Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Allenamento cognitivo e motorio, insieme, possono non solo rallentare la demenza, ma a volte invertirla

Allenamento cognitivo e motorio, insieme, possono non solo rallentare la demenza, ma a volte invertirla 

Ricercatori della York University di Toronto in Canada, hanno scoperto che solo 30 minuti di movimenti a guida visiva alla settimana possono rallentare e persino invertire il progresso della demenza.


I partecipanti allo studio che erano nelle prime fasi della demenza, dopo 30 minuti alla settimana su un gioco che usava delle regole per fare movimenti guidati dalla vista, hanno avuto un rallentamento del progresso della demenza e per alcuni persino è tornata a uno stato sano la funzione cognitiva.


Gli approcci precedenti avevano usato solo uno tra l'allenamento cognitivo o quello aerobico. Questo studio pubblicato su Dementia and Geriatric Disorders, è il primo a indagare l'impatto della combinazione di entrambi i tipi di approccio sulla funzione cognitiva negli anziani con vari gradi di difetti cognitivi.


"Abbiamo scoperto che l'allenamento integrato cognitivo-motorio rallenta il progredire della demenza, e per coloro che mostrano solo sintomi della malattia, questo allenamento può effettivamente riportarli a uno stato sano, stabilizzandoli funzionalmente", dice la prima autrice Lauren Sergio, prof.ssa della Facoltà di Kinesiologia e Scienze Sanitarie e del Centro Ricerca nella Visione della York University.


Nello studio di intervento, un totale di 37 persone residenti in centri per anziani, sono state divise in 4 gruppi in base al loro livello di cognizione. Hanno completato un programma di allenamento cognitivo-motorio della durata di 16 settimane che consisteva in sessioni di allenamento con un videogioco che prevedeva movimenti della mano diretti su un tablet computer, per 30 minuti alla settimana. Prima e dopo il programma di allenamento, tutti i partecipanti hanno completato una serie di test per stabilire il loro livello di abilità cognitive e viso-motorie.


Il team della Sergio ha eseguito test per valutare la funzione cognitiva 14 giorni prima e dopo il periodo di intervento. Il suo team ha osservato un cambiamento generale in tutti i gruppi e, in particolare, un miglioramento significativo dei valori di cognizione generale nel gruppo di cognizione sotto-media e nel gruppo di deficit cognitivo da lieve a moderato.


"Questi risultati suggeriscono che, anche nelle primissime fasi della neurodegenerazione, il cervello che invecchia ha una quantità sufficiente di neuroplasticità che, se riesci ad allenarlo in questo tipo di attività di pensiero e movimento, migliorerà le sue capacità cognitive", dice la Sergio. "Il cervello possiede ancora le capacità funzionali per formare nuove connessioni sinaptiche sufficienti a indurre cambiamenti rilevanti a livello di sistemi".


La Sergio aggiunge che i risultati suggeriscono che l'allenamento ripetitivo di integrazione cognitivo-motoria può in effetti rafforzare le reti neurali coinvolte e migliorare le capacità cognitive e funzionali. I ricercatori ritengono che il lobo frontale stia 'parlando' alle aree del controllo motorio e questo è ciò che sta aprendo la strada al successo.


Lo studio ha inoltre rilevato che quelli nel gruppo di deficit cognitivo grave, che hanno eseguito 30 minuti di questo compito oculare, non hanno diminuito il loro deficit cognitivo come previsto, che è rimasto lo stesso:

"In genere, ci si aspetta che chi ha una demenza grave abbia una diminuzione della funzione cognitiva nell'arco di cinque mesi, ma nel nostro studio si sono tutti stabilizzati".


La Sergio dice che i risultati sono promettenti per coloro che hanno la demenza in fase iniziale, perché l'approccio è facile da gestire a distanza e si dimostra più promettente rispetto alla formazione cognitiva di base.

 

 

 


Fonte: York University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C. de Boer, Echlin H.V., A. Rogojin, R. Baltaretu B., L. E. Sergio. Thinking-While-Moving Exercises May Improve Cognition in Elderly with Mild Cognitive Deficits: A Proof-of-Principle Study. Dement Geriatr Cogn Disord Extra 2018;8:248–258, DOI: 10.1159/000490173

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.