Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le calciatrici possono avere di fronte rischi maggiori di demenza?

 

Le giocatrici di calcio che colpiscono il pallone di testa potrebbero avere un rischio ancora maggiore di demenza rispetto ai giocatori maschi secondo gli esperti della University of East Anglia. Il dott. Michael Grey sta gestendo un progetto per monitorare i primi segnali di demenza negli ex calciatori.


Più di 35 ex giocatori professionisti si sono iscritti [allo studio], tra cui Iwan Roberts e Jeremy Goss, ex star del Norwich City, e Mark Bright, l'eroe del Crystal Palace. Ma il team di ricerca sta cercando di reclutare con urgenza anche giocatrici dilettanti e professioniste.


Una ricerca eseguita all'Università di Glasgow ha dimostrato che i giocatori maschi in pensione hanno una probabilità circa 5 volte più alta di soffrire di morbo di Alzheimer rispetto alla persona media. Ma sappiamo poco del momento in cui i giocatori iniziano a mostrare segni di deterioramento della salute del cervello e ancora meno degli effetti sulle donne, in quanto la maggior parte della ricerca si è concentrata su uomini.


Il dott. Grey, dalla facoltà di scienze sanitarie dell'UEA, ha dichiarato:

"Sappiamo che c'è un maggior rischio di demenza negli ex calciatori professionisti, e pensiamo che questo sia correlato al colpire ripetutamente il pallone di testa. Sappiamo molto poco di questo questo problema riguarda le giocatrici, ma pensiamo che esse abbiano un rischio ancora maggiore di demenza legata allo sport, rispetto ai maschi.

"Sappiamo che ci sono differenze fisiche e fisiologiche tra giocatori maschi e femmine e questo potrebbe essere importante in termini di impatto dei colpi di testa ripetuti. Ma non comprendiamo pienamente l'impatto che potrebbero avere queste differenze, quindi stiamo incoraggiando le ex giocatrici dilettanti e professioniste a farsi avanti per aiutarci con il nostro progetto".


Il team userà tecnologia di avanguardia per testare i primi segnali di declino cognitivo negli uomini e nelle donne, che sono identificabili molto prima che diventi visibile qualsiasi problema di memoria o altri sintomi evidenti.


Il dott. Grey ha detto:

"Abbiamo già iscritto più di 35 giocatori professionisti maschi ma abbiamo pochissime calciatrici nello studio finora. Stiamo cercando donne e uomini oltre i 40 anni, che vivono nel Regno Unito e non hanno una diagnosi di demenza. Il test è condotto su computer o tablet dal casa propria e richiede circa 30 minuti, quattro volte all'anno. Stiamo monitorando la salute del loro cervello nel tempo. E speriamo di seguire questi calciatori per molti anni a venire".


Il progetto è tra un certo numero di lavori del Concussion Action Programme, un gruppo di ricerca all'interno dell'UEA Health e altri partner di assistenza sociale.

 

 

 


Fonte: University of East Anglia (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)