Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nel cervello abbiamo 2 tipi di proteina Tau: servono farmaci antidemenza specifici

Nel cervello abbiamo 2 tipi di proteina Tau: servono farmaci antidemenza specificiUn team di ricerca dell'Università di Plymouth, dell'Università di Southampton e dell'Alexander Fleming Biomedical Sciences Research Center di Vari in Grecia, ha studiato due proteine ​​strutturalmente simili nel cervello adulto e hanno scoperto che hanno ruoli distinti nello sviluppo della demenza.


La comprensione e le conoscenze acquisite da questo studio, pubblicato dalla rivista Neurobiology of Disease, potrebbero portare a terapie efficaci per la demenza e altre malattie neurodegenerative.


Le proteine ​​Tau stabilizzano i microtubuli nei neuroni del cervello e nel sistema nervoso. I microtubuli aiutano a formare la struttura delle cellule cerebrali e mantengono stabili i 'binari ferroviari' dove transitano i segnali tra le cellule. Nel cervello dei pazienti affetti da demenza, il raggruppamento anormale delle proteine ​​Tau è da tempo legato a cambiamenti nell'attivazione delle cellule nervose e infine alla morte cellulare.


Esistono due forme strutturalmente diverse di Tau. Il gruppo di ricerca ha espresso queste due forme di Tau umano nelle cellule nervose nel cervello di Drosophila (moscerino della frutta), esaminando i loro effetti sulla sopravvivenza e l'attivazione delle cellule nervose, sul movimento degli animali e sulla formazione di memoria.


I risultati dimostrano che queste due proteine ​​differiscono in termini di biologia e di potenziale patologico:

  • una porta a una scarsa comunicazione tra i nervi associati al movimento;
  • l'altra porta ad una maggiore neurodegenerazione e a disfunzioni nell'apprendimento e nella memoria.


Questo è importante perché i difetti delle proteine ​​hanno un effetto sulle malattie neurodegenerative come la demenza. Si devono progettare farmaci che mirano specificamente a ciascuna forma, per migliorare i sintomi specifici.


Il Dr Torsten Bossing dell'Università di Plymouth, coinvolto nello studio, ha commentato: "Con ogni nuova scoperta come questa, facciamo un passo in avanti per trovare trattamenti efficaci per le malattie neurodegenerative debilitanti. Questo è un importante studio condotto su cellule nervose di moscerini della frutta e ha il potenziale per essere sviluppato nei prossimi anni attraverso ulteriori test e sperimentazioni cliniche. Crediamo fermamente che la risposta al trattamento di condizioni come la demenza sia a questo livello cellulare".

 

 

 


Fonte: Andrew Gould in Plymouth University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Megan A. Sealey, Ergina Vourkou, Catherine M. Cowan, Torsten Bossing, Shmma Quraishe, Sofia Grammenoudi, Efthimios M.C. Skoulakis, Amritpal Mudher. Distinct phenotypes of three-repeat and four-repeat human tau in a transgenic model of tauopathy, Neurobiology of Disease, DOI: 10.1016/j.nbd.2017.05.003

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)