Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Strumenti da remoto aiutano a valutare rischio e progressione della demenza

Kiosk and user during a session

Gli studi clinici per sviluppare nuovi trattamenti terapeutici e preventivi per il morbo di Alzheimer (MA) sono costosi, complicati e spesso non includono le persone più a rischio per la condizione neurologica degenerativa: anziani con mobilità ridotta e con problemi medici significativi, a causa dei quali è più difficile partecipare a valutazioni tradizionali da fare in clinica con personale qualificato.


In un nuovo studio, pubblicato questo mese sulla rivista Alzheimer’s & Dementia, un gruppo multi-istituzione guidato da ricercatori dell'Alzheimer's Disease Cooperative Study (ADCS) dell'Università della California di San Diego, ha pubblicato i risultati di uno studio clinico innovativo di quattro anni, randomizzato, che ha valutato diversi metodi gestiti da remoto per valutare la funzione cognitiva e il declino nei partecipanti di età superiore ai 75 anni.


Quasi 600 persone hanno partecipato allo studio di 'valutazione a domicilio' (HBA, home-based assessment); tutti avevano già ricevuto la diagnosi di capacità cognitive normali o di lieve decadimento cognitivo, una condizione che spesso precede il MA.


Lo studio HBA ha valutato tre diversi metodi per monitorare e misurare la funzione cognitiva, in particolare quando i partecipanti sono passati dalle abilità normali al deterioramento e alla demenza.


Gli  obiettivi principali erano tre: (1) stabilire la fattibilità e l'efficienza dei tre metodi di valutazione domiciliare, (2) determinare in che modo le valutazioni domiciliari hanno rilevato i cambiamenti cognitivi nel tempo e (3) valutare l'aderenza dei partecipanti all'assunzione di farmaci prescritti per valutare le abilità funzionali in base alle prestazioni. (I risultati relativi al terzo obiettivo non facevano parte di questo studio).


"Volevamo sapere se potevamo valutare da remoto la cognizione e altri risultati usando vari tipi di tecnologia", ha detto la prima autrice Mary Sano PhD, professoressa di psichiatria e direttrice dell'Alzheimer's Disease Research Center al Mt Sinai in New York City. "Avevamo bisogno di sapere questo perché gli studi sulla prevenzione della demenza sono lunghi e la valutazione dei partecipanti a casa loro può ridurre l'onere di recarsi nei centri medici".


I ricercatori hanno anche voluto determinare se le valutazioni domiciliari avrebbero migliorato i tassi di ritenzione dei partecipanti, abbassato i costi di studio e creato una rappresentazione più solida dei vari partecipanti.


I metodi di valutazione usati erano

  1. questionari inviati per posta con interviste telefoniche in diretta,
  2. chiamate telefoniche automatizzate con un sistema di risposta vocale interattivo, e
  3. valutazioni basate su computer con connettività internet, utilizzando un'interfaccia-chiosco installata nelle case dei partecipanti.


Sono stati impiegati test cognitivi e funzionali utilizzando tutti e tre i metodi di valutazione. La fattibilità è stata misurata in base alla capacità di reclutare, selezionare, iscrivere e trattenere i partecipanti. L'efficienza è stata misurata dal numero di contatti dello staff del sito e dal tempo necessario al personale del sito per completare le valutazioni.


Il team ha scoperto che tutti e tre gli approcci erano fattibili, ma con gradi di successo leggermente diversi. I tassi di abbandono erano bassi e simili per tutte le tecnologie, anche se i partecipanti che avevano installato strumenti di chiosco nella loro casa avevano maggiori probabilità di abbandonare prima.


Anche le risorse di personale erano più alte per il gruppo dei chioschi. Tutti gli strumenti usati a domicilio sono riusciti a distinguere tra partecipanti neurologicamente stabili e quelli in declino cognitivo. Le valutazioni basate su Internet sono state meno efficienti rispetto ai test condotti da valutatori dal vivo.


Nel complesso, i ricercatori hanno affermato che i risultati sono stati ampiamente incoraggianti e meritano ulteriori approfondimenti e sviluppi. "Questo studio ci ha insegnato come coinvolgere una comunità eterogenea di soggetti molto anziani con un'età media di oltre 80 anni nella raccolta di dati dal web, nonché da metodi tradizionali di test, per diversi anni", ha affermato la Sano.


Fornendo gli strumenti e l'accesso a tutte le tecnologie, lo studio è stato anche in grado di coinvolgere un ampio gruppo di partecipanti delle minoranze, dimostrando che la partecipazione è possibile quando vengono fornite risorse.


Howard Feldman MD, direttore di ADCS e professore di neuroscienze della UC di San Diego, ha detto che lo studio HBA mette in moto molteplici possibilità: "Siamo sempre alla ricerca di modi per migliorare le valutazioni cognitive con i mezzi più efficaci e convenienti possibili. Se riusciamo a rendere più facile la partecipazione alla ricerca clinica, attraverso gli strumenti che stanno usando comodamente, tutti ne traggono beneficio. Questo studio è un altro promemoria del fatto che l'interazione umana è una parte importante delle sperimentazioni cliniche di successo".

 

 

 


Fonte: Daniel Bennett in UC San Diego (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mary Sano, Carolyn W. Zhu, Jeffrey Kaye, James C. Mundt, Tamara L. Hayes, Steven Ferris, Ronald G. Thomas, Chung-Kai Sun, Yanxin Jiang, Michael C. Donohue, Lon S. Schneider, Susan Egelko, Paul S. Aisen, Howard H. Feldman. A randomized clinical trial to evaluate home-based assessment of people over 75 years old. Alzheimer's & Dementia, 11 Mar 2019, DOI: 10.1016/j.jalz.2019.01.007

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)