Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il nostro cervello potrebbe produrre 'increspature' prima di ricordare

brain ripple memories recallScienziati dei NIH hanno mostrato che le onde cerebrali elettriche, chiamate increspature, possono aiutarci a richiamare le nostre esperienze passate. (Fonte: Zaghloul Lab, NIH / NINDS)

Un suono, un odore, una parola possono far fluire nella nostra mente ricordi di esperienze passate. In uno studio su pazienti con epilessia, i ricercatori del National Institutes of Health hanno scoperto che, frazioni di secondo prima che ricordiamo questi eventi, piccole onde elettriche (increspature) possono scorrere tra le parti cruciali del nostro cervello che aiutano a memorizzare i nostri ricordi, e preparano il terreno per la riuscita del richiamo.


"Abbiamo mostrato per la prima volta che le increspature potrebbero essere i substrati neurali attraverso i quali il cervello umano richiama con successo i ricordi", ha detto Kareem Zaghloul MD/PhD, neurochirurgo-ricercatore del National Institute of Neurological Disorders and Stroke ( NINDS) dei NIH e autore senior dello studio pubblicato su Science. "Questi risultati ci aiutano a capire come il cervello elabora i dettagli delle nostre esperienze passate da desti, o ricordi episodici".


Lo studio è stato guidato da Alex P. Vaz BS, studente di medicina e dottorando della Duke University di Durham/North Carolina, che stava completando la tesi di dottorato con il dott. Zaghloul. Per anni, il team del Dr. Zaghloul ha usato griglie di elettrodi impiantati chirurgicamente per registrare l'attività cerebrale elettrica di pazienti con epilessia resistente ai farmaci, arruolati in un esperimento al Centro clinico dei NIH. Le registrazioni hanno aiutato a identificare la fonte delle crisi epilettiche di un paziente, oltre a fornire un'opportunità per studiare come il cervello codifica i ricordi.


Come hanno assodato altri laboratori, il gruppo del dott. Zaghloul sapeva che i nostri ricordi episodici sono controllati dai neuroni in almeno due parti diverse del cervello, ma non sapeva esattamente come le cellule lavorassero insieme per recuperare i ricordi. Basandosi su una crescente quantità di prove, ha sospettato che potessero essere coinvolte in qualche modo le onde elettriche corte ad alta frequenza viste nelle increspature. Ad esempio, due precedenti studi sui pazienti hanno suggerito che le ondulazioni potrebbero essere importanti per consolidare la memoria durante il sonno.


Quindi, nel 2017, un gruppo ha osservato ondulazioni che fluivano simultaneamente nel 'lobo temporale mediale' (MTL) e nella neocorteccia del cervello dei ratti e che questa attività sembrava avere un ruolo nell'apprendimento. Fu allora che Vaz ebbe l'idea di cercare le increspature all'interno dell'enorme quantità di dati che il team del dottor Zaghloul aveva raccolto dai pazienti.


Rianalizzando i dati, il team ha anche trovato attività di increspature in parti chiave del cervello dei pazienti. Nello specifico, hanno visto increspature che si verificano quasi simultaneamente nella MTL e nella corteccia associativa, un'area della neocorteccia che elabora le nostre esperienze. In altre parole, quando vedevano le increspature in un'area, allora c'era una buona possibilità che le trovassero nell'altra.


Al contrario, non hanno visto alcuna evidenza di attività coordinata tra l'MTL e le aree corticali del cervello che controllano i nostri movimenti e sensazioni, suggerendo che l'attività simultanea osservata potrebbe essere correlata alla memoria episodica.


Successivamente, hanno analizzato i dati registrati mentre i pazienti facevano dei giochi di memoria. Per questo, i pazienti si sono seduti davanti a uno schermo ed è stato loro chiesto di imparare coppie di parole, come 'dito' e 'ago'. Successivamente, i loro ricordi sono stati testati facendo lampeggiare una parola sullo schermo e chiedendo al paziente di indicare la parola accoppiata.


Il team ha scoperto che l'attività simultanea di increspatura spesso si verificava alcuni millisecondi prima che un paziente ricordasse correttamente una coppia di parole. Non è stato osservato alcun coordinamento quando i pazienti hanno risposto in modo errato, né si è verificato quando i pazienti stavano apprendendo le coppie.


Infine, il team ha scoperto che la sincronizzazione dell'increspatura vista prima del corretto richiamo della memoria ha spesso innescato modelli di attività elettrica come quelli osservati nella corteccia associativa durante l'apprendimento. Diversi studi hanno dimostrato che, quando recuperiamo i ricordi, il cervello riattiva l'attività neurale che è avvenuta quando abbiamo sperimentato per la prima volta un evento.


I risultati del team hanno suggerito che le increspature coordinate tra l'MTL e la neocorteccia potrebbero essere una parte importante di tale processo. "I nostri risultati suggeriscono che l'attività di increspatura coordinata può avere un ruolo fondamentale nel riprodurre i codici neurali che stanno dietro i nostri ricordi", ha affermato il dott. Zaghloul.


Il laboratorio del Dr. Zaghloul sta attualmente esplorando questo fenomeno in modo più dettagliato e spera di capire in che modo le increspature sincronizzate possono influenzare anche altri segnali neurali e caratteristiche che sono stati collegati alla riuscita del richiamo.

 

 

 


Fonte: National Institute of Neurological Disorders and Stroke (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Alex P. Vaz, Sara K. Inati, Nicolas Brunel, Kareem A. Zaghloul. Coupled Ripple Oscillation Between the Medial Temporal Lobe and Neocortex Retrieve Human Memory. Science, 28 Feb 2019, DOI: 10.1126/science.aau8956

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.