i più anziani sono diversi, e che alcune delle ipotesi che facciamo nei pazienti più giovani potrebbero non essere applicabili a queste persone", la Au dice a WebMD.

Lo studio appare online il 10 agosto sulla rivista Neurology.

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.


Pubblicato in WebMd il 10 agosto 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.