Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sottotipo protettivo delle microglia offre potenziale nuovo percorso terapeutico nell'Alzheimer

Un gruppo di ricerca internazionale ha identificato una popolazione distinta di cellule immunitarie neuroprotettive nel sistema nervoso centrale

Protective microglia subtypeMicroglia (verde) che rispondono alle placche aggregate di amiloide-beta (blu) nella corteccia di topo. (Fonte: Jessica M. Crowley MD / Mount Sinai)

Nel morbo di Alzheimer (MA), la principale causa di demenza, le microglia, i difensori immunitari del cervello, possono agire sia come protettori che come aggressori, modellando il modo in cui la malattia progredisce. Ricercatori del Mount Sinai di New York, in stretta collaborazione con colleghi del Max Planck Institute for Biology and Aging di Colonia (Germania), della Rockefeller University, della City University di New York e altri partner internazionali, hanno identificato una popolazione distinta di microglia neuroprotettive che potrebbe puntare a un nuovo approccio terapeutico per il MA.


In uno studio pubblicato su Nature, il team riferisce che le microglia con una ridotta espressione del fattore di trascrizione chiamato PU.1 e che co-esprimono il recettore simil-linfoide CD28, agiscono per limitare la neuroinfiammazione e rallentare l'accumulo di placche amiloidi e la diffusione della proteina tau neurotossica nel cervello, i principali segni distintivi della patologia di MA.


Il PU.1 è una proteina che si lega a sequenze specifiche di DNA per controllare la traslazione delle informazioni genetiche, determinando quando e come i geni vengono attivati ​​o disattivati. Il CD28 è un recettore co-stimolante presente sulla superficie delle cellule T che aiuta ad avviare e sostenere un'efficace risposta immunitaria adattativa. Usando topi modello di MA, cellule umane e tessuto cerebrale umano, i ricercatori hanno dimostrato che abbassare PU.1 promuove l'espressione delle proteine ​​dei recettori immunoregolatori linfoidi sulle microglia.


Nonostante siano presenti in piccole quantità, queste microglia neuroprotettive esercitano un impatto soppressivo sull’infiammazione cerebrale e proteggono la funzione cognitiva e la sopravvivenza nei topi. I ricercatori hanno scoperto che eliminare i CD28 da questo piccolo sottogruppo di microglia amplificava l’infiammazione e accelerava la crescita di placche, evidenziando il ruolo chiave del CD28 nell’attività protettiva delle microglia.


"Le microglia non sono semplicemente risposte distruttive nel MA, possono proteggere il cervello", ha affermato Anne Schaefer MD/PhD, prof.ssa nel Dipartimento di Neuroscienze del Mt Sinai, condirettrice del Centro Biologia Gliale al Friedman Brain Institute, direttrice del Max Planck Institute for Biology of Ageing e autrice senior dell'articolo. "Questa scoperta estende le nostre precedenti osservazioni sulla notevole plasticità degli stati microgliali e sui loro importanti ruoli in diverse funzioni cerebrali. Sottolinea inoltre l'importanza vitale della collaborazione internazionale nel progresso scientifico".


"È notevole vedere che le molecole note da tempo agli immunologi per il loro ruolo nei linfociti B e T regolano anche l'attività microgliale", ha aggiunto Alexander Tarakhovsky MD/PhD, professore di immunologia, virologia e microbiologia della Rockefeller University e coautore dello studio. "Questa scoperta arriva nel momento in cui le cellule T regolatorie hanno ottenuto un importante riconoscimento come regolatori principali dell'immunità, evidenziando una logica condivisa di regolazione immunitaria tra i tipi di cellule. Inoltre apre la strada a strategie immunoterapeutiche per il MA".


Lo studio si basa sul lavoro genetico pionieristico di Alison M. Goate DPhil, prof.ssa di Genomica e preside del Dipartimento di Genetica e Scienze Genomiche del Mt Sinai, direttrice fondatrice del Centro Alzheimer del Mt Sinai e coautrice senior dello studio, che ha identificato una variante comune inSPI1 - il gene che codifica PU.1 - come associata a una riduzione del rischio di MA: "Questi risultati forniscono una spiegazione meccanicistica del motivo per cui livelli più bassi di PU.1 sono collegati a un ridotto rischio di MA".


La scoperta dell'asse PU.1-CD28 stabilisce un quadro molecolare per comprendere gli stati microgliali protettivi ed evidenzia il potenziale delle immunoterapie che puntano le microglia per modificare il decorso del MA.

 

 

 


Fonte: The Mount Sinai (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: P Ayata, [+34], A Schaefer. Lymphoid gene expression supports neuroprotective microglia function. Nature, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)