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Anziani sviluppano nuove cellule cerebrali quanto i giovani, ma ...

Anziani sviluppano nuove cellule cerebrali quanto i giovaniNeuroni di topo (in verde) nati in una sottostruttura dell'ippocampo, il giro dentato. (Fonte: FH Gage / Salk Institute)

Dei ricercatori dimostrano per la prima volta che uomini e donne anziani sani possono generare altrettante nuove cellule cerebrali delle persone più giovani.


C'è da sempre una controversia sul fatto che gli esseri umani adulti sviluppino nuovi neuroni, e alcune ricerche hanno in precedenza suggerito che il cervello degli adulti è rigido e che gli adulti non fanno crescere nuovi neuroni.


Questo studio, apparso il 5 aprile sulla rivista Cell Stem Cell, contrasta questa nozione. La prima autrice Maura Boldrini, professoressa associata di neurobiologia alla Columbia University, afferma che i risultati potrebbero suggerire che molti anziani rimangono cognitivamente ed emotivamente più intatti di quanto si crede comunemente.


"Abbiamo scoperto che le persone anziane hanno la capacità di produrre migliaia di nuovi neuroni ippocampali da cellule progenitrici, capacità simile a quella dei più giovani", dice la Boldrini. "Abbiamo anche trovato volumi equivalenti dell'ippocampo (una struttura del cervello dedicata a emozioni e cognizione) tra le varie età; tuttavia, gli individui più anziani avevano meno vascolarizzazione e forse meno capacità dei nuovi neuroni di creare connessioni".


I ricercatori hanno sottoposto ad autopsia l'ippocampo di 28 individui sani in vita, tra i 14 e i 79 anni di età, morti all'improvviso. Questa è la prima volta che dei ricercatori esaminano i neuroni appena formati e lo stato dei vasi sanguigni all'interno dell'intero ippocampo umano subito dopo la morte.


I ricercatori avevano stabilito che i soggetti dello studio non erano affetti da disturbi cognitivi e non avevano sofferto di depressione o assunto antidepressivi, situazioni che, secondo quanto trovato in precedenza dalla Boldrini e colleghi, potevano avere un impatto sulla produzione di nuove cellule cerebrali.


Nei roditori e nei primati, la capacità di generare nuove cellule ippocampali diminuisce con l'età. Si riteneva che anche negli uomini anziani ci fosse il calo della produzione di neuroni e il restringimento complessivo del giro dentato (la parte dell'ippocampo ritenuta preposta a formare nuovi ricordi episodici).


I ricercatori della Columbia University e del New York State Psychiatric Institute hanno scoperto che anche i cervelli più anziani che hanno studiato avevano prodotto nuove cellule cerebrali. "Abbiamo trovato un numero simile di progenitori neurali intermedi e migliaia di neuroni immaturi", hanno scritto.


Ciononostante, gli individui più anziani formano meno vasi sanguigni nuovi all'interno delle strutture cerebrali e possiedono un numero minore di cellule progenitrici, discendenti di cellule staminali che sono più limitate nella loro capacità di differenziarsi e auto-rinnovarsi.


La Boldrini ipotizza che la capacità cognitiva ed emotiva ridotta della vecchiaia può essere causata da questo insieme più piccolo di cellule staminali neurali, dal declino della vascolarizzazione e dalla ridotta connettività cellula-cellula all'interno dell'ippocampo. "È possibile che la continua neurogenesi dell'ippocampo sostenga la funzione cognitiva umana specifica per tutta la vita e che il declino possa essere collegato a una resilienza cognitivo-emotiva compromessa", afferma.


La Boldrini afferma che la ricerca futura sull'invecchiamento del cervello continuerà ad esplorare come la proliferazione, la maturazione e la sopravvivenza delle cellule neurali sono regolate da ormoni, fattori di trascrizione e altri percorsi intercellulari.

 

 

 


Fonte: Cell Press via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Maura Boldrini, Camille A. Fulmore, Alexandria N. Tartt, Laika R. Simeon, Ina Pavlova, Verica Poposka, Gorazd B. Rosoklija, Aleksandar Stankov, Victoria Arango, Andrew J. Dwork, René Hen, J. John Mann. Human Hippocampal Neurogenesis Persists throughout Aging. Cell Stem Cell, 2018; 22 (4): 589 DOI: 10.1016/j.stem.2018.03.015

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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