Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I progressi nella diagnosi precoce dell'Alzheimer

Preclinical ADSegnali precoci di Alzheimer e biomarcatori per la ricerca (Fonte: Chen et al / Frontiers in Medicine)

Uno studio di revisione, pubblicato su Frontiers in Medicine, presenta un esame approfondito del morbo di Alzheimer (MA), sottolineando come sia cruciale la diagnosi precoce a causa della progressione della malattia nei vari stadi, dalla cognizione normale al lieve decadimento cognitivo e infine alla demenza. La revisione sottolinea l'importanza di identificare il MA nelle fasi precliniche per prevenire danni neuronali irreversibili e la necessità di metodi diagnostici precisi che vanno oltre le procedure invasive e costose come il prelievo lombare e le scansioni PET.


La revisione discute vari segnali non cognitivi che possono indicare l'insorgenza di MA, come sintomi comportamentali e psicologici, disturbi del sonno, deterioramenti sensoriali e cambiamenti fisici. Suggerisce che questi segni, sebbene non definitivi, potrebbero servire come primi predittori del declino cognitivo. Lo studio evidenzia anche il ruolo del microbioma intestinale e il potenziale dei biomarcatori del sangue nella diagnosi precoce del MA.


I cambiamenti storici dettagliati negli approcci diagnostici mostrano un passaggio dalla dipendenza dalle prove cliniche all'incorporazione di indicatori biologici. La revisione delinea l'evoluzione dei criteri diagnostici, l'introduzione dei biomarcatori e il potenziale impatto dell'intelligenza artificiale nella scoperta di nuovi biomarcatori minimamente invasivi.


Segni non cognitivi specifici vengono esplorati in profondità, compresi i sintomi comportamentali della demenza, le rotture del ritmo circadiano, i deterioramenti sensoriali e l'influenza del microbioma intestinale sul MA. La revisione indica la correlazione tra questi sintomi e i cambiamenti patologici nel MA, suggerendo una complessa interazione tra segnali precoci e progressione della malattia.


Sono evidenziati i progressi nella ricerca sui biomarcatori, con particolare attenzione alle neuroscansioni, ai marcatori nel sangue, alla metabolomica, al microRNA esosomiale e al ruolo potenziale degli agenti patogeni e della disregolazione endocrina. La revisione suggerisce che questi biomarcatori diversi, se integrati, potrebbero migliorare significativamente la rilevazione precoce e la gestione della malattia.


La correlazione tra sintomi non cognitivi e cambiamenti patologici è un punto chiave di discussione, con la revisione che attira l'attenzione sulla relazione bidirezionale tra i disturbi del sonno e il MA e l'associazione tra deterioramenti sensoriali e regioni cerebrali colpite all'inizio della malattia.


In conclusione, la revisione sottolinea la necessità di una diagnosi precoce per un intervento efficace e il potenziale dei sintomi non cognitivi e dei biomarcatori per identificare il MA prima che il declino cognitivo diventi evidente. Riconosce le sfide dell'integrazione di questi indicatori nella pratica clinica e richiede ulteriori ricerche per confermare la loro affidabilità e applicabilità nella diagnosi precoce.


Lo studio conclude con una serie di domande che evidenziano la necessità di ulteriori indagini sull'uso di manifestazioni non cognitive come indicatori precoci, la relazione tra questi sintomi e la patologia sottostante del MA e il potenziale di integrare questi indicatori con i biomarcatori biofluidi per migliorare l'accuratezza diagnostica.


Sono delineati la strategia di ricerca e i criteri di selezione della revisione, che si è concentrata sugli studi degli ultimi 5-10 anni relativi al MA, ai suoi biomarcatori e ai metodi diagnostici precoci, garantendo una sintesi completa e aggiornata dello stato attuale delle conoscenze sul rilevamento precoce del MA.

 

 

 


Fonte: Frontiers Journals via AlphaGalileo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Chen, [+5], W Le. Progress on early diagnosing Alzheimer’s disease. Front. Med., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.