Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il tè migliora la salute del cervello

Uno studio recente guidato dall'assistente professore Feng Lei del Dipartimento di medicina psicologica dell'Università Nazionale di Singapore ha rivelato che i bevitori regolari di tè hanno regioni cerebrali meglio organizzate - e questo è associato a una funzione cognitiva più sana - rispetto ai non bevitori di tè.


La ricerca, derivante dall'esame dei dati di neuroscansione di 36 anziani, è stata condotta con collaboratori dell'Università dell'Essex e dell'Università di Cambridge e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Aging il 14 giugno 2019.


"I nostri risultati offrono la prima prova del contributo positivo del tè alla struttura del cervello e suggeriscono che bere regolarmente il tè ha un effetto protettivo contro il declino legato all'età nell'organizzazione del cervello", ha spiegato il prof. Feng Lei.

 

 

Benefici dell'assunzione regolare di tè

Studi precedenti hanno dimostrato che l'assunzione di tè è benefica per la salute umana e gli effetti positivi comprendono il miglioramento dell'umore e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. In effetti, i risultati di uno studio longitudinale condotto dall'assistente professore Feng, pubblicato nel 2017, avevano dimostrato che il consumo giornaliero di tè può ridurre del 50% il rischio di declino cognitivo nelle persone anziane.


In seguito a questa scoperta, il Prof. Feng e il suo team hanno ulteriormente esplorato l'effetto diretto del tè sulle reti cerebrali.


Il team di ricerca ha reclutato 36 adulti over-60 e ha raccolto dati sulla loro salute, stile di vita e benessere psicologico. I partecipanti anziani dovevano anche sottoporsi a test neuropsicologici e alla risonanza magnetica (MRI). Lo studio è stato condotto dal 2015 al 2018.


Dopo aver analizzato le prestazioni cognitive dei partecipanti e i risultati di scansione, il team di ricerca ha scoperto che le persone che bevevano tè verde, tè oolong o tè nero almeno quattro volte alla settimana da circa 25 anni avevano regioni del cervello che erano interconnesse in modo più efficiente.


Il Prof Feng spiega:

“Prendi come esempio l'analogia del traffico stradale: considera le regioni del cervello come destinazioni, mentre le connessioni tra le regioni del cervello come strade. Quando un sistema stradale è organizzato meglio, la circolazione di veicoli e passeggeri è più efficiente e utilizza meno risorse. Allo stesso modo, quando le connessioni tra le regioni del cervello sono più strutturate, l'elaborazione delle informazioni può essere eseguita in modo più efficiente.

“Abbiamo dimostrato nei nostri precedenti studi che i bevitori di tè avevano una migliore funzione cognitiva rispetto ai non bevitori di tè. I nostri attuali risultati relativi alla rete cerebrale supportano indirettamente le nostre precedenti scoperte, dimostrando che gli effetti positivi del consumo regolare di tè sono il risultato di una migliore organizzazione del cervello che deriva dall'impedire l'interruzione delle connessioni tra le regioni".

 

 

Il prossimo passo nella ricerca

Poiché prestazioni cognitive e organizzazione del cervello sono strettamente correlate, sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio come emergono le funzioni (come la memoria) dai circuiti cerebrali, e i possibili interventi per preservare meglio la cognizione durante l'invecchiamento. Il prof. Feng e il suo team hanno in programma di esaminare gli effetti del tè e dei composti bioattivi del tè sul declino cognitivo.

 

 

 


Fonte: National University of Singapore (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Junhua Li, Rafael Romero-Garcia, John Suckling, Lei Feng. Habitual tea drinking modulates brain efficiency: evidence from brain connectivity evaluation. Aging, 14 June 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)