Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il fumo aumenta il tuo rischio di demenza e declino cognitivo?

Scienziati della Uniformed Services University (USU), della Emory University e della University of Vermont hanno scoperto che il fumo di sigaretta è legato ad un aumento delle lesioni nella materia bianca del cervello, chiamate 'iperintensità della sostanza bianca'.


Le iperintensità della sostanza bianca, rilevate dalla risonanza magnetica, sono associate al declino cognitivo e all'Alzheimer. Questi risultati, pubblicati online sulla rivista Neuropsychopharmacology, possono aiutare a spiegare il legame tra fumo e aumento dei tassi di demenza e di altre forme di declino cognitivo.


Nel giugno 2019, i Surgeon General (massimi responsabili medici) di Esercito, Marina, Aeronautica e degli Stati Uniti, hanno rilasciato una lettera aperta che afferma che l'uso del tabacco è una minaccia per la salute e la forma fisica delle forze militari statunitensi e compromette la loro prontezza. Questo onere si estende anche alle cure prestate dalla Veterans Health Administration, che spende più di $ 2,5 miliardi di dollari all'anno per l'assistenza legata al fumo.


In risposta, il dott. Joshua Grey, assistente professore di Medicina e Psicologia Clinica e Neuroscienze alla USU, ha esaminato con i suoi colleghi l'associazione tra il fumo di sigaretta e la struttura del cervello. Il fumo di sigaretta è associato ad un aumento del rischio di una miriade di condizioni sanitarie, che includono le malattie neuropsichiatriche, ma la ricerca sul legame tra il fumo e la struttura del cervello è limitata.


Il loro studio è stato il più grande del suo genere, includendo le scansioni a risonanza magnetica del cervello su più di 17.000 persone della UK Biobank, un'ampia coorte di volontari provenienti da tutto il Regno Unito. Essi hanno scoperto che il fumo è associato a un volume totale inferiore della materia grigia e bianca, a maggiori lesioni della sostanza bianca, e a cambiamenti in regioni specifiche di sostanza grigia e in tratti di sostanza bianca.


Controllando le variabili importanti che spesso sono compresenti con il fumo, come l'alcol, questo studio ha identificato associazioni distinte tra il fumo e la struttura del cervello, mettendo in evidenza i potenziali meccanismi di rischio per le conseguenze neuropsichiatriche comuni del fumo, come la depressione e la demenza.


Il dott. Gray ha detto:

“Sappiamo che il fumo di sigaretta alza il rischio per condizioni neuropsichiatriche come la depressione e la demenza. Abbiamo scoperto che il fumo è associato a vari aspetti della struttura del cervello, in particolare ad un aumento delle lesioni della sostanza bianca. Le lesioni della sostanza bianca sono legate sia a molte malattie neuropsichiatriche sia al fumo.

“Anche se sono necessarie ulteriori ricerche per capire fino a che punto il fumo è causa o conseguenza di questi aspetti della struttura del cervello, i nostri risultati suggeriscono un meccanismo che collega il fumo ad un aumento del rischio di demenza, di depressione e di altre malattie del cervello”.

 

 

 


Fonte: Uniformed Services University via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joshua C. Gray, Matthew Thompson, Chelsie Bachman, Max M. Owens, Mikela Murphy, Rohan Palmer. Associations of cigarette smoking with gray and white matter in the UK Biobank. Neuropsychopharmacology, 7 Feb 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.