Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cloto: il gene che protegge dal declino cognitivo in vecchiaia

Cloto: il gene che protegge dal declino cognitivo in vecchiaiaLe Tre Parche (a destra Cloto), particolare dal Trionfo della Morte, arazzo fiammingo, 1520 ca. (Fonte: Wikipedia)I ricercatori dell'Istituto di Neuroscienze dell'Università Autonoma di Barcellona (INc-UAB) e dell'Istituto di ricerca Vall d'Hebron (VHIR) sono i primi a dimostrare che la regolazione del gene Cloto del cervello, mediante terapia genica, protegge i topi dai problemi di apprendimento e di memoria legati all'età.


Lo studio, pubblicato in Molecular Psychiatry, apre la porta all'avanzamento della ricerca e dello sviluppo di terapie basate su questo gene neuroprotettivo.


I ricercatori della UAB avevano dimostrato in uno studio precedente che il Cloto regola i processi associati all'età, aumentando l'aspettativa di vita quando è sovra-espresso e accelerando lo sviluppo di deficit di apprendimento e memoria quando viene inibito.


Ora hanno dimostrato, per la prima volta in vivo, che una dose di questo gene iniettata nel sistema nervoso centrale impedisce il declino cognitivo associato all'invecchiamento negli animali anziani che erano stati trattati a un'età precedente.


I risultati, che fanno parte della tesi di dottorato di Anna Massó, prima autrice della ricerca, fanno parte di uno studio condotto dai ricercatori dell'INc-UAB dr Miguel Chillón e Dott.ssa Assumpció Bosch (Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare dell'UAB VHIR) e Dott.ssa Lydia Giménez-Llort (Dipartimento di Psichiatria e Medicina Legale dell'UAB).


Miguel Chillón informa: "La terapia si basa su un aumento dei livelli di questa proteina nel cervello attraverso un vettore virale adeno-associato (AAV). Tenuto conto che lo studio è stato condotto con animali che invecchiano naturalmente, riteniamo che possa avere la capacità terapeutica di curare la demenza e i disturbi neurodegenerativi come l'Alzheimer o la sclerosi multipla, tra gli altri".


I ricercatori hanno brevettato la loro terapia e l'hanno concessa in licenza alla Kogenix Therapeutics, azienda degli Stati Uniti partecipata dall'UAB, fondata congiuntamente dai dott. Miguel Chillón e Assumpció Bosch, insieme all'imprenditore Menachem Abraham e alla dott.ssa Carmela Abraham, professoressa di biochimica e farmacologia alla Boston University, un centro pionieristico nello studio del Cloto nel sistema nervoso centrale da più di un decennio.


L'obiettivo della Kogenix è raccogliere il capitale iniziale necessario per arrivare agli studi pre-clinici già condotti con modelli animali di Alzheimer. Questo darà luogo allo sviluppo di un farmaco da usare nella terapia genica contro le malattie neurodegenerative basate su piccole molecole che esaltano l'espressione del gene e/o l'uso di frammenti della stessa proteina Cloto.


"Negli studi di base e negli studi clinici, gli AAV hanno dimostrato di essere sicuri ed efficaci nell'implementare una terapia genica del sistema nervoso centrale. Infatti, la Food and Drug Administration in agosto ha reso disponibile la prima terapia genica negli Stati Uniti e si prevedono ulteriori approvazioni", afferma la Dott.ssa Assumpció Bosch.

 

 

 


Fonte: Universitat Autònoma de Barcelona (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Massó, Angela Sánchez, A Bosch, L Gimenez-Llort, M Chillon. Secreted αKlotho isoform protects against age-dependent memory deficits. Molecular Psychiatry (2017) 00, 1–11. DOI: 10.1038/mp.2017.211

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)