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Nemmeno una forte convinzione persuade le persone che sono in disaccordo

Se non sei d'accordo con una persona, la forza della sua convinzione potrebbe non fare alcuna differenza, poiché durante il disaccordo la sensibilità del tuo cervello alla forza delle credenze degli altri è ridotta, secondo uno studio eseguito alla UCL e alla City, University of London.


Lo studio di scansione del cervello, pubblicato su Nature Neuroscience, rivela un nuovo tipo di pregiudizio di conferma che può rendere molto difficile modificare le opinioni delle persone.


"Abbiamo scoperto che quando le persone non sono d'accordo, il loro cervello non riesce a codificare la qualità dell'opinione dell'altra persona, restando con meno motivi per cambiare idea", ha affermato l'autrice senior dello studio, la prof.ssa Tali Sharot (UCL Psychology & Language Sciences).


Per lo studio, i ricercatori hanno chiesto a 42 partecipanti, divisi in coppie, di stimare dei prezzi di case. Ognuno scommetteva se il prezzo richiesto sarebbe stato più alto o più basso di un importo specifico, a seconda di quanto ci credessero.


Successivamente, ogni coppia è stata messa in due scanner MRI, divisi da una parete di vetro. Sulle loro schermate sono state mostrate di nuovo le proprietà, e i loro giudizi corrispondenti, quindi entrambi hanno visto la valutazione e la scommessa del partner e infine ognuno ha fatto la sua valutazione finale.


I ricercatori hanno scoperto che, quando entrambi i partecipanti erano d'accordo, ognuno aumentava la sua scommessa finale a un importo maggiore, in particolare se il partner aveva scommesso molto.


Al contrario, quando i partner non erano d'accordo, l'opinione del partner in disaccordo aveva un impatto limitato sulle scommesse delle persone, anche se il partner in disaccordo aveva fatto una scommessa alta.


I ricercatori hanno scoperto che un'area del cervello, la corteccia prefrontale mediale posteriore (pMFC), era coinvolta nell'incorporazione della credenza di un'altra persona nella propria. L'attività del cervello differiva a seconda della forza della scommessa del partner, ma solo quando erano già d'accordo.


Quando i partner non erano d'accordo, non c'era alcuna relazione tra la scommessa del partner e l'attività cerebrale nella regione pMFC, che è nota per essere coinvolta nel processo decisionale e aiuta a segnalare quando una decisione deve essere modificata.


I ricercatori affermano che la tendenza a ignorare la forza delle credenze opposte può generare polarizzazione e facilitare il mantenimento di false credenze.


Il primo autore Dott. Andreas Kappes (City, University of London) ha dichiarato:

"Le nostre scoperte potrebbero aiutare a dare un senso ad alcune sconcertanti osservazioni in settori come la scienza e la politica.

“Ad esempio, nell'ultimo decennio gli scienziati del clima hanno espresso maggiore fiducia nel fatto che i cambiamenti climatici sono causati dall'uomo. Tuttavia, la percentuale della popolazione che ritiene che questa nozione sia vera è diminuita nello stesso periodo di tempo.

"Mentre ci sono ragioni complesse e multilivello per questa tendenza specifica, tali esempi possono essere collegati a un pregiudizio nel modo in cui la forza delle opinioni degli altri è codificata nel nostro cervello".


La prof.ssa Sharot ha aggiunto:

“Le opinioni degli altri sono particolarmente sensibili al pregiudizio di conferma, forse perché sono relativamente facili da liquidare come soggettive. Poiché gli esseri umani prendono la stragrande maggioranza delle decisioni - comprese quelle professionali, personali, politiche e di acquisto - sulla base delle informazioni ricevute da altri, il pregiudizio identificato nell'uso della forza delle opinioni degli altri ha probabilmente un profondo effetto sul comportamento umano".

 

 

 


Fonte: University College London (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Andreas Kappes, Ann Harvey, Terry Lohrenz, P. Read Montague, Tali Sharot. Confirmation bias in the utilization of others’ opinion strength. Nature Neuroscience, 2019, DOI

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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