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Consapevolezza del COVID-19 nei pazienti con demenza grave

Coronavirus MH

La pandemia di coronavirus in atto (COVID-19) ha toccato in modo sostanziale i pazienti con demenza e i loro caregiver. A causa delle misure restrittive adottate in tutto il mondo per bloccare la diffusione dei focolai di COVID-19 (compresa la dichiarazione di stato di emergenza in Giappone), i pazienti con demenza e i loro caregiver non hanno potuto ricevere il supporto e l'assistenza consueti.


Pertanto, questo dovrebbe portare ad effetti negativi sui pazienti e i loro caregiver, e alcuni ricercatori hanno messo in guardia sui rischi. In realtà, molti appuntamenti in programma per gli esami ambulatoriali di routine e i servizi di assistenza sono stati annullati e rinviati a causa del COVID-19.


Quando i pazienti ambulatoriali con demenza sono tornati alla nostra clinica per gli appuntamenti ambulatoriali rinviati, dopo la revoca dello stato di dichiarazione di emergenza, abbiamo riscontrato che alcuni pazienti avevano paura dell'infezione COVID-19, mentre altri no.


Abbiamo notato che i pazienti con demenza grave tendevano ad essere meno sensibili al COVID-19 rispetto ai pazienti con demenza lieve nell'ambito clinico quotidiano. Sulla base dell'ipotesi che i pazienti con demenza grave tendono ad ignorare la minaccia COVID-19 e, quindi, possono essere meno depressi, abbiamo confrontato il tasso di riconoscimento del COVID-19 e le tendenze depressive risultanti tra i pazienti con demenza lieve e grave.


In questo studio, sono stati inclusi pazienti con morbo di Alzheimer (MA) perché la tendenza depressiva dipende dalla causa di demenza. Abbiamo arruolato 126 pazienti ambulatoriali con MA dalla Clinica Disturbi della Memoria del Dipartimento di Medicina Geriatrica alla Tokyo Medical University, dal 25 maggio (il giorno in cui è stata revocata la dichiarazione di emergenza) al 30 giugno 2020.


Oltre al Mini Mental state Examination (MMSE) e alla Geriatric Depression Scale - Short Version (GDS-S), eseguiti come test psicologici di routine, abbiamo posto ai partecipanti le seguenti 2 domande: "Conosci il COVID- 19?" e "Perché porti una mascherina?". I pazienti sono stati divisi in MA lieve (MMSE ≥22, n = 51) e MA moderato/grave (MMSE <22, n = 75), e ne abbiamo confrontato i risultati dei test neuropsicologici e delle 2 domande. Durante lo stato di emergenza, nessuno dei pazienti aveva ricevuto una diagnosi di COVID-19 o aveva richiesto una qualsiasi modifica di trattamento o trattamenti aggiuntivi dovuti ai sintomi comportamentali e psicologici della demenza.


Coerentemente con la nostra ipotesi, i pazienti di MA con deterioramento cognitivo moderato / grave hanno dimostrato un tasso basso di riconoscimento del COVID-19 e non comprendevano appieno il motivo per cui portavano mascherine sul viso. Inoltre, poiché non hanno capito la gravità del COVID-19, anche i punteggi GDS-S sono stati sostanzialmente inferiori.


Questi risultati possono sembrare una semplice indicazione che le persone con demenza grave non sono a conoscenza degli eventi attuali. Tuttavia, questi risultati ci forniscono intuizioni su come prenderci cura di pazienti con demenza e come usare in modo efficiente il tempo e il supporto del nostro staff limitato durante il COVID-19.


Uno studio precedente aveva dimostrato che l'epidemia COVID-19 influenza negativamente non solo la cognizione e i sintomi neuropsichiatrici, ma anche l'indipendenza funzionale dei pazienti con demenza? Pertanto, i risultati indicano che:

  • per i pazienti con compromissione cognitiva da moderata a grave, può essere utile dare priorità alla prevenzione del declino cognitivo e al mantenimento dell'indipendenza funzionale,
  • mentre per quelli con lieve decadimento cognitivo può essere utile dare la priorità alla riduzione dello stress psicologico e alla prevenzione dei sintomi neuropsichiatrici, come la depressione.


Inoltre, è necessario convincere i pazienti con demenza moderata / grave della necessità di indossare una mascherina facciale, in quanto non capiscono la minaccia del COVID-19. I pazienti con demenza da moderata a grave sono meno inclini alla depressione non solo perché non conoscono il COVID-19, ma sarebbe anche opportuno ricordare che i caregiver hanno fatto grandi sforzi per cercare di impedire ai pazienti di diventare depressi.


Pertanto, sarà importante indagare anche le tendenze depressive del caregiver durante l'epidemia COVID-19.


Anche se questi risultati sono limitati perché ottenuti da un'unica clinica della memoria e da un piccolo campione, essi forniscono suggerimenti su come prendersi cura dei pazienti con demenza durante l'epidemia COVID-19. Questo studio fornisce intuizioni sui modi di assistere le persone con demenza, durante il COVID-19, poiché dobbiamo lavorare per fornire cure adeguate ai pazienti anziani con demenza in tutte le situazioni.

 

Consapevolezza del COVID-19
e stato mentale nell'Alzheimer
MA lieve
MMSE≥22
MA moderato/grave
MMSE <22
 Sesso (maschi / femmine)  15/36  20/55
 Età (anni)  80.98 ± 5.30  83.27 ± 5.32
 Anni di istruzione  12.61 ± 2.62  12.29 ± 2.48
 Punteggio MMSE  23.59 ± 1.40  16.53 ± 4.06*
 Punteggio GDS-S  5,73 ± 3,30  2,54 ± 2,22*
 Pazienti consapevoli del COVID-19  81%  31%*
 Pazienti che capiscono motivo della mascherina  78%  24%*
(*) p<0,0001 vs MA mite  

 

 

 


Fonte: IOS Press (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Akito Tsugawa, Shu Sakurai, Yuta Inagawa, Daisuke Hirose, Yoshitsugu Kaneko, Yusuke Ogawa, Shuntaro Serisawa, Naoto Takenoshita, Hirofumi Sakurai, Hidekazu Kanetaka, Kentaro Hirao, Soichiro Shimizu. Awareness of the COVID-19 Outbreak and Resultant Depressive Tendencies in Patients with Severe Alzheimer’s Disease. Journal of Alzheimer's Disease, 15 Sep 2020, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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